CIVITELLA DEL TRONTO – “Carissimo padre, questa abbazia più che millenaria la vede oggi entrare qui per la prima volta in modo solenne! Ed è una gioia accoglierla in questa occasione per noi speciale, visto che la nostra Vicaria porta proprio il nome di Santa Maria in Montesanto. Tutti sappiamo che, per antica tradizione, il nostro vescovo diocesano – di Ascoli prima e di San Benedetto poi – era considerato l’Abate. Pertanto la accogliamo come vescovo e come abate. Vorremmo anche dirle benvenuto, però non possiamo, perché lei è già a casa sua! Quindi le diciamo solo grazie della sua presenza!”.

È con queste parole che il Vicario foraneo don Marco Claudio Di Giosia ha dato il benvenuto all’Arcivescovo Gianpiero Palmieri, stamattina, 14 Agosto 2024, alle ore 9:30, in occasione della Celebrazione Eucaristica che, come di consueto, viene presieduta dal Vescovo diocesano presso l’Abbazia di Santa Maria in Montesanto nel territorio di Civitella del Tronto. Per Palmieri è stata la prima visita ufficiale dopo la sua nomina a vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e per tale ragione sono accorsi molti fedeli provenienti dalle varie Parrocchie della Vicaria e dai Comuni limitrofi. Presenti anche le autorità civili e militari locali: il geometra Gennarino Di Lorenzo, vicesindaco del Comune di Civitella del Tronto, e l’ispettrice Emilia Di Luigi, vicecomandante della Polizia Locale del Comune abruzzese.

Dopo l’applauso spontaneo e scrosciante dei numerosi presenti, il vescovo Gianpiero ha risposto al saluto con  queste parole: “Va benissimo ricevere il benvenuto! È la comunità locale che accoglie il vescovo. Ed è il Signore Risorto che ci accoglie tutti intorno a questo altare. È Lui, presente in mezzo a noi, che ci mette davanti Maria, affinché possiamo ritrovarci in Lei come singoli e come Chiesa e possiamo capire quale sia il destino della nostra vita, ovvero vivere per sempre accanto al Padre e al Figlio, rassicurati dallo Spirito. Allora con gioia viviamo questa Eucaristia e facciamo in modo che l’esperienza che stiamo vivendo sia davvero un’esperienza di incontro con il Signore, di abbraccio con il Risorto!”.

Quattro i momenti principali della mattinata: la tradizionale processione, le Confessioni, la Santa Messa e la preghiera per la pace.

La tradizionale processione della Madonna delle canestre

Prima della Messa, come consuetudine, i fedeli si sono ritrovati ai piedi dell’altura di Montesanto per la tradizionale processione delle “canestre”. Anche quest’anno la preghiera è stata guidata da don Luigino Scarponi, parroco della comunità di Sant’Egidio Abate in Sant’Egidio alla Vibrata. Questo gesto di devozione popolare risale al periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando una madre del posto, che aveva un figlio soldato impegnato nel conflitto, pregò la Madonna e fece un voto: se il suo giovane figlio fosse tornato vivo dall’esperienza bellica, ogni anno si sarebbe recata all’Abbazia, percorrendo la ripida salita dai piedi fino alla vetta del poggio di Montesanto. Le persone del luogo, conoscendo la storia della donna e sapendo l’esito positivo delle sue preghiere, non la lasciarono mai sola, anzi si unirono a lei nel percorso a piedi per andare a chiedere altre grazie alla Madonna. Dopo qualche anno, i frati dell’epoca, constatando la forte devozione dei fedeli, iniziarono a scendere la statua di Maria fino all’edicola antistante il cancello dell’Abbazia, così da ricevere i contadini che, per ringraziare la Madre Celeste, portavano le primizie della terra all’interno di grandi cesti di vimini, detti canestre. Da qui il nome di Madonna delle canestre, con cui negli anni i fedeli hanno appellato Santa Maria.

Le Confessioni nella splendida cornice panoramica dell’Abbazia

Durante la celebrazione, due sacerdoti della Vicaria, don Marco Claudio Di Giosia e don Luigino Scarponi, ed un sacerdote della Diocesi di Ascoli Piceno, don Giuseppe Bianchini, si sono resi disponibili per le Confessioni nel piazzale antistante l’Abbazia benedettina, che, posta in cima al poggio di Montesanto, domina il paesaggio circostante e permette di ammirare un panorama meraviglioso, che fronteggia la rupe del paese di Civitella, scorgendo i possenti bastioni della fortezza aragonese, e spazia sulle colline delle valli sottostanti, allargando la veduta dal mare fino alla montagna dei Fiori, a quella dell’Ascensione, ai vicini monti Gemelli e più in lontananza al Gran Sasso e alla Maiella. La maestosità dello scenario naturale e il silenzio del luogo hanno favorito il discernimento spirituale, l’esame di coscienza e l’accostamento al Sacramento del Perdono da parte di molti fedeli presenti.

