Di Paolo Morocutti

L’espressione “non abbandonarci alla tentazione” nel Padre Nostro, nella versione italiana del testo, rappresenta una preghiera in cui si chiede a Dio di non lasciarci cadere nelle tentazioni e di proteggerci dal peccato. La richiesta è che Dio ci guidi e ci dia la forza di resistere alle tentazioni che incontriamo nella nostra vita quotidiana, aiutandoci a scegliere il bene e a evitare il male. Questa frase ha suscitato diverse interpretazioni teologiche. Una delle interpretazioni principali è che non si chiede a Dio di evitare che siamo tentati, poiché la tentazione è parte della condizione umana, ma piuttosto di non permettere che queste tentazioni ci sopraffacciano, di darci la grazia necessaria per superarle. Nel 2017, Papa Francesco ha approvato una modifica della traduzione italiana del Padre Nostro, sostituendo “non indurci in tentazione” con “non abbandonarci alla tentazione” per chiarire meglio il significato. Questo cambiamento è stato fatto per evitare l’idea che Dio possa “indurre” qualcuno in tentazione, concetto che non sarebbe coerente con la bontà e la misericordia di Dio. La frase “non ci indurre in tentazione” nella versione precedente del Padre Nostro era una traduzione letterale del testo greco originale del Vangelo di Matteo (6,13). La traduzione latina della Vulgata, “et ne nos inducas in tentationem”, rifletteva lo stesso significato. La frase “non ci indurre in tentazione” era una traduzione piuttosto letterale dell’originale greco e latino. Il verbo “indurre” (dal latino “inducere”) trasmette l’idea di essere condotti o portati in una situazione, in questo caso, la tentazione.

Per secoli, questa è stata la versione accettata e recitata dai fedeli, anche se il significato preciso poteva essere fonte di fraintendimenti. La formulazione “non ci indurre in tentazione” poteva essere interpretata come se Dio fosse in qualche modo responsabile di condurre le persone verso la tentazione o il peccato. Questo, però, è teologicamente problematico, perché non sarebbe coerente con la natura di Dio come fonte di bene e guida verso il bene. La nuova traduzione “non abbandonarci alla tentazione” è stata scelta per esprimere meglio il significato del testo originale, ovvero chiedere a Dio di non permettere che la tentazione ci sopraffaccia e di non lasciarci soli di fronte alle prove. Questo riflette una comprensione più chiara del fatto che Dio ci sostiene nelle difficoltà e ci dà la forza per resistere alle tentazioni. Papa Francesco e altri teologi hanno sottolineato l’importanza di una traduzione che rispecchi fedelmente il messaggio cristiano, evitando ambiguità che possano confondere i fedeli. Il cambiamento, quindi, è stato fatto per riflettere una comprensione più accurata e teologicamente corretta del messaggio della preghiera, mantenendo fede allo spirito originale del testo ma con una formulazione che fosse più chiara e comprensibile per i fedeli di oggi.

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9 commenti

  • Giacomo Tripodi
    03/11/2024 alle 09:27

    convincente! cosa a proposito di "sed libera nos a malo " (oppure "a Malo "? grazie!

  • Mammoliti Salvatore Remigio
    14/11/2024 alle 11:32

    perché la nuova formulazione è "non abbandonarci alla tentazione" anziché:"non abbandonarci nella tentazione"?

  • Marco Fulvio Barontini
    21/11/2024 alle 04:44

    non mi piacerà mai la modifica che hanno fatto! E forse Lassù non piacerà nemmeno a Qualcuno!!! io sono un musicista e ritengo come attinenza Bach...come se qualcuno modificasse una sua arte della fuga, che lui era un grande artista in questo!! Ed assai rischioso per chi prese questa iniziativa!!!

  • riccardo ingallina
    28/12/2024 alle 06:56

    invece di"non abbandonarci..."che indica quasi una trascuratezza di Dio meglio "fai che non ci si indichi in tentazione "E più da Nostro Padre. GRAZIE

  • girolamo onda
    01/01/2025 alle 10:17

    meglio: e piu' lineare: -i "....liberaci dal male e dalle tentazioni...." -

  • Sortino Mario
    05/01/2025 alle 23:29

    la preghiera originale che ci ha lasciato Gesù, che è anche il nostro Dio, non doveva essere cambiata poiché Dio ha dato all'uomo la libera arbitrarietà nel senso che lui ci lascia liberi di scegliere, il "non indurci in tentazione" significa che lascia a noi la scelta fra il bene e il male. non dobbiamo Dire a Dio "non abbandonarci alla tentazione" ... Dio non ci abbandona mai ma ci mette alla prova.

  • Silvia Cervellati
    10/01/2025 alle 08:32

    Non mi piace per niente la modifica apportata al Padre Nostro e, mi spiace per loro, continuerò a recitarlo alla vecchia maniera che, son sicura, Dio non fraintenderà come mai ho frainteso io, fin dagli anni più verdi. Ma è mai possibile che un credente, uno vero, abbia meno dubbi di quanti non ne abbia la Chiesa, su certe cose? Cambino le cose serie, invece, apportando modifiche significative al modo di vedere la condizione umana nella sua interezza concedendo comprensione, pietà, misericordia, guida, e tutte quelle belle cose di cui parlano continuamente, ma che non trovano applicazione da parte loro, nella realtà!

  • ENZO RONCORONI
    12/01/2025 alle 17:09

    IL MALE E' IL NON BENE.E NON E' TRASCENDENTE. L'ESSERE TRASCENDENTE E' SOLO DIO ,E COME TALE E UNICO E' ANCHE CONSENZIENTE CHE AVVENGA IL NON BENE AVENDOCI DATO IL LIBERO ARBITRIO . LA CAPACITA' DI SCEGLIERE QUALE DECISIONE ASSUMERE E' NOSTRA E COSI' PURE QUALE COMPORTAMENTO ASSUMERE VERSO NOI ,ILNOSTRO PROSSIMO ED IL MONDO CHE CI CIRCONDA. SI SCEGLIE IN REALTA' SOLO CONOSCENDO, COSA CHE COMPLETAMENTE NON PUO' AVVENIRE.QUINDI NON CI RESTA CHE AFFIDARCI ALLA FEDE ,CERCANDO DI NON LASCIARCI ACCECARE DAI NOSTRI DIFETTI E SEGUIRE I SUOI COMANDAMENTI.

  • isabelle triolo
    08/03/2025 alle 22:14

    jesus figlio di Dio ci insegna ogni giorno ad amarci con la preghiera e il raccoglimento . Mentre le parole sono l'espressione , la fede è la vera manifestazione del regno di Dio. Il Padre Nostro potrà cambiare espressione nei secoli futuri ma non il valore della sua accezione....

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