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Intervista alla scrittrice Eva Maria Capriotti: “Con i miei versi mi rivolgo al lettore, così come farebbe un amico”

Eva Maria Capriotti

GROTTAMMARE“Vestito di caramella” è il titolo della recente pubblicazione di Eva Maria Capriotti. In questo volume, edito da Edizioni Costa, l’autrice grottammarese riporta poesie, frasi e aforismi e riflessioni.

I versi da lei scritti, e raccolti in questo suo recente volume, rappresentano una sorta di viaggio interiore per il lettore. Ci può spiegare meglio?
Non è una lettura leggera, anche se ci si trova spesso di fronte a liriche brevi composte da due o tre versi. Ogni pagina invita a una riflessione, a riguardo riporto alcune “indicazioni” nella IV di copertina. Non è una poesia che giudica, ma redarguisce quando occorre, incoraggia a mettersi in gioco, con quel poco o tanto che si ha, come si è, senza finzioni né aspettative troppo grandi, gustando l’oggi, dando il meglio di sé. I versi si rivolgono al lettore come farebbe un amico sincero.

Quanto c’è della sua vita privata in queste poesie?
Molto. Ogni raccolta è un diario di quello che vivo ogni giorno: le persone che incontro, le sorprese, le prove, fatti che mi toccano. Una serie di riflessioni e memoriali.

C’è un filo conduttore che lega questi suoi versi?
Sì, la voce di una interiorità che non vuole tacere e torna sempre sull’unico tema: l’amore alla vita.

Da dove nasce l’idea del titolo “Vestito di caramella”?
È ripreso da una poesia all’interno della raccolta che si associa subito ai colori, alla dolcezza e che suscita curiosità. Dunque è l’essenza di una donna.

Come immagine di copertina c’è un suo disegno in acquerello, che cosa rappresenta?
Una ragazza di spalle con lo sguardo rivolto al cielo, mi piace pensarla piena di speranze, ridente, con questo fiocco ben sistemato sulla schiena che dà l’idea di un’enorme caramella.

Lei ha già pubblicato delle raccolte poetiche, quando ha iniziato ad appassionarsi alla scrittura?
Ho iniziato a scrivere a vent’anni, solo recentemente ho deciso di pubblicare i miei lavori.

Tra le sue tante poesie a quale è più legata e perché?
Non ce n’è una, sono tutte sono legate a me, comunque dovendone scegliere una per raccolta: “Il tempo che non basta” nel primo libro è il ricordo del tempo in cui i miei figli erano molto piccoli; nel secondo “Un punto di blu” un manifesto di me; in quest’ultimo “Desiderio e testamento” a pagina 143, mi commuove ogni volta che la leggo.

Lei è mamma di cinque figlie, di professione è agente immobiliare ed è impegnata nel sociale. Quando riesce a ritagliarsi dei momenti per scrivere?
Ogni momento è buono. Un pensiero mi balena in testa, una visione, un ricordo, una sfumatura che cattura la mia attenzione, e subito prendo appunti, normalmente sul telefono, pochi secondi, poi ci torno con calma a casa o in studio. È un’attività corroborante, non mi pesa, anzi, il fatto è che non posso proprio trattenermi, è per me una inesorabile impellenza. Come elettricità su fili di rame, spero che la poesia, correndo attraverso le parole illumini e scaldi il cuore del lettore: questo è il mio l’augurio.

 

Luigina Pezzoli: