Incontrando il clero nella cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione di Giacarta, il Papa ha scelto le parole della poetessa polacca Wanda Szymborska per spiegare cosa significa essere fratelli. “Non ci sono due gocce d’acqua uguali l’una all’altra, né ci sono due fratelli, nemmeno gemelli, completamente identici”, ha commentato: “Vivere la fraternità, allora, vuol dire accogliersi a vicenda riconoscendosi uguali nella diversità”. “Anche questo è un valore caro alla tradizione della Chiesa indonesiana, che si manifesta nell’apertura con cui essa si relaziona alle varie realtà che la compongono e la circondano, a livello culturale, etnico, sociale e religioso, valorizzando l’apporto di tutti e donando generosamente il suo in ogni contesto”, l’omaggio di Francesco, che ha ribadito come “annunciare il Vangelo non vuol dire imporre o contrapporre la propria fede a quella degli altri, non vuol dire fare proselitismo, ma donare e condividere la gioia dell’incontro con Cristo, sempre con grande rispetto e affetto fraterno per chiunque”. Poi l’invito a “mantenervi sempre così: aperti e amici di tutti, mano nella mano, profeti di comunione, in un mondo dove sembra invece stia crescendo sempre più la tendenza a dividersi, imporsi e provocarsi a vicenda”. “Voi sapete chi è la persona più importante del mondo che fa le più importanti divisioni, il grande divisore?”, ha chiesto il Papa a braccio: “È il diavolo, state attenti!”. Infine Francesco, sottolineando l’importanza di “arrivare a tutti”, ha paragonato la fraternità allo “spettacolo meraviglioso”, nel grande arcipelago indonesiano, di “migliaia di ponti del cuore che uniscono tutte le isole, e ancora di più a milioni di tali ponti che uniscono tutte le persone che vi abitano”.