“Non è una notizia, saranno trent’anni che è così”. Lo ha detto Gigi De Palo, ideatore degli Stati Generali della natalità, commentando i dati diffusi dall’Istat che prevedono, dal momento che in Italia da anni ci sono più morti che nati, che nel 2051 si andrà in pensione a 70 anni. “Ogni anno – ha spiegato De Palo – perdiamo l’equivalente di persone di città come Bari o anche di più. È un problema che però non si affronta, se ne parla solo. Più volte abbiamo chiesto di creare un’agenzia per la natalità che si occupi in modo serio di questo trend in continuo aumento, ma tutto è caduto nel vuoto”. Il problema, secondo De Palo, non riguarda solo l’età pensionabile. “Di questo passo – sottolinea – nel 2051 ci sarà una quantità notevole di problemi che oggi non abbiamo, come i costi insostenibili della sanità, che potrebbe diventare a pagamento, gli stipendi più bassi, il Pil che crollerà vertiginosamente”. “Avere pochi nati vuol dire che il sistema Paese a un certo punto crolla. E di conseguenza crolla tutto. Sono dieci anni che lo diciamo e mi sembra assurdo anche che dobbiamo essere noi a dirlo. La politica su questo si è addormentata”, conclude.