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Settimana liturgica nazionale, mons. Lameri: “nell’assemblea Dio incontra e trasfigura i suoi figli”

 

“L’assemblea liturgica: dove Dio incontra e trasfigura i suoi figli”: è il tema che ha trattato ieri mons. Angelo Lameri (Pontificia Università Lateranense) alla 74ª  Settimana liturgica nazionale in corso a Modena, promossa dal Centro azione liturgica e ospitata dall’arcidiocesi di Modena-Nonantola.
“Il titolo affidato a questa relazione – ha osservato mons. Lameri – ne fornisce indirettamente lo schema. Tre termini lo caratterizzano, un sostantivo e due verbi: assemblea (liturgica), incontra/incontrare, trasfigura/trasfigurare”. Il termine assemblea, ha evidenziato il relatore, “è di impiego diffuso in molti ambiti della vita quotidiana e designa un gruppo di persone che si riuniscono per uno scopo comune, per una finalità condivisa. Nel nostro caso il sostantivo è però accompagnato dall’aggettivo liturgica, che connota in modo singolare questo riunirsi di persone”. Dopo aver ricordato che “non possiamo ignorare che sia nell’Antico, sia nel Nuovo Testamento troviamo assemblee”, mons. Lameri ha precisato che “la riscoperta dell’assemblea liturgica, in relazione al suo valore ecclesiologico, si riscontra nel contesto del movimento liturgico, in particolare nella seconda metà del secolo scorso”. Il relatore è passato poi ai due verbi: “Il dato della presenza di Cristo nell’assemblea radunata ci conduce nuovamente al titolo di questa relazione. In esso troviamo il verbo incontrare. Nell’assemblea liturgica si attua nell’oggi, per usare le parole della prima lettera di Giovanni, quell’incontro con il Verbo della vita che possiamo udire, vedere, toccare contemplare attraverso l’azione rituale nella quale Dio incontra il suo popolo. Giungiamo così al secondo verbo: trasfigurare. Nell’assemblea liturgica l’incontro con Dio non rimane senza effetto. L’azione liturgica è performante”.
Per mons. Lameri, “il termine assemblea”, nel contesto liturgico, deve “essere inteso come portatore di un particolare valore misterico. Ad avvalorare ulteriormente questa dimensione è il fatto che esso ricorre spesso in relazione alla celebrazione domenicale, come giorno per eccellenza dell’assemblea liturgica (Ccc, n. 1167), e in riferimento all’assemblea ‘delle creature celesti’ (Ogmr, n. 79b): la Chiesa infatti è la comunione dei Santi, ‘l’assemblea di tutti i Santi’ (Ccc, n. 946). Scrive a questo proposito Benedetto XVI che la bellezza della liturgia celeste deve riflettersi anche nelle nostre assemblee, proprio perché possa realizzarsi un’altra fondamentale dimensione della celebrazione, quella escatologica, che nella liturgia terrena ci fa pregustare quella celeste (Sc 8), che Cristo Signore, assumendo la natura umana, ha introdotto su questa terra, associando la comunità degli uomini al canto di lode eternamente innalzato nelle sedi celesti (Sc 83)”.