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Sudan: “nuova epidemia di colera minaccia rifugiati e comunità sfollate nel contesto di guerra e inondazioni”

“Una nuova epidemia di colera minaccia i rifugiati e le comunità sfollate nel contesto della guerra e delle inondazioni in corso in Sudan”. L’allarme viene dalla rappresentante dell’Unhcr in Sudan, Kristine Hambrouck, al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. “Una nuova ondata di colera in Sudan, il secondo focolaio dall’inizio della guerra sedici mesi fa, sta minacciando le comunità sfollate in tutto il Paese”, secondo l’esponente dell’Agenzia Onu per i rifugiati. “Particolarmente preoccupante è la diffusione della malattia nelle aree che ospitano i rifugiati, soprattutto negli Stati di Kassala, Gedaref e Jazirah. Oltre ad ospitare rifugiati provenienti da altri Paesi, questi Stati ospitano anche migliaia di sfollati sudanesi che hanno cercato sicurezza dalle ostilità in corso”. Ad oggi, il numero cumulativo di casi di colera tra i rifugiati è di 119 in tre siti di rifugiati nello Stato di Kassala, come riportato dal ministero della Sanità del Sudan. “Tragicamente, cinque rifugiati sono morti dopo aver contratto la malattia”.
La recente epidemia di colera è riesplosa dopo diverse settimane di forti piogge e conseguenti inondazioni. I rischi sono aggravati dal perdurare del conflitto e dalle terribili condizioni umanitarie, tra cui il sovraffollamento nei campi. A ciò si aggiungono le infrastrutture sanitarie, idriche, igieniche e sanitarie sovraccariche, tutte pesantemente colpite dalla guerra. Oltre alla diffusione del colera, sono stati segnalati casi crescenti di malattie trasmesse dall’acqua, tra cui malaria e diarrea. “Insieme al ministero della Salute, all’Oms, all’Unicef e ai partner, l’Unhcr sta intensificando gli sforzi di prevenzione e risposta al colera. […] Si sta inoltre adoperando affinché i rifugiati siano inclusi nei piani di risposta nazionali”.
“Dall’inizio del conflitto in Sudan, oltre 10,3 milioni di persone sono state allontanate dalle loro case, rifugiandosi altrove in Sudan o nei Paesi vicini. Con una situazione umanitaria e un livello di finanziamenti già precari prima di quest’ultima epidemia di colera, i fondi sono disperatamente necessari per sostenere la fornitura di assistenza sanitaria e altri aiuti salvavita. Ciò include l’espansione dei centri di trattamento del colera e di altre strutture sanitarie, l’aumento del personale sanitario e delle scorte di liquidi endovenosi e di medicinali”.