Di Roberta Pumpo
“O Maria, Madre nostra, siamo nuovamente qui davanti a te. Tu conosci i dolori e le fatiche che in quest’ora appesantiscono il nostro cuore. Noi alziamo lo sguardo a te, ci immergiamo nei tuoi occhi e ci affidiamo al tuo cuore”. Inizia con queste parole la preghiera che Papa Francesco ha rivolto oggi pomeriggio alla Vergine Maria al termine della recita del Santo Rosario per la pace che ha presieduto nella basilica di Santa Maria Maggiore per implorare l’intercessione della Madre di Cristo “perché cessino le divisioni, le liti e le guerre tra i popoli”. Per l’occasione l’icona della Salus Populi Romani, normalmente custodita nella Cappella Paolina, è stata spostata nella navata centrale e posta davanti all’altare. Il momento di preghiera, annunciato dallo stesso Bergoglio il 2 ottobre scorso nella Messa celebrata per l’apertura della XVI assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, ha visto la partecipazione di numerosi membri della stessa assise, di una ventina di cardinali, di molti fedeli che già dal primo pomeriggio erano assiepati dietro le transenne in attesa di entrare. Presenti anche i monsignori Rolandas Makrickas e Baldo Reina che saranno creati cardinali nel concistoro dell’8 dicembre, come annunciato a mezzogiorno dal Papa al termine della recita dell’Angelus. Reina, da oggi, è anche il nuovo cardinale vicario della diocesi di Roma.
Arrivato in basilica il Papa ha offerto rose bianche alla Vergine Maria che sono state deposte davanti all’icona da una bambina.
Dopo aver contemplato i misteri gloriosi, e prima di impartire la benedizione, il Papa ha recitato la preghiera, più che una invocazione un “grido” del popolo di Dio a Colei che conosce “i dolori e le fatiche che in quest’ora appesantiscono il nostro cuore”. Francesco ha implorato la Vergine di volgere il suo “sguardo amorevole” e di soccorrere l’umanità. “In questi tempi oppressi dalle ingiustizie e devastati dalle guerre – il testo della preghiera -, tergi le lacrime sui volti sofferenti di quanti piangono la morte dei propri cari, dei propri figli – ha aggiunto a braccio – ridestaci dal torpore che ha oscurato il nostro cammino e disarma i nostri cuori dalle armi della violenza, perché si avveri subito la profezia di Isaia” di un mondo di pace dove gli uomini “non impareranno più l’arte della guerra”. Guardando verso l’icona a lui cara, e alla quale affida ogni Viaggio Apostolico, il Santo Padre ha pregato Maria, Regina della Pace, di rivolgere il suo “sguardo materno a questa famiglia umana, che ha smarrito la gioia della pace e ha perso il senso della fraternità. Madre intercedi per il nostro mondo in pericolo – ha proseguito -, perché custodisca la vita e rigetti la guerra, si prenda cura di chi soffre, dei poveri, degli indifesi, degli ammalati e degli afflitti, e protegga la nostra Casa comune”.
“Converti gli animi di chi alimenta l’odio – ha proseguito il Pontefice – silenzia il rumore delle armi che generano morte, spegni la violenza che cova nel cuore dell’uomo e ispira progetti di pace nell’agire di chi governa le Nazioni. Maria, Regina del santo Rosario, sciogli i nodi dell’egoismo e dirada le nubi oscure del male. Riempici con la tua tenerezza, sollevaci con la tua mano premurosa e dona a noi figli la tua carezza di Madre, che ci fa sperare nell’avvento di nuova umanità”. Con quella odierna salgono a 122 le visite di Papa Francesco nella basilica di Santa Maria Maggiore dove il 31 maggio 2022, al termine del mese mariano, presiedette un altro Rosario per la pace, a tre mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Per domani primo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas a Israele, il Santo Padre ha indetto una giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Medio Oriente dove la guerra si protrae da un anno e si allarga a macchia d’olio, in Ucraina dove si combatte da oltre due anni e mezzo, e in varie parti del mondo teatri di violenti conflitti. In risposta all’appello di Francesco, anche la presidenza della Cei ha esortato le comunità ad unirsi alla preghiera del Rosario e al digiuno. Questa mattina, al termine della preghiera dell’Angelus, il Papa è tornato a chiedere “l’immediata liberazione” degli ostaggi che si trovano a Gaza, “l’immediato cessate il fuoco su tutti i fronti, compreso il Libano” e ha fatto appello “alla comunità internazionale, affinché si metta fine alla spirale della vendetta e non si ripetano più gli attacchi, come quello compiuto dall’Iran qualche giorno fa, che possono far precipitare quella Regione in una guerra ancora più grande”.