(Foto Vatican Media/SIR)

“Oggi, questo luogo di Tasi Tolu è di nuovo l’epicentro di un evento storico per il popolo timorese”. Lo ha detto il card. Virgílio Carmo da Silva, arcivescovo di Dili e pro-presidente della Conferenza Episcopale di Timor-Leste, ringraziando il Papa al termine della messa nella spianata di Taci Tolu. “Dopo la visita del Papa San Giovanni Paolo II nel 1989, “con la quale si è segnato il passo decisivo per il nostro processo di autodeterminazione”, la presenza di Papa Francesco “contrassegna un passo fondamentale nel processo di costruzione del Paese, della sua identità e cultura”, ha proseguito il cardinale: “La sua presenza paterna in questa benedetta terra è segno della vicinanza di Dio ai semplici, ai poveri, agli umili e agli emarginati. La prossimità, lo sguardo compassionevole, l’amore e l’attenzione verso questa terra, ormai quasi persa nel panorama mondiale, indica che il Santo Padre è esempio di un leader con cuore di padre”. “Timor è un piccolo Paese, un’isola lontana, però la sua gente semplice vive l’originalità della fede in Gesù Cristo”, ha assicurato il porporato: “L’isola di Timor era conosciuta, in passato, come l’isola del sandalo. Il profumo del sandalo vi ha attirato esploratori e navigatori. Tuttavia, a un certo punto della storia, questo profumo di sandalo si è incrociato con quello del Vangelo. E con l’impegno continuo dei missionari, il profumo del Vangelo si diffuse in tutto il territorio ed è rimasto fino ad oggi”. “La Chiesa cattolica in Timor svolge la sua missione di essere la voce e la speranza dei poveri e dei più bisognosi”, ha spiegato il card. Carmo da Silva: “Tramite un lavoro costante e una cooperazione reciproca tra lo Stato e la Chiesa timorese, nel processo di costruzione dello Stato e di affermazione dell’identità, abbiamo bisogno di ascoltare attentamente il grido dei poveri e degli emarginati”.

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