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FOTO Colonnella, il vescovo Gianpiero ai cresimandi: “Anche tu puoi fare della tua vita un dono d’amore”

COLONNELLA – È stata una Domenica caratterizzata da grande gioia e partecipazione quella vissuta dai fedeli di Colonnella lo scorso 8 Settembre 2024, durante la Messa celebrata alle ore 11:00 presso la chiesa San Cipriano. Due i motivi di tanto gaudio: non solo, infatti, venticinque giovani hanno ricevuto il Sacramento della Cresima, ma la comunità ha anche accolto per la prima volta in parrocchia l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, da poco più di due mesi nuovo vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, di cui la cittadina abruzzese fa parte.

Dopo il caloroso applauso dei fedeli al nuovo vescovo, il parroco don Dino Straccia ha dato il benvenuto a mons. Palmieri con queste parole: “La comunità cristiana di Colonnella accoglie il vescovo, sua Eccellenza mons. Gianpiero Palmieri, che ringrazia per la sua presenza e la sua disponibilità.  Desidera pregare per questi cresimandi, affinché lo Spirito Santo – Spirito di Sapienza e di Intelletto, Spirito di Consiglio e di Fortezza, Spirito di Scienza, di Pietà e di Timor di Dio – doni a loro, ogni giorno, la forza di seguire Gesù nella preghiera, nel perdono e nell’amore verso Dio e verso il prossimo”.

La Messa, presieduta dal vescovo Gianpiero, è stata concelebrata dal parroco don Dino, dal diacono Domenico Maria Feliciani e da tutto il popolo di Dio presente che, essendo intervenuto numeroso, ha occupato non solo l’unica ed ampia navata della chiesa, ma anche parte del piazzale antistante l’edificio sacro. La celebrazione, inoltre, è stata animata dai cori riuniti delle comunità di San Cipriano e San Giovanni Evangelista, diretti dal M° Ermanno Torzolini ed accompagnati all’organo dalla M° Elga Vagnoni.

Durante l’omelia, appassionata e tutta dedicata ai giovani cresimandi, il vescovo Gianpiero ha dapprima spiegato il significato profondo del Sacramento della Cresima e come lo Spirito Santo agisca dentro di noi, liberandoci da paure e tentazioni: “Quella di oggi è la conferma di un dono, quello dello Spirito Santo, che è Dio dentro di voi. Tante religioni, non solo quella cristiana, sanno che nel cuore di ogni uomo Dio abita. Questa è una bellissima notizia! Quando noi pensiamo infatti al nostro mondo interiore, pensiamo che ci siano i nostri sentimenti, i nostri pensieri, la nostra memoria, e, se andiamo da uno psicoterapeuta, scopriamo che ci sono anche i nostri drammi, le nostre zone buie. Tutto vero! Ma, più profondo in noi stessi, c’è anche Dio, lo Spirito Santo. Non c’è cuore d’uomo in cui lo Spirito Santo non agisca. Anche negli uomini atei, che ci credano o no, c’è Dio. E da quando c’è? Da sempre, da quando siamo al mondo. Con il Battesimo poi siamo stati immersi nello Spirito Santo ed è avvenuta una cosa prodigiosa: siamo diventati un solo corpo con Gesù e con tutta la Chiesa, siamo stati innestati con Gesù come il tralcio alla vite. È come se Gesù Risorto ci avesse detto: ‘Ora tu sei in me. E lo sei non da solo, ma insieme a tutti gli altri’. Questo ha fatto lo Spirito Santo con il Battesimo e questo andrà a fare anche oggi: ecco perché la Cresima si chiama anche Confermazione, perché andate a confermare questo dono già ricevuto nel Battesimo, come un sigillo che non va più via. E lo Spirito Santo, che è dentro di noi, ci dice: ‘Tu sei mio figlio’. Questo è molto importante, perché purtroppo qualche volta dentro di te ci saranno brutti pensieri e dirai: ‘Non c’è nessun Dio. Nessun Dio mi ha messo al mondo per amore. Nessun Dio mi ha apprezzato ed amato da sempre. La mia vita non ha senso. Forse non valgo niente. Forse sono solo un fallito’. Non mi dite, ragazzi, che questi pensieri non li avete, perché so che invece molti giovani come voi ce li hanno. Tra le rinunce che farete tra poco durante la professione di fede, la terza riguarda Satana, che in ebraico significa l’accusatore, quello che ci punta il dito e dice: ‘Non vali niente. Sei nessuno. Non sei figlio di Dio. Non c’è nessun Dio. Sei frutto del caso e quindi non ha senso la tua vita, perché non c’è una risposta al perché sei al mondo’. Questo è l’accusatore, il tentatore, che, dopo averci fatto questo discorsetto, aggiunge: ‘Che campi a fare?’. E così ci ha distrutto dentro. Oggi invece il dono dello Spirito Santo conferma la sua presenza dentro di te e ti ricorderà, fino all’ultimo dei giorni, anche quando penserai di non valere niente, che sei figlio di Dio, che ti ha creato per amore e che continua ad amarti. E, se lo ascolterai, non avrai mai il cedimento di dire che non vali niente o che sei solo“.

