Di Silvia Guzzetti
Arriva dai vescovi cattolici di Inghilterra e Galles un invito ai fedeli affinché contattino i loro parlamentari e chiedano loro di votare contro una nuova legge che punta a legalizzare il suicidio assistito. Mercoledi 16 ottobre comincia, infatti, alla Camera dei Comuni, il proprio iter la legislazione preparata dalla deputata laburista Leadbeater che, se approvata, darà ad adulti malati terminali, capaci di intendere e di volere, il diritto di porre fine alla propria vita. E questa volta esiste la concreta possibilità che il parlamento britannico dica di sì. Il premier Keir Starmer, infatti, non solo ha lasciato liberi i parlamentari di votare secondo coscienza ma si è, personalmente, espresso a favore della legge che potrebbe essere approvata anche grazie al sostegno di alcuni parlamentari conservatori. Già nel 2015, l’ultima volta in cui Westminster discusse dell’argomento, il primo ministro, allora un semplice deputato, votò a favore del suicidio assistito. La nuova legislazione non concluderà il proprio iter, probabilmente, prima di dicembre e i dettagli non sono ancora chiari, ma è certo che garantirà ai malati terminali il diritto al suicidio assistito che, in questo momento, nel Regno Unito, viene punito con il carcere per un periodo che può durare fino ai quattordici anni.
“La Chiesa cattolica accompagna coloro che soffrono e sono vicini alla fine della loro vita con speranza e affetto ma ricorda anche che la loro vita è preziosa fino all’ultimo respiro”, ha dichiarato il vescovo John Sherrington, responsabile del settore vita per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, “La legalizzazione del suicidio assistito mette a rischio la santità e la dignità della vita umana. Preghiamo per tutti coloro che si trovano alla fine della vita perché possano ricevere la cura e il sostegno dei quali hanno bisogno per vivere con dignità i loro ultimi giorni. Preghiamo anche per i nostri politici e per il nostro Paese perché la saggezza e la compassione possano guidare le loro decisioni. Invito tutti i cattolici a informarsi meglio sulle difficili problematiche associate con la legalizzazione del suicidio assistito”.
Insieme alla Chiesa cattolica si sono mobilitate per opporsi alla legalizzazione del suicidio assistito anche le più importanti “charities” cristiane, dalla “Society for the protection of the unborn children” alla “Care not Killing”, a “Right to Life UK”.
Esiste tuttavia, nel Paese, un forte movimento a favore di un cambiamento della legge. Secondo gli ultimi sondaggi condotti da “Yougov”, alla fine di luglio, il 69% dei britannici si dichiarava a favore della legalizzazione del suicidio assistito per malati terminali, l’11% contrario e il 20% non si riteneva sicuro. Il 44% era inoltre a favore del suicidio assistito anche per coloro che sono affetti da malattie incurabili, ma non terminali, il 25% contrario mentre il 31% non era sicuro.
Contrari, invece, sono gli esperti di cure palliative e i medici specializzati in questo settore. “Una legge di questo tipo non è soltanto fondamentalmente sbagliata ma anche profondamente pericolosa”, ha dichiarato la dottoressa Amy Profitt, ex presidentessa dell’”Associazione per la medicina palliativa di Gran Bretagna e Irlanda”.
Sul sito della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles sono anche disponibili poster che i fedeli possono stampare e appendere nelle loro parrocchie con codici QR per inviare un messaggio ai propri parlamentari e chiedere loro di opporsi alla nuova legislazione, oltre ad altre risorse che spiegano perché la Chiesa cattolica è contraria ad eutanasia e suicidio assistito.