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Ius Scholae: mons. Pavanello (Adria-Rovigo), “aiuterebbe i ragazzi a sentirsi parte della comunità in cui vivono”

“Come ha osservato mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara e presidente della Fondazione Migrantes della Cei, la convergenza delle forze politiche su questa proposta di compromesso è un atto di intelligenza culturale, politica e sociale; lavorare insieme su questo obiettivo è una grande opportunità per valorizzare un capitale umano di studenti e famiglie”. In sintonia con il pensiero di papa Francesco e dell’episcopato italiano anche il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello, esprime un giudizio positivo sulla proposta, avanzata dal leader di uno dei partiti della maggioranza di governo, di concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri dopo il compimento di un ciclo di studi di dieci anni (il cosiddetto “ius scholae”). “La concessione della cittadinanza a ragazzi che frequentano le nostre scuole e fanno già parte della nostra società è sensato per almeno tre ragioni”, spiega in una nota: “In primo luogo li aiuterebbe a sentirsi parte della comunità in cui vivono, che con la cittadinanza riconosce loro dei diritti ma chiede anche il rispetto di doveri importanti. In secondo luogo serve all’Italia, Paese che soffre una gravissima crisi demografica: senza l’apporto dei flussi migratori, come ha osservato recentemente il governatore della Banca d’Italia, difficilmente il nostro Paese potrà conservare l’attuale livello di sviluppo. Infine perché una decisione a favore dello ius scholae condivisa dalle forze politiche di maggioranza e opposizione sarebbe un segnale forte contro il sempre risorgente razzismo, che in contrasto con la nostra Costituzione corrode la convivenza sociale”.

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