Mons. Palmieri ha poi proseguito, ricordando il gesto che viene fatto durante il rito del Battesimo e ripetuto anche in quello della Cresima, e ne ha spiegato il significato, calandolo nella vita di tutti i giorni: “Quando siete stati battezzati, il prete ha preso un po’ di olio misto a profumo, che si chiama crisma, con il quale vi ha fatto un segno di croce sulla fronte e vi ha detto: ‘Tu sei mio figlio – dice Dio – tu sei sacerdote, re e profeta’. Lo stesso gesto faremo anche oggi. Ci sarebbe da passarci una giornata per spiegare bene le implicazioni di questa frase, ma cerchiamo di riassumere in breve.
Tu sei re. Non è vero che sei condannato a dipendere dagli altri. Tu sei protagonista della tua vita e della vita dell’ambiente in cui stai. Quindi nessun rapporto tossico, nessuna dipendenza che ti toglie il respiro. Tu sei re e, se ti vuoi bene e vuoi bene alla vita, non ci devi stare.
Tu sei profeta. Il Vangelo di oggi parla proprio di questo. Al pagano, che gli va incontro e che è sordo e balbuziente, Gesù gli tocca l’orecchio e le labbra e gli dice ‘Apriti!’, un gesto che anche voi avete ricevuto nel giorno del Battesimo. Allora lo Spirito Santo ci dice che non solo sei re, ma anche profeta, come Isaia, Geremia, Daniele, ascolti la Parola di Dio e la dici agli altri. Quando aiuti qualcuno che sta male, quando difendi uno che ha bisogno di giustizia, tu sei profeta: puoi parlargli e dirgli cose belle, cose che sanno di verità, bellezza e giustizia.
Tu sei sacerdote. Tutti lo siamo in virtù del Battesimo. Cosa significa? Al tempo di Gesù i sacerdoti offrivano gli animali, ma è una cosa che a Gesù non è mai piaciuta. Egli infatti non offre animali, ma offre la sua vita. Ecco perché viene definito sommo sacerdote, perché offre la sua vita per amore. Anche tu, come Gesù, puoi amare, puoi offrire la tua vita per amore, puoi fare della tua vita un dono d’amore per la tua famiglia, per tuo figlio, per la tua sposa, per i tuoi amici, per la tua comunità, per il tuo paese, per la tua parrocchia.
Allora permettetemi di dire che, vista in quest’ottica, fare la Cresima è fichissimo! Perché Dio ti conferma: Non temere! Tu sei mio figlio! Sei re, profeta e sacerdote. Non permettere a nessuno di dire che sei meno di questo!“.

Tanti i momenti carichi di emozione, come ad esempio la preghiera dei ragazzi per una coppia di fratelli che avrebbero dovuto ricevere la Cresima, ma che, a causa di un problema di salute del papà, non hanno vissuto la gioia del Sacramento. I giovani cresimandi hanno anche pregato per papa Francesco, per mons. Gianpiero e per don Dino, “affinché siano sempre animati da zelo e fiducia nella loro missione pastorale”, e per la comunità locale, “affinché non resti isolata e chiusa, bensì sappia riconoscere i doni ricevuti e sappia metterli a frutto, creando occasioni di incontro e di confronto in cui crescere reciprocamente nella fede e nella vita, senza litigi o invidie, bensì – come dice San Paolo – gareggiando nell’amore”.

Dopo i riti di Comunione e prima della benedizione finale, una delle catechiste che ha preparato i ragazzi e le ragazze a ricevere il Sacramento della Cresima, Gioietta Di Blasio, ha letto loro, a nome anche dell’altra catechista Valentina Iannone, una lunga lettera di cui riportiamo solo l’augurio finale: “In questi lunghi otto anni abbiamo scoperto che vale la pena camminare insieme, perché le delusioni, le difficoltà e le paure – se condivise – sembrano più leggere, così come le gioie, le soddisfazioni e la fiducia, che – se condivise – raddoppiano. Da qui in poi percorrerete sentieri sconosciuti e incontrerete persone nuove. Non dimenticate mai di trascurare l’amicizia. Prima di tutto quella con Dio, partecipando all’Eucaristia domenicale ed ascoltando la Parola, quindi restando in Lui come i tralci con la vite. Poi l’amicizia con chiunque incontrerete lungo il cammino, spargendo semi di pace, quali la fiducia, l’accoglienza e l’amore verso tutti“.

Al termine della Messa il parroco don Dino ha effettuato alcuni ringraziamenti, tra i quali, in particolare, quello alla parrocchiana Gioietta Di Blasio, che, dopo oltre trent’anni di servizio come catechista, passa il testimone ai collaboratori più giovani. “Ringrazio la nostra cara Gioietta – ha detto don Dino -, che tanto ha fatto per la comunità in questi lunghi trent’anni. A lei vanno la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine“.

La celebrazione si è conclusa tra gli applausi dell’assemblea e il canto dei cori parrocchiali riuniti, segno di partecipazione alla gioia dei ragazzi, mentre ai nuovi cresimati veniva scattata la consueta foto di rito sull’altare.

 

 

 

 

 

Carletta Di Blasio: