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FOTO e VIDEO L’intervista di Don Nicola Spinozzi a don Tommaso, missionario fidei donum a Tirana

TIRANA – In occasione del MED24, il Vescovo Gianpiero Palmieri ha colto l’opportunità di rafforzare i legami di amicizia tra le diocesi picene e la capitale albanese. In questo contesto, don Nicola Spinozzi, direttore dell’Ufficio Missionario della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ha incontrato, insieme al Vescovo Palmieri, l’arcivescovo metropolita di Tirana-Durazzo, Arjan Dodaj, per gettare le basi di un possibile gemellaggio tra le Diocesi. L’obiettivo è di promuovere un’esperienza missionaria per giovani e famiglie, che potrebbero poi trasmettere il loro entusiasmo alla comunità locale.

Durante la sua permanenza a Tirana, don Nicola ha visitato la Chiesa Missionaria di Santa Maria Assunta, dove ha incontrato don Tommaso Morelli, un sacerdote fidei donum della diocesi di Roma, in servizio presso questa comunità. Don Nicola ha approfittato dell’incontro per intervistarlo e conoscere più da vicino la sua missione.

Don Tommaso, come vivi il tuo servizio di fidei donum in Albania?
«La missione qui è una bellissima sfida, anche se difficile, dove la percentuale dei Cristiani Cattolici è rappresentata dal circa 15% della popolazione. La parrocchia in cui mi trovo è nata per rispondere alle necessità di una comunità cattolica proveniente dalle montagne del nord. Anche se la chiesa è stata costruita nel 2006, fino a pochi anni fa era abbastanza abbandonata. Abbiamo cominciato con una missione esterna per riportare le persone in chiesa e migliorare gli ambienti e annunciare con un vissuto insieme la bellezza del Vangelo a tutti. Uno dei segni più toccanti della nostra presenza è il fatto che la chiesa si trovi su un terreno dove un tempo c’era un parcheggio per carri armati, con i numerosi bunker, simbolo della paura di un nemico creato dal regime comunista. Abbiamo cercato di trasformare questo simbolo di oppressione in uno di speranza, portando il presepe fino in fondo a uno di questi bunker come segno della luce di Cristo. Il nostro compito qui è quello di dare speranza».

Da quanto tempo sei in Albania?
«Sono qui da sei anni, e da qualche anno in questa parrocchia. Il nostro servizio ci permette di fare molto, come battesimi e visite alle case per le benedizioni e la preparazione ai sacramenti. Tuttavia, il comunismo ha lasciato una pesante eredità: molte persone hanno perso l’abitudine di frequentare la chiesa. Adesso dobbiamo rievangelizzare anche i cattolici, poiché molte pratiche religiose venivano vissute in segreto».

Don Nicola conclude l’intervista con un messaggio di vicinanza: “Grazie, don Tommaso, per la tua testimonianza. Che Dio ti benedica, e ti accompagniamo con la nostra preghiera.”

L’intervista mette in luce la vitalità e le sfide della missione cattolica in Albania, evidenziando il valore della presenza di sacerdoti come don Tommaso, che lavorano quotidianamente per rafforzare la fede, per annunciare il Vangelo e così dare speranza in un contesto storico complesso.

Redazione: