Alejandro Arcos, 43 anni, da soli sei giorni era sindaco di Chilpancingo, importante città dello Stato messicano di Guerrero. È stato barbaramente assassinato e decapitato, la sua testa è stata esibita sopra la macchina dove stava il suo corpo trucidato. Un fatto che conferma il potere del crimine organizzato, che nel Guerrero sta procedendo con una serie di esecuzioni di funzionari pubblici, e suscita profonda impressione in tutto il Paese. Anche la Conferenza episcopale messicana (Cem) “si unisce alla preghiera per le vittime e le loro famiglie colpite dai recenti atti di violenza a Chilpancingo. Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà e vicinanza spirituale a coloro che soffrono queste perdite irreparabili. Esprimiamo inoltre la nostra grave preoccupazione per i recenti atti di estrema violenza nella regione. L’assassinio del segretario del Governo pochi giorni fa e la recente brutale decapitazione del sindaco sono eventi che ci lasciano profondamente sgomenti e rivelano una situazione allarmante nel nostro Paese”. Di fronte a questa escalation di violenza, l’episcopato “chiede con urgenza il ricorso all’Agenda di pace nazionale e l’attuazione di processi di pacificazione in tutte le regioni colpite dalla violenza. Esorta le autorità a tutti i livelli a intraprendere azioni concrete e immediate per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini, nonché per chiarire questi crimini e fare giustizia, ripristinando lo Stato di diritto. Invita tutti i settori della società a unirsi in uno sforzo comune per la pace, il rispetto della vita e la costruzione di una società più giusta e fraterna. Ribadisce il suo impegno pastorale ad accompagnare le vittime della violenza, lavorando instancabilmente per la riconciliazione e la pace nelle nostre comunità”.
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