“Il Libano è, e deve restare, un progetto di pace”, ha proseguito Francesco, che poi ha aggiunto ancora fuori testo: “Non dimentichiamo quello che un Papa ha detto: il Libano è un messaggio, e questo messaggio è un progetto di pace. La sua vocazione è di essere una terra dove comunità diverse convivono anteponendo il bene comune ai vantaggi particolari, dove religioni e confessioni differenti si incontrano in fraternità”. “Vorrei che ciascuno di voi sentisse, insieme al mio affetto, anche quello di tutta la Chiesa”, le parole del Papa ai presenti: “So che i vostri pastori, i religiosi e le religiose vi sono vicini: li ringrazio di cuore per quanto hanno fatto e continuano a fare. Non siete soli e non vi lasceremo soli, ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità concreta”. “In voi vedo la dignità della fede, la nobiltà della speranza”, il ringraziamento finale: “Come la dignità e la nobiltà del cedro, simbolo del vostro Paese! I cedri ci invitano ad alzare lo sguardo in alto, al Cielo: in Dio è la nostra speranza, quella che non delude. La nostra speranza non delude. La Vergine Maria, dal suo santuario di Harissa, vegli sempre su di voi e sul popolo libanese”.