Juan López, conosciuto difensore dei diritti umani e ambientali, consigliere comunale e fortemente impegnato nella comunità ecclesiale, è stato assassinato nella notte di sabato 14 settembre in Honduras, subito dopo aver partecipato alla messa. Il fatto criminoso è accaduto a Tocoa, nel dipartimento di Colón. López, che aveva appena lasciato la chiesa, è salito sul suo veicolo quando degli uomini armati gli hanno sparato. Come riferisce il sito di Radio Progreso l’emittente dei gesuiti honduregni, l’omicidio di López arriva poco dopo che lui e altri leader locali avevano chiesto, in una conferenza stampa, le dimissioni del sindaco di Tocoa, Adán Fúnez. La richiesta si basava su gravi accuse di coinvolgimento nel traffico di droga e nelle attività della criminalità organizzata, rivelate in un video recentemente pubblicato. Per l’avvocato José Javier Acevedo, direttore del Centro per l’investigazione e la promozione dei diritti umani in Honduras (Ciprodeh), l’omicidio di Juan López ha una chiara intenzionalità. Secondo Acevedo, i criminali hanno approfittato del fervore delle celebrazioni per la festa nazionale per perpetrare l’attacco. “Spetta ora allo Stato condurre un’indagine approfondita per identificare i responsabili del crimine, non solo gli autori, ma anche le menti. Inoltre, è fondamentale che venga chiarita la responsabilità di coloro che hanno causato danni nella regione, compresi quelli che hanno colpito i fiumi e il Parco nazionale Carlos Escaleras”, ha aggiunto Acevedo. Il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), ha diffuso ieri un messaggio di cordoglio “Ripudiamo e condanniamo fermamente ogni forma di violenza, e purtroppo l’omicidio di Juan è il riflesso di una piccola porzione di società che è intollerante, ingiusta e vuole imporre la sua volontà con la forza”, si legge. Prosegue il messaggio: “Ringraziamo il Signore, perché Juan, mentre era in mezzo a noi, è stato un testimone della dedizione e del servizio alla cura della casa comune e dei più impoveriti e sofferenti del suo Paese e di tutta la nostra regione dell’America Centrale e del Messico, in particolare della nostra stimata Rete ecclesiale ecologica mesoamericana (Remam)”. Allo stesso López si è rivolto idealmente il vescovo di Trujillo, mons. Jenry Ruiz, con una commovente lettera: “Mi dicevi che non eri un ambientalista, perché per te l’impegno sociale, ecologico e politico non era una questione ideologica, era una questione del tuo essere di Cristo e della Chiesa. E mi hai sempre detto che tra tutti gli impegni sociali, il tuo impegno in parrocchia, nella chiesa di quartiere e nella diocesi veniva prima di tutto”. E ancora: “Sapevi bene che il sistema estrattivo e minerario è un sistema che uccide e distrugge tutti, insieme alla corruzione dei falsi politici e dei narcogoverni. Ma soprattutto avete capito che la lotta per la vita dei popoli non finisce mai. Hai capito con Papa Francesco che la crisi ecologica e quella sociale sono una cosa sola. Caro Juan López, che il tuo sangue faccia fiorire i semi del Regno e che possiamo avere frutti di giustizia, dove un nuovo Honduras è possibile”.

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