OFFIDA – « Nei giorni scorsi le Equipe di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato delle due Diocesi del Piceno si sono incontrate ad Offida per proseguire insieme il lavoro che abbiamo avviato da circa 10 anni.

Un appuntamento molto importante che ci ha permesso di confrontarci, anche a seguito dell’esperienza vissuta a Trieste per le Settimane Sociali, e di mettere in cantiere tante iniziative per il nuovo anno pastorale. Abbiamo avuto modo anche di iniziare a progettare diversi appuntamenti in preparazione del Giubileo del 2025». Con queste parole il direttore dell’Ufficio Diocesano di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Franco Veccia, ci presenta l’incontro che si è tenuto a Offida la scorsa settimana e che ha registrato la partecipazione anche del vescovo Gianpiero Palmieri.

Il pomeriggio si è aperto con la visita al museo Aldo Sergiacomi, guidata da Sonia Palermo, responsabile dell’Area Educazione della Fondazione “Lavoroperlapersona”, ente del terzo settore senza scopo di lucro che gestisce la struttura.

Il museo, che prima ospitava i locali del laboratorio appartenuto allo scultore offidano, è stata ora ampliata con altre stanze contigue per un totale di nove sale ed è stata recentemente ristrutturata dalla signora Licia Antimiani, vedova dello scultore, e trasformata in museo.

Sergiacomi, allievo in Offida della Scuola di Disegno Applicato alle Arti diretta dal prof. Leoni, aveva perfezionato l’arte di scultore alla Scuola d’Arte di via S. Giacomo in Roma, allievo fra gli altri di Angelo Zanelli, autore del grande fregio dell’Altare della Patria, al cui stile rimase sempre fedele.

Sonia Palermo dichiara: «All’interno del museo viviamo il  lavoro del team della Fondazione, circondati dalle opere di Aldo Sergiacomi. Le opere sono visitabili con una semplice richiesta attraverso una mail a: info@lavoroperlapersona.it. Lavoroperlapersona, all’interno di questo luogo, incontra quanti abbiano voglia di approfondire quello che è il senso del lavoro, i suoi valori e anche le difficoltà e i grandi cambiamenti che il lavoro sta vivendo. Le attività della Fondazione sono concentrate sulla ricerca, sulla promozione culturale, sull’educazione e sulla formazione. Crediamo fortemente che il lavoro sia espressione della persona e che sia necessario far rifiorire l’umano nel lavoro e nell’economia».

Il pomeriggio è proseguito con un momento conviviale e l’incontro con il vescovo Gianpiero Palmieri. Il presule, in apertura dei lavori, che hanno registrato la partecipazione dei componenti di entrambi gli Uffici Pastorali, ma anche di diverse realtà sensibili a queste tematiche, ha affermato: «Siamo in una fase di progettazione del cammino dei due Uffici di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato. Dobbiamo cercare sempre di più di essere a servizio di entrambe le Diocesi. In questi mesi ci aspettano diversi appuntamenti importanti e sarà bello organizzarli insieme».

Durante l’incontro sono stati riaffermati i punti emersi a Trieste e in particolare:

  1. Valorizzare le ricchezze che già ci sono e le competenze delle Diocesi: non siamo all’anno zero.
  2. Dialogare con gli enti territoriali: la partecipazione non è ad intra, ma con scuole, università, istituzioni, associazioni. Costruire connessioni ed essere capaci di fare rete.
  3. Rafforzare i percorsi di formazione socio-politica, anche con il metodo emerso a Trieste.
  4. Proporre settimane sociali ridotte nei territori, interdiocesane, zonali, a misura delle dimensioni.
  5. Promuovere assemblee di cittadini su problemi sentiti riguardanti il territorio; favorire l’incontro con i cattolici impegnati in politica.
  6. Avere sempre come bussola della formazione la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC); siamo nel decennio della Laudato si’, un patrimonio a cui attingere.
  7. Organizzare momenti residenziali per giovani e non solo, in cui la relazione sia al centro della proposta.

L’incontro è proseguito con un confronto e con la distribuzione dei diversi incarichi che porterà piccole equipe a sviluppare un percorso per la realizzazione dei progetti in cantiere.

Don Giuseppe Capecci, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato della Diocesi di Ascoli Piceno, dichiara: «Le nostre Diocesi vivono problematiche molto simili, anche se diverse sono a volte le situazioni. Questo lavoro fatto insieme oggi c’è, lo ritroviamo nel percorso di unità delle due Diocesi in persona episcopi, che è un percorso che si è avviato da poco e noi cerchiamo di dare il nostro contributo. Quando si lavora in gruppo, a volte, le tempistiche per decidere possono essere più lunghe, perché chiaramente bisogna ascoltarsi, però il risultato è sicuramente molto più fruttuoso, cioè porta più frutti. Al momento abbiamo formato gruppi di lavoro per sviluppare iniziative anche durante l’Anno Santo del 2025».

«Sicuramente in questo nostro percorso – prosegue don Capecci – una grande spinta è venuta dai sette punti di Trieste, che sono uno stimolo ad incontrare la gente che è nelle piazze, nei municipi, nella realtà sociale.

C’è un invito a non più guardarsi soltanto all’interno come comunità ecclesiale, dove si continuano a fare le attività che abbiamo sempre fatto, ma ad andare verso le persone all’esterno, per incontrarsi, dialogare, accogliere le idee e i progetti che altri hanno e in qualche modo condividerli, portando il nostro contributo da cristiani, cioè da persone che vivono la quotidianità come tutti, ma con una fede e una speranza diverse, che è quella di un futuro che il Signore ci offre. Un futuro non solo nel tempo, ma che si apre all’eternità, e questo ci mette gioia ed entusiasmo, ma anche responsabilità verso gli altri, perché siamo fratelli. Il nostro senso di fraternità porta ad incontrare, stare insieme per costruire una società più libera e democratica, dove vengano ascoltati tutti, dall’ultima persona alla più importante. Da tutti può venire un buon contributo da raccogliere e costruire».

«L’attività che faremo – conclude don Giuseppe – verrà presentata nelle prossime settimane. Sicuramente ci saranno iniziative legate all’economia, al lavoro, alla formazione socio-politica. Si terranno inoltre anche iniziative per la pace. Cercheremo di rimettere al centro il Mediterraneo, questo nostro mare che è stato sempre frutto di grande civiltà e oggi, purtroppo, sta diventando per molti una tomba. Questo noi cristiani non possiamo assolutamente accettarlo. E quindi c’è questo lavoro di giovani, di vescovi che insieme riflettono e ragionano su come far tornare davvero questa terra e questo mare luoghi di vita vera, di civiltà e di grandezza».

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