DIOCESI – Nelle diocesi del Piceno, la devozione verso il giovane Carlo Acutis, destinato a diventare Santo, è molto diffusa. Tra coloro che hanno espresso questa devozione in modo particolare, emergono due figure: Padre Francesco Guglietta, autore di un libretto dedicato a Carlo Acutis, pubblicato in occasione della sua beatificazione e Luciano Capriotti, un artista che ha da sempre condiviso la professione di medico cardiologo con una intensa attività artistica, che ha creato un’opera raffigurante il giovane beato per la Chiesa di Santa Lucia a Grottammare..
Padre Francesco Guglietta: Un testimone di fede e cultura
Padre Francesco Guglietta è una figura significativa nel panorama religioso della diocesi. Vive una forma di monachesimo che cerca il volto di Dio attraverso il dialogo tra il Vangelo e la cultura contemporanea. Questa profonda ricerca spirituale ha ispirato diversi suoi scritti, tra cui racconti che esplorano la fede, la vita e la ricerca di Dio. Uno dei suoi lavori più apprezzati è il libro “Carlo Acutis: e altre storie”, pubblicato il 13 ottobre 2020, in cui narra la vita del giovane beato insieme ad altre storie di santi e persone ordinarie.
Padre Guglietta ha spiegato l’origine del suo interesse per Carlo Acutis: “Nel 2018, in occasione del sinodo sui giovani, decisi di raccontare storie nella mia rubrica su Avvenire. Tra queste storie, iniziai a parlare anche di Carlo Acutis, che avevo appena conosciuto. Mi appassionai alla sua figura e decisi di raccontare la sua vita cercando di evidenziarne gli aspetti più particolari, in modo da suscitare la curiosità dei lettori. Anche se all’epoca non era ancora venerabile, il suo ritratto emergeva con una bellezza particolare e ora, da beato, lo ripropongo insieme ad altri racconti.”
Luciano Capriotti: Un artista devoto
Luciano Capriotti, ha sempre coltivato la passione per l’arte e la scultura. Recentemente, ha espresso il desiderio di realizzare un nuovo portone per la Chiesa di Santa Lucia, in cui includerebbe anche una raffigurazione del Beato Carlo Acutis.
Capriotti ha descritto con entusiasmo il progetto, spiegando che il portone sarebbe realizzato con la tecnica della fusione a cera persa, per rivestire l’attuale portone ligneo deteriorato. Le decorazioni includerebbero scene di grande valore simbolico: cherubini in volo, lo stemma di Sisto V, la raffigurazione di Santa Lucia con la palma del martirio, la Santa Famiglia di Betlemme, e rappresentazioni della Chiesa come vigna da coltivare e barca di Pietro, simboli legati al lavoro nei campi e al mare.
Una parte speciale del portone sarebbe dedicata proprio a Carlo Acutis. Capriotti ha dichiarato: “Nell’anta finale, San Francesco abbraccia il giovane Carlo Acutis, che tiene un computer con il nomogramma di Gesù Cristo sullo schermo. Questo rappresenta lo spirito francescano di Carlo e il suo amore per l’Eucaristia, che definiva ‘la mia autostrada per il cielo’. Sotto di lui, una scritta ricorda questa sua frase.”
Un sogno che si realizza grazie alla fede
Il progetto del portone è un sogno che Capriotti coltiva insieme a Monsignor Federico Pompei, entusiasta sostenitore dell’iniziativa. Capriotti ha concluso con un appello alla comunità: “Per realizzare questo sogno serve non solo fede, ma anche il sostegno di alleati generosi che credano in questa visione. Solo così potremo dare vita a questa opera d’arte dedicata a Carlo Acutis e alla Chiesa di Santa Lucia.
Da cardiologo ho sempre ascoltato il cuore degli altri, da scultore mi metto in ascolto del mio”
Queste iniziative testimoniano la profonda devozione verso Carlo Acutis e mostrano come la fede possa ispirare non solo parole, ma anche arte e azioni concrete nella vita della comunità diocesana.