SPINETOLI – “Seppure in un’occasione tragica, ho il piacere di accogliere la comunità cristiana evangelica di San Benedetto del Tronto. Siamo qui tutti insieme per salutare un bambino che è figlio non solo dei suoi genitori, ma di tutti noi. I bambini, infatti, di qualsiasi nazionalità o fede religiosa, sono tutti figli nostri!”. – È con queste le parole, pronunciate dal parroco don Giorgio Del Vecchio con toni pacati ma convinti, che si è aperta la Celebrazione Ecumenica con cui si è svolto oggi pomeriggio, Venerdì 30 Agosto 2024, alle ore 15:00, presso la chiesa San Pio X in Spinetoli, il funerale del piccolo Gbadebo Oluwaseun Tobi Gavin, il bambino di tre anni e di origini nigeriane che è morto Domenica scorsa in circostanze tragiche, annegando in un canale d’irrigazione nelle campagne della Città marchigiana.
Sebbene la famiglia del piccolo Tobi si sia trasferita da poco a Spinetoli, la comunità non ha fatto mancare ai familiari la solidarietà in questo momento di grande lutto. Come riferito dal parroco, infatti, “durante le giornate di ieri e di oggi, la comunità locale non ha mai lasciato solo il piccolo Tobi, alternandosi, quasi in una staffetta ideale, sui banchi dell’edificio sacro”, costruito nel 1968, “che ha ospitato la bara del piccolo in un silenzio composto, interrotto solo dalle preghiere dei fedeli”. Una comunità partecipe, dunque, che si è resa presente anche al funerale attraverso alcuni rappresentanti, a partire dalle autorità civili e militari locali: il primo cittadino di Spinetoli, Alessandro Luciani; il vicecomandante della locale Stazione dei Carabinieri, il maresciallo Andrea Salvatore; l’agente della Polizia Locale Fabio Bosica.
Ma la solidarietà dei cittadini non si è fermata a questo, bensì è andata bel oltre. Le due comunità religiose, cattolica ed evangelica, infatti, avevano deciso di pagare le spese funebri, alleggerendo almeno economicamente il peso di questa tragedia alla famiglia; invece stamattina l’azienda di pompe funebri incaricata di occuparsi delle esequie, ha fatto sapere che un benefattore ha già saldato il conto. Un gesto ancora più bello e nobile, considerando la volontà del benefattore di mantenere l’anonimato.
Nel rispetto delle diverse sensibilità cristiane del papà Ezekiel e della mamma Ese, il funerale del piccolo Tobi è stato celebrato secondo il rito misto cattolico – evangelico ed è stato guidato dal parroco della locale Chiesa Cattolica, don Giorgio Del Vecchio, e dal pastore della Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio in Italia di San Benedetto del Tronto, Angelo Bleve.
La celebrazione pertanto è stata animata dal coro della comunità evangelica, mentre l’atto penitenziale è stato svolto secondo il rito cattolico. La liturgia della Parola invece si è divisa in due momenti.
Dapprima il pastore Angelo Bleve ha ringraziato il vescovo Gianpiero Palmieri per aver permesso questa celebrazione ecumenica e poi ha commentato il noto passo dall’Antico Testamento riguardante la morte del figlio di Davide: “Il nostro desiderio oggi è di legarci a Dio. Spesso infatti ci sentiamo cristiani per il solo fatto di aver ricevuto i Sacramenti, ma poi ci dimentichiamo di Lui. Davide, invece, aveva il desiderio di abitare nella casa di Dio. Solo Lui, infatti, solo il Signore, può dare – anche se non so in che modo – una consolazione al vostro e al nostro dolore”.
A seguire, il parroco don Giorgio Del Vecchio ha invece letto il celebre passo del Nuovo Testamento, tratto dal Vangelo di Marco, in cui Gesù dice “Lasciate che i bambini vengano a me!“. Parole che nel contesto funebre hanno assunto un significato carico di emozione e commozione. Questo il commento di don Giorgio: “Questa seppur tragica circostanza ci ha dato modo di vivere una fratellanza ed una comunione inusuali. Questa chiesa è di tutti e mi piace questo Vangelo perché racconta che i bambini vengono portati a Gesù, perchè li tocchi. Quel segno di croce che noi sacerdoti facciamo sulla fronte dei bambini durante il Battesimo è il bacio di Dio Padre che si fa presente. Perchè allora nel Vangelo viene detto che alcuni non vogliono che i bambini si avvicinino a Gesù? Perché all’epoca i bambini non avevano valore, proprio come le donne; l’unico che aveva potere era l’uomo. Gesù, invece, vuole toccare i bambini, guardarli negli occhi e conoscerli, per creare con loro una relazione d’amore. Anche noi abbiamo bisogno di una relazione vera con Gesù, che non si fermi ai chiodi della Croce, bensì si spinga fino alla Luce del Risorto. Mi piace pensare che, quando si è trovato in quelle acque terribili ed abbia chiesto aiuto, Tobi sia stato raggiunto da quel tocco del Signore e che, anche in questo momento, sia stretto e al sicuro tra le Sue braccia”.
Al termine della Liturgia della Parola, si è dato spazio alle preghiere spontanee dei fedeli, che hanno invocato il Signore affinché “lenisca il dolore dei genitori” e “abbatta i muri che gli uomini hanno creato”.
Anche il sindaco Alessandro Luciani, dopo aver portato il cordoglio del prefetto, ha voluto dare un saluto al piccolo Tobi in rappresentanza di tutta la cittadinanza: “Voglio far sentire ai familiari la nostra vicinanza e voglio ringraziare tutti i cittadini di Spinetoli che in queste ore si sono prodigati, in vari modi, per dare sostegno economico e morale ai genitori di Tobi. In particolare voglio ringraziare il nostro concittadino Paolo per essersi calato verso il bambino ed averlo subito estratto dal canale nel tentativo di rianimare il piccolo”.
Dopo aver pregato tutti insieme il Padre Nostro, la celebrazione ecumenica si è conclusa con un canto. Poi la piccola bara in legno bianco è stata trasportata a spalla fuori dalla chiesa, dove i presenti si sono stretti in un ultimo abbraccio intorno ai familiari e il parroco don Giorgio ha fatto volare in cielo tre palloncini bianchi.
Il piccolo Tobi, salutato da un lungo e commosso applauso, lascia non solo il papà Ezekiel e la mamma Ese, in dolce attesa del secondogenito, ma anche un’intera comunità che lo piange con grande partecipazione e che, come ha detto don Giorgio, è chiamata ora a stringersi attorno al dolore dei genitori con atti concreti, “rompendo quel muro invisibile che si crea tra le persone e fornendo a questa giovane famiglia una locazione onesta in un luogo sicuro e dignitoso”.