X

FOTO e VIDEO Solennità di Sant’Emidio, Vescovo di Treviri: “Rimanere sensibili alle ferite e alla bellezza del mondo”

Diretta su Radio Ascoli e sul canale Facebook della Diocesi di Ascoli Piceno, curata da Francesco Forti

ASCOLI PICENO – “Diamo con gioia il benvenuto intorno a questo altare a tutti voi! È la comunità diocesana che si riunisce oggi in un’Eucaristia che si succede all’altra, che è un’unica Eucaristia, per celebrare il Signore Risorto che, nella potenza del Suo Spirito, vince ogni cosa. Emidio e la sua testimonianza dicono questa vittoria di Dio: la vittoria umile dello Spirito.
Diamo in modo particolare il benvenuto a questi amici che oggi celebrano con noi e che vengono da Treviri e da Fulda: Sthefan Ackermann, l’arcivescovo di Treviri, la patria d’origine di Sant’Emidio, che presiede la celebrazione; insieme con lui il suo ausiliare, il vescovo Franz Joseph Gebert; con loro un amico comune, il vescovo di Fulda, Karlheinz Diez. E poi un amico che conosciamo bene, don Piero Coccia (n.d.r. l’arcivescovo emerito di Pesaro).  Siamo qui davvero con gioia a ricevere il dono del Signore, che è la sua Parola, il Vangelo portato da Emidio, e il suo corpo e il suo sangue eucaristico, che fanno di noi un’unica Chiesa.
Buona festa e buona celebrazione a tutti!”.

Con queste parole l’arcivescovo Gianpiero Palmieri ha dato il benvenuto ai quattro illustri vescovi che hanno concelebrato con lui la solenne Messa delle ore 11:00 di ieri, 5 Agosto 2024, presso la Basilica Cattedrale Santa Maria Madre di Dio e Sant’Emidio, in occasione della festività di Sant’Emidio, patrono della Città e della Diocesi di Ascoli Piceno.

La celebrazione, a cui ha partecipato una nutrita assemblea, è stata seguita da numerosi fedeli anche sul canale Facebook di Radio Ascoli e della Diocesi di Ascoli Piceno

L’arcivescovo Sthefan Ackermann ha ringraziato “il confratello mons. Giampiero per il cordiale benvenuto”, sottolineando quanto sia importante il legame spirituale che unisce le comunità di Treviri e di Ascoli Piceno: “È veramente un onore ed un piacere essere qui e celebrare con la comunità ascolana questa festa di Sant’Emidio, per fortificare il legame tra Treviri ed Ascoli Piceno. Non solo il legame tra i due Comuni, ma anche il legame spirituale che ci unisce. Penso che il gemellaggio viva e si nutra proprio della relazione, dell’incontro. Siamo quindi veramente grati e felici di essere qui e di celebrare con voi questa ricorrenza”.

Insieme ai vescovi, hanno concelebrato la Santa Messa numerosi sacerdoti: mons. Lino Arcangeli, cancelliere vescovile; don Gianmarco Lupini, cerimoniere della Diocesi, parroco in solido della parrocchia di San Benedetto Abate in Marino Del Tronto e vicario parrocchiale della comunità di San Luca Evangelista in Villa Pigna di Folignano; don Carlo Lupi, parroco della parrocchia di San Giacomo della Marca in Ascoli Piceno; don Germano Lori, sacerdote di origini ascolane appartenente al Cammino Neocatecumenale; mons. Emidio Rossi, parroco emerito della comunità del Sacro Cuore in Ascoli Piceno; mons. Bernardo Domizi, parroco emerito della comunità di Maria Madre della Chiesa in Stella di Monsampolo. Presenti anche alcuni seminaristi della Diocesi e i ministranti del Collegio Sant’Emidio.

Queste le parole dell’arcivescovo Sthefan Ackermann durante l’omelia: “Caro confratello Giampiero e cari fratelli nel servizio del diaconato, del sacerdozio e dell’episcopato, cari fratelli e sorelle, a prima vista le letture bibliche per la solennità di Sant’Emidio, vescovo e martire non appaiono molto adatte alla gioia festiva di questo giorno. Al contrario, le letture sono di colore oscuro e parlano un linguaggio molto serio: la lettura dell’Apocalisse parla di terremoti e distruzione; la lettera di San Paolo ai Romani (Rm 5,1-5) parla di tribolazioni e di pazienza; il Vangelo (Lc 21, 9-19) parla di guerre, persecuzioni, carestie, pestilenze. Per una festa così grande, vorremmo ascoltare toni più gioiosi e immagini più luminose, che si adattino meglio all’atmosfera della festa. Però, sappiamo bene che le letture della Sacra Scrittura alludono alla testimonianza di Sant’Emidio, la cui vita e fede furono una illustrazione vivente delle parole del Vangelo e della lettera di San Paolo alla Chiesa di Roma. Come martire, Sant’Emidio ha testimoniato la sua fede nelle tribolazioni fino a versare il suo sangue ed è anche il protettore dei terremoti; quindi non dobbiamo sorprenderci che i testi di oggi parlino così!”

