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Il teologo risponde: “I bambini morti senza battesimo possono essere uniti a Cristo?”

Di Paolo Morocutti

La questione riguardante il destino dei bambini morti prima del battesimo è un tema su cui la teologia cattolica ha dibattuto nel corso dei secoli. Tuttavia, è importante sottolineare che la Chiesa cattolica non ha una dottrina definitiva su questo argomento. Tradizionalmente la teologia ha insegnato che il battesimo è necessario per la remissione del peccato originale e per l’ingresso nella piena comunione con Dio. Tuttavia, la Chiesa ha anche riconosciuto che Dio, nella sua misericordia, non è vincolato ai sacramenti e può agire in modi straordinariamente salvifici al di fuori dei mezzi ordinari stabiliti dalla Chiesa stessa.

Nel 2007, la Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto la guida di Papa Benedetto XVI, ha pubblicato un documento intitolato “La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza essere stati battezzati”. Questo documento afferma che ci sono ragioni oggettive per sperare che i bambini morti senza il battesimo possano godere della visione di Dio nel paradiso. Si afferma che tali bambini sono affidati alla misericordia di Dio, che desidera la salvezza di tutti gli esseri umani.

Il documento invita i credenti ad affidare la loro speranza alla misericordia di Dio, senza cadere in un universalismo facile o in conclusioni definitive. È importante notare che la Chiesa incoraggia i genitori a battezzare i loro bambini il più presto possibile dopo la nascita, conferendo loro così la grazia sacramentale e l’ingresso nella comunità dei credenti. Tuttavia, la Chiesa riconosce anche che esistono situazioni in cui il battesimo non è possibile, ad esempio quando un bambino muore poco dopo la nascita. La questione del destino dei bambini morti prima del battesimo rimane un mistero che la Chiesa affronta con speranza e fiducia nella misericordia di Dio. Le argomentazioni teologiche a favore della possibilità di salvezza per i bambini morti senza battesimo possono essere basate su diversi principi e concetti teologici. La teologia cattolica riconosce prima di tutto la grande misericordia di Dio e la sua volontà di salvare tutti gli esseri umani. La fede nella misericordia di Dio porta alla speranza che i bambini morti senza battesimo possano essere oggetto della sua misericordia e della sua grazia salvifica. Sebbene il battesimo sia considerato il mezzo ordinario per la remissione del peccato originale, si ritiene che Dio non sia vincolato ai sacramenti e che possa agire in modi straordinariamente salvifici. La giustizia di Dio può superare le limitazioni umane e offrire una via di salvezza anche per i bambini morti senza battesimo. I bambini non sono responsabili personalmente del peccato personale e non hanno la capacità di scegliere o rifiutare il battesimo. La loro morte prima del battesimo può essere considerata come un’ingiustizia che non deriva dalla loro volontà. Pertanto, si ritiene che Dio, nella sua giustizia, possa offrire un modo di salvezza per questi bambini innocenti.

La teologia riconosce che il battesimo incorpora i credenti nel Corpo di Cristo, la Chiesa. Tuttavia, si sostiene che i bambini morti senza battesimo possono essere uniti a Cristo in modi misteriosi e sconosciuti a noi, poiché la salvezza non è limitata ai mezzi sacramentali. La Chiesa invita i credenti a confidare nella misericordia di Dio e a sperare nella sua provvidenza. Anche se non ci sono rivelazioni definitive sul destino dei bambini morti senza battesimo, la Chiesa invita i suoi figli a fidarsi della bontà di Dio e ad affidare questi bambini alla sua misericordia.

Redazione:

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  • Molto prima del 2007, nel 1964 il Concilio Vaticano II, aveva già risolto la questione: «Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll'aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna» (cfr. Lumen gentium, 16). Non solo riguardo ai bambini.

  • QUesto cosa che dice il sig. Pirri è vera, ma non riguarda necessariamente i bambini. Nel documento di Benedetto si parla appunto del fatto che forse i bambini possono accettare la grazia di Dio, ma si parla anche qui di possibilità e non di certezza. Nel Concilio, si usano e parole "cercano", "si sforzano" e "con le opere", che quindi lo fanno con la propria volontà. Non si può dirlo con certezza per i bambini morti nel grembo.