(Foto ANSA/SIR)

Di Doriano Vincenzo De Luca

Napoli, città di contrasti profondi e di storia complessa, si trova nuovamente al centro del dibattito pubblico riguardo alle sue sfide urbanistiche. Questa discussione è stata intensificata dal tragico crollo, avvenuto lo scorso 22 luglio, di un ballatoio in uno dei tre edifici restanti del complesso delle Vele di Scampia, evento che ha causato la morte di tre persone e numerosi feriti. In risposta a questa situazione critica, il sindaco Gaetano Manfredi ha firmato due ordinanze di sgombero “ad horas” della Vela Gialla e della Vela Rossa, edifici per i quali era già previsto l’abbattimento, giustificando le decisioni con motivi di sicurezza e il rischio per la pubblica e privata incolumità. Questo intervento, definito “opportuno e necessario”, evidenzia l’urgenza di affrontare il degrado urbano e la sicurezza abitativa non solo come misure emergenziali, ma come opportunità per avviare un processo di trasformazione urbana.

Scampia è un quartiere che porta con sé il peso di una storia difficile, caratterizzato da politiche abitative fallimentari e da una marginalizzazione sociale che ha contribuito a creare una forte stigmatizzazione.

Tuttavia, è anche un luogo dove si intravedono segnali di speranza e cambiamento. Il progetto “Restart Scampia”, finanziato con 27 milioni di euro, rappresenta un passo significativo verso la riqualificazione del quartiere. L’abbattimento delle Vele Gialla e Rossa, insieme alla ristrutturazione della Vela Celeste, è finalizzato a riconfigurare l’area, creando nuovi alloggi energeticamente autosufficienti e infrastrutture moderne al servizio della comunità. Questi interventi, che vanno oltre la semplice dimensione fisica dell’ambiente, mirano a innescare un cambiamento sociale profondo.
La creazione di spazi pubblici e servizi essenziali è cruciale per incentivare la coesione sociale e migliorare la qualità della vita degli abitanti. Dal punto di vista sociologico, è fondamentale comprendere che la riqualificazione urbana non può prescindere da un coinvolgimento attivo dei residenti nel processo decisionale. La sfida principale è garantire una transizione che rispetti i diritti degli attuali abitanti e che li coinvolga attivamente nel programma di rinascita del quartiere. È indispensabile che tale riqualificazione venga accompagnata da politiche sociali efficaci, evitando che le dinamiche di gentrificazione portino a nuove forme di esclusione.

Un aspetto importante da considerare è la necessità di integrare l’educazione e la formazione professionale nei progetti di riqualificazione.

Creare opportunità di lavoro e percorsi formativi per i giovani del quartiere non solo aiuta a contrastare la disoccupazione, ma favorisce anche un senso di appartenenza e responsabilità verso la comunità. Progetti di lavoro comunitario, che coinvolgono i residenti nella manutenzione e nella gestione degli spazi pubblici, possono contribuire a costruire un’identità collettiva e a prevenire l’abbandono di questi spazi.
Inoltre, l’implementazione di una governance partecipativa, che includa non solo le autorità locali, ma anche i cittadini, le parrocchie e le associazioni in un dialogo costante, è essenziale per garantire che le politiche siano realmente rispondenti ai bisogni della comunità. Tale approccio non solo promuove la trasparenza, ma anche la fiducia tra i cittadini e le istituzioni, elemento cruciale in contesti storicamente segnati da sfiducia e marginalizzazione.
È anche importante considerare il ruolo dei mezzi di trasporto e della mobilità sostenibile nella riqualificazione urbana. L’accessibilità è un fattore chiave per il successo di qualsiasi progetto di rigenerazione: migliorare i collegamenti pubblici e promuovere forme di mobilità alternativa, come il biking e il walking, possono rendere il quartiere più attrattivo e integrato con il resto della città. Questi interventi potrebbero anche contribuire a ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita.

L’operazione di riqualificazione delle Vele, pertanto, non deve essere vista solo come un progetto edilizio, ma come una possibilità per ridefinire l’identità di Scampia e di Napoli stessa. Se gestita con attenzione e lungimiranza, questo processo potrebbe diventare un modello di rigenerazione urbana da seguire in altre parti d’Italia e del mondo.

Attraverso un approccio integrato e multidimensionale, Napoli può non solo affrontare le sue sfide urbane, ma anche diventare un esempio di resilienza e innovazione. Le aspettative sono alte e solo un impegno concreto e responsabile delle istituzioni potrà trasformarle in realtà, contribuendo a costruire una città che non solo rispetti il passato, ma abbracci un futuro di inclusione e sviluppo sostenibile.

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