La Santa Messa presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri

Il vescovo Palmieri, durante l’omelia, commentando il brano del Vangelo del giorno (Lc 11,27-28), ha affermato: “La Parola di Dio di oggi, che è ricchissima, ci racconta un episodio dai tratti molto umani. Una persona, in mezzo alla folla, nota Maria perché ha messo al mondo Gesù e, parafrasando le parole del Vangelo, le dice: ‘Beata te, che sei la mamma di cotanto figlio!’. Normalmente le mamme si inorgogliscono di fronte ad un tale complimento, dicendo: ‘Certo! Sono proprio io!’. Ma Gesù non asseconda questa dinamica umana, bensì, sorridendoci sopra, ne approfitta per dire qualcosa di più profondo: ‘Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano!’ (Lc 11,28). Anche in un’altra occasione, alla piccola comunità dei discepoli, Gesù aveva detto: ‘Chi fa la volontà del Padre mio, è per me fratello, sorella e madre’ (Mt 12,50). Questo è molto interessante. Gesù riconosce che c’è una maternità data da quella comunità che ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica. Questo è qualcosa di importante che ci riguarda! Noi siamo quella comunità; noi siamo quelli che, seppur in mezzo a tanti peccati e contraddizioni, hanno uno scopo: ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica. Per Gesù, noi, quella nostra comunità, siamo madre. E questo, alla luce della tradizione cristiana, ha un significato preciso. Ogni uomo che viene alla luce, incontra Gesù Risorto attraverso il Vangelo della Parola e attraverso un vangelo vissuto da una piccola comunità, certamente alla maniera umana, magari tra tante miserie, però con una chiara determinazione: ascoltare la Parola di Dio e lasciarci guidare da Essa; per questo la vogliamo mettere in pratica e trasformare in vita. Dunque per ogni persona noi siamo come una madre: la accogliamo, la avviciniamo al Signore, le facciamo conoscere il Vangelo, le diamo dei fratelli e delle sorelle di fede, la accompagniamo. Ecco allora che la nostra piccola comunità, per quella persona, diventa una madre, una madre nella fede. Ecco dunque cosa ha in mente Gesù! Non beato l’utero che mi ha fatto nascere e il seno che mi ha nutrito, ma c’è qualcosa di più profondo che riguarda Maria e ciascuno di noi.  Beata quella comunità che, come una madre, genera la fede di uno e lo allatta con il buon latte della Parola di Dio. San Paolo, forte di questa lezione di Gesù, dice ai cristiani di Corinto, ‘vi abbiamo dato il buon latte della Parola di Dio’ (1Cor 3,2). Un tempo, in effetti, ai battezzati si dava un po’ di latte, proprio come simbolo della Parola. Ecco allora quanto è grande il mistero di Maria che oggi celebriamo. È come se oggi Maria dicesse alla nostra comunità: ‘Mettetela in pratica sul serio la Parola di Dio e diventerete una comunità madre! Guarda me, che sono tua madre e che rappresento tutta la comunità cristiana, madre di tutti i cristiani, di tutti i discepoli!  Abbi uno stile accogliente e materno, prenditi cura di ciascuno dei tuoi figli!’ Proprio come ha fatto Lei, Maria, che è importante non tanto in se stessa, bensì perché ci  rappresenta tutti, rappresenta la Chiesa. Maria è Immacolata, perché i cristiani sono chiamati ad avere perdonato il peccato originale. Maria è la donna che ascolta la Parola di Dio. Maria è la fedele discepola di Gesù: è quella che, sotto la croce, riceve la Spirito Santo, l’acqua e il sangue. Maria è quella che – ecco la festa di oggi – è alla destra del Figlio nel grembo del Padre, come scrive Giovanni nel Prologo: ‘Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato’ (Gv 1,18)”. 

La Santa Messa è stata impreziosita dal canto dei fedeli delle varie comunità parrocchiali di Civitella del Tronto e Sant’Egidio alla Vibrata, diretti dal M° Silvio Pierantozzi.

La preghiera alla Madonna per la pace in Terra Santa e nel mondo

Al termine della celebrazione, i fedeli hanno pregato per la pace, come richiesto dal cardinale Pierbattista Pizzaballa due giorni fa. Lo hanno fatto attraverso la supplica alla Beata Vergine Maria Assunta al Cielo, composta dallo stesso patriarca latino di Gerusalemme per chiedere la pace in Terra Santa e in tutti i luoghi della terra:

Gloriosa Madre di Dio,
innalzata al di sopra dei cori degli angeli,
prega per noi con san Michele arcangelo
e con tutte le potenze angeliche dei cieli e con tutti i santi,
presso il tuo santissimo
diletto Figlio, Signore e maestro. 

Ottieni per questa Terra Santa,
per tutti i suoi figli
e per l’umanità intera
il dono della riconciliazione e della pace. 

Che si compia la tua profezia:
i superbi siano dispersi
nei pensieri del loro cuore;
i potenti siano rovesciati dai troni
e finalmente innalzati gli umili;
siano ricolmati di beni gli affamati,
i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio
e i miti possano ricevere in dono la terra. 

Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio,
che oggi ti ha esaltata
al di sopra dei cori degli angeli,
ti ha incoronata con il diadema del regno,
e ti ha posta sul trono dell’eterno splendore.
A lui sia onore e gloria per i secoli eterni. Amen. 

 

 

 

 

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