Spiegando dunque il significato più profondo della parola ascoltata, l’arcivescovo di Treviri ha detto: “La Parola della Scrittura non vuole mai spaventarci, ma vuole colpirci interiormente. Sono convinto che esista infatti qualcosa come una scossa sana, una scossa positiva, che ci fa uscire dalla monotonia quotidiana, ci strappa dalla letargia e dalla sonnolenza, vuole evitare che diventiamo insensibili, che ci chiudiamo in noi stessi di fronte a tutte le difficoltà e le atrocità che sentiamo ogni giorno. Lo shock curativo della Parola di Dio ci ricorda che il messaggio di Gesù Cristo non è solo un messaggio di wellness, un messaggio per decorare le nostre celebrazioni, ma un messaggio che ha la forza di affrontare tutta la drammaticità della vita umana. In questo senso capisco il linguaggio serio delle letture della solennità di Sant’Emidio.  Ma questo non è tutto, perché le letture non si fermano alle scosse, bensì ci mostrano anche la luce splendente all’orizzonte. La visione di San Giovanni nell’Apocalisse racconta il canto della vittoria che ventiquattro vegliardi intonano: ‘Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza e hai instaurato il tuo regno’. San Paolo parla non solo delle sue angosce e delle persecuzioni, ma anche della speranza che lo riempie. E Gesù stesso parla della vita eterna che Lui porta. Dice: ‘Con la vostra perseveranza, salverete la vita’. E se i testi biblici della festa di oggi non vogliono solo scuoterci, allora vogliono soprattutto incoraggiarci, orientando il nostro sguardo verso l’Alto, orientandoci verso la realtà definitiva che la fede ci promette: la vita in piena comunione con Dio e tra di noi. Questa visione ci dà la speranza di cui parla San Paolo Apostolo. Una speranza che è qualcosa di diverso anche dal semplice ottimismo. Se guardiamo al nostro mondo attuale, dobbiamo ammettere che non c’è motivo di ottimismo! Pensiamo alla guerra in Ucraina, alla violenza in Terra Santa e all’odio diffuso in tutto il Medio Oriente! Pensiamo anche alle persone che lasciano i loro paesi di origine e fuggono per trovare prospettive migliori per la loro vita! Non c’è davvero motivo per un semplice ottimismo! Ma ci sono buone ragioni per sperare. La ragione decisiva, per noi cristiani, si trova in Gesù Cristo, in Gesù Cristo stesso, nella sua vita, nel suo messaggio, nella sua angoscia e passione e nella potenza della sua Resurrezione”.

Colmo di speranza, incoraggiamento ed incitamento, è stato infine il monito lanciato dall’arcivescovo Ackermann a tutti i fedeli presenti: “Sono convinto che la nostra missione di noi cristiani oggi, sia ad Ascoli Piceno sia a Treviri sia altrove, sia proprio quella di rimanere sensibili alle ferite di questo mondo, di essere pronti a non chiuderci in noi stessi, a non cingerci di armature, bensì di lasciarci toccare dalle ferite, ma anche dalla bellezza del mondo. E soprattutto lasciarci colpire dalla bellezza del messaggio evangelico. Una persona saggia una volta disse: ‘La religione cristiana è una religione di occhi aperti, non di occhi chiusi‘. Ci sono molte religioni che vogliono insegnare alle persone a chiudere gli occhi per dimenticare il mondo, per lasciare che il mondo sparisca sotto di loro. La fede cristiana, invece, è una fede che guarda questo mondo con degli occhi aperti. Quando ogni tanto chiudiamo gli occhi in preghiera, lo facciamo per vedere meglio e più chiaramente in seguito. I Santi erano e sono persone con gli occhi e i cuori aperti“.

In chiusura di omelia Ackermann ha ricordato il gentile dono ricevuto nel 2019 dall’allora vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole, dal 2020 vescovo emerito, il quale nell’ultima visita a Treviri gli regalò un libretto di preghiere in venerazione di Sant’Emidio: “In questo libretto trovo questa bellissima preghiera per una fede più ardente: ‘O Dio, che hai dato la forza e la costanza al tuo martire Emidio di professare la fede nell’unico Signore e Salvatore fino all’effusione del suo sangue in terra ascolana, concedici di essere testimoni in parole ed opere del Tuo Figlio, unico Redentore del mondo, Gesù Cristo. Alimenta in noi la fiamma della Fede, della Speranza e della Carità, per poter un giorno cantare le tue lodi nell’assemblea dei Santi. Amen!’“.

Al termine della celebrazione eucaristica, l’arcivescovo Stefhan Ackermann ha impartito, a nome di papa Francesco, la benedizione con l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, animati da sincero pentimento, confessati e comunicati, hanno partecipato alla Santa Messa e hanno chiesto la remissione di ogni pena dovuta per i peccati commessi.

Carletta Di Blasio: