ACQUASANTA TERME – “A volte il lavoro, anziché essere un’occasione di crescita dell’umano che è in ognuno di noi, diventa il contrario, ovvero un’esperienza alienante, in cui – come dice la parola stessa – si è trascinati fuori da sé e l’umano viene tarpato. L’umano, invece, è la capacità di entrare in profondità nell’esperienza della vita fino a farne emergere il valore autentico. Questo vale anche nel lavoro e questa esperienza che ci apprestiamo a vivere vuole aiutarci proprio a ritrovare uno sguardo diverso sulla realtà del lavoro, a recuperare una spiritualità del lavoro, non solo parlandone, bensì vivendola attraverso due elementi fondamentali: la Scrittura e la spiritualità benedettina“.
Si è aperto con queste parole dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri il corso di esercizi etico-spirituali per imprenditori, dirigenti, lavoratori e lavoratrici, donne e uomini di buona volontà, che è iniziato oggi, Venerdì 23 Agosto, presso l’Abbazia di San Benedetto in Valledacqua ad Acquasanta Terme, e si concluderà Domenica 25 agosto 2024. L’appuntamento, che è stato organizzato dalla Diocesi di Ascoli Piceno, ma che è rivolto anche alla comunità della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, in questa prima giornata ha registrato la partecipazione del prof. Luigino Bruni, docente ordinario di Economia Politica presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Economia Politica e Lingue moderne dell’Università LUMSA di Roma, e di madre Noemi Scarpa, abbadessa del monastero delle benedettine di Sant’Anna di Bastia Umbra.
Mons. Palmieri, vescovo delle due Diocesi del Piceno, ha quindi presentato i due ospiti della prima giornata: “Per quanto riguarda il percorso biblico sul tema del lavoro, sono molto contento di avere Luigino, un laico che vive la dinamica della vita lavorativa, un economista che si interessa di grandi questioni economiche e sociali del nostro Paese, ma al contempo una persona che nella sua vita sente fortemente il bisogno di recuperare una dimensione spirituale e profonda del lavoro. Per quanto concerne invece la parte spirituale, sono felice di avere madre Noemi, che rappresenta una spiritualità molto attuale, quella benedettina, che peraltro ha molto segnato il nostro territorio e che è ancora presente con due comunità, una ad Ascoli Piceno e una ad Offida, così come è anche per la spiritualità francescana, che è presente tra noi con i cappuccini, i frati minori e i conventuali”.
Il vescovo Gianpiero, infine, spiegando ai presenti il programma degli esercizi spirituali, ha introdotto il tema dei tre giorni parlando del riposo e del suo significato biblico: “Ascolteremo prima di tutto la Parola di Dio, la regola di Benedetto. Ascolteremo e, in totale libertà, potremo condividere esperienze e riflessioni, se lo vorremo. Poi ascolteremo nel senso profondo del termine, nel senso che ognuno ascolterà nel profondo se stesso, quindi ogni tanto ci saranno anche momenti di stacco e di silenzio, dove poter ascoltare quello che avviene dentro ciascuno di noi dopo aver ascoltato dai relatori. Saranno momenti di spiritualità e preghiera, in cui ci metteremo davanti al Mistero stesso di Dio. Questi ingredienti semplici – la fraternità, l’ascolto della Parola di Dio, l’ascolto di noi stessi – rappresentano quello che nella Bibbia è chiamato il riposo. Siamo qui, infatti, per riposare. Ma non per un riposo a come siamo abituati a pensarlo, quello assoluto, in cui non facciamo assolutamente nulla: sole, mare o montagna, nessun pensiero, nessuna attività, possibilmente nessun incontro. Questo tipo di riposo, di cui pure c’è bisogno, non dura però in genere più di qualche giorno, perché poi ci stufiamo. C’è allora un’altra variabile del riposo, quello in cui facciamo le cose che ci piacciono: leggere un libro, pescare, coltivare qualcosa, insomma fare un’attività che ci rilassa e che normalmente non abbiamo il tempo di fare. Sembrerebbe, però, che neanche questo non sia propriamente riposo. Nella Bibbia c’è un’idea di riposo ancora più profonda, che forse riusciremo a realizzare in questi giorni e che Benedetto aveva intuito: il riposo è quel tempo in cui recupero le dimensioni più profonde di me stesso, i motivi del mio vivere, del mio stare al mondo e anche del mio lavorare. Questo è chiaro fin dalla prima pagina della Bibbia, in cui si narra la Creazione e si racconta che, dopo aver creato i cieli e la terra, prima della creazione del tempo, Dio, nell’abisso infinito, crea la luce. La parola ebraica utilizzata nella Bibbia significa sia luce che fatto, quindi sia parola che evento. Nella Bibbia, infatti, Dio dice e la cosa avviene: ‘Dio disse: «Sia la luce!» E luce fu’ (Gn 1,3). Ma questa luce è molto strana, perché gli astri vengono creati solo nel quarto giorno. Dunque da dove viene questa luce?! La luce è la Parola luminosa di Dio, la stessa Parola che Dio pronuncia. Come dice l’evangelista Giovanni nel suo Prologo, ‘In principio era Dio e la Parola era presso Dio. In lui era la vita. In lui era la luce’ (Gv 1,1-4). In principio, nell’eternità, Dio pronuncia una Parola piena di vita e piena di luce, che – la tradizione dirà – è il Verbo. Dio genera quindi la Parola, la luce, la vita e c’è subito il ritmo del tempo: ‘E fu sera e fu mattina’ (Gn 1,5). Quindi, fin dal principio, nasce il tempo: prima il giorno uno, quello dell’eternità di Dio; poi il giorno secondo, il terzo, il quarto, il quinto e così via fino a quando, dopo aver creato l’uomo e la donna nel sesto giorno, Dio crea il settimo giorno, lo benedice e lo consacra. Ed è il giorno del riposo. Dio nel settimo giorno porta a compimento il lavoro che aveva fatto e cessa da ogni suo lavoro che aveva fatto. Il settimo giorno, dunque, è il giorno che serve per contemplare la bellezza e la bontà delle cose create. Come viene poi ripreso anche nel Salmo 95 (94), in cui il Signore dice ‘Non entreranno nel luogo del mio riposo’, riposare significa riposare nel Signore, riposare davvero: stare con Dio, con me stesso e con gli altri pe recuperare il senso delle cose, per riscoprire il senso della vita e anche del lavoro. Quello è il riposo che ci rilassa davvero, che ci rigenera”.
L’incontro è entrato nel vivo con la prima conversazione, guidata da prof. Luigino Bruni sul tema “Ricchezza, economia e lavoro nella Bibbia“. Queste le sue parole: “Quali sono i riferimenti principali nella Bibbia su ricchezza, economia e lavoro? Sono tantissimi. Già l’Alleanza con cui si apre la Bibbia è un contratto di tipo politico-commerciale. Nella Genesi poi compare per la prima volta la parola ‘profitto’ in riferimento alla vendita di un fratello. In Caino c’è molto di economia!” L’illustre relatore ha poi compiuto un avvincente viaggio all’interno della Bibbia, toccando temi anche molto attuali: il dono non accettato che può diventare frustrazione, violenza, come avviene nel caso di molti femminicidi; le predilezioni, come imparare a conviverci, senza che diventino un peso; le raccomandazioni e la meritocrazia. Particolarmente avvincenti le citazioni e le spiegazioni di alcuni passaggi dei Libri dei Profeti: Isaia e Daniele. Di quest’ultimo in particolare ha raccontato di come riesca a decifrare quello che la mano invisibile scrive nella lettera e che nessun altro riesce a fare: “Si tratta di quattro monete. Dio sa parlare di economia” – ha detto Bruni. Il docente ha poi sottolineato come la stessa liturgia ci porti in chiesa a pregare e fuori a lavorare: “Mosè incontra il fuoco ardente mentre sta pascolando le pecore del suocero. Gesù chiama i suoi mentre raccoglievano le reti. Dio attende sulle strade polverose della vita. Dio ti chiama nelle vie del mondo. Non c’è niente di più spirituale del lavoro. Geremia capisce il senso della vita nella bottega di un vasaio. Il lavoro è pieno di teofanie, di incontri spirituali”.
Il prof. Bruni ha poi concluso il suo discorso, spiegando che l’economia a volte può anche essere luogo di tentazioni. Ha quindi parlato di profitto, di meritocrazia, di buono e di giusto, citando il Libro di Giobbe. Proprio questi ultimi argomenti sono quelli che hanno suscitato maggiore interesse tra i presenti, i quali hanno rivolto al relatore numerose domande soprattutto sul concetto di talento, meritocrazia, remunerazione, incentivi e premi sul lavoro, gratificazione anche a scuola.
Presenti al corso lavoratori provenienti da entrambe le Diocesi del Piceno e da diverse realtà lavorative: avvocati, medici, volontari Caritas, sindacalisti, docenti. Dopo la relazione del prof. Bruni, tutti gli uditori si sono spostati nella cappella per un momento di preghiera con madre Noemi Scarpa.
Nella giornata di domani, 24 Agosto, oltre al secondo intervento del prof. Luigino Bruni sulla vita economica alla luce della storia e della parola dei profeti di Israele, e all’intervento di madre Noemi Scarpa, dal titolo “Ora et Labora: il ritmo dell’uomo integrato. Il lavoro nella regola di San Benedetto“, è prevista la partecipazione di un altro illustre relatore: il prof. Gabriele Gabrielli, docente di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane presso l’Università LUISS di Roma e presidente della Fondazione Lavoroperlapersona di Offida, che relazionerà sul mondo del lavoro e sulle nuove problematiche etiche.
Domenica 25 Agosto le ultime due conversazioni:
“Il Popolo delle Beatitudini: Ricchezza e povertà nel Nuovo Testamento“, curata dal prof. Luigino Bruni;
“La Regola Benedettina oggi, un carisma sempre valido e modello per le imprese“, guidata da madre Noemi Scarpa.
Il corso si chiuderà con la Celebrazione Eucaristica delle ore 12:00 presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri.
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