DIOCESI – In vista del nuovo anno accademico, proseguono gli incontri tra il vescovo Gianpiero Palmieri e i docenti della Scuola di Formazione Teologica della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, fondata ad opera di padre Giuseppe Crocetti nel lontano 1974.
L’ultimo, avvenuto Venerdì 11 Ottobre, alle ore 21:00, presso la sede in via Pizzi, a San Benedetto del Tronto, ha registrato la partecipazione anche di alcuni docenti provenienti della Diocesi di Ascoli Piceno, incrementando così quella collaborazione tra le due Diocesi del Piceno già avviata negli anni precedenti e tanto auspicata da mons. Palmieri fin dall’inizio del suo mandato episcopale.

Per la Diocesi Truentina erano presenti il direttore della Scuola, don Lorenzo Bruni, docente di Ecclesiologia e Trinitaria, la prof.ssa Francesca Benigni, docente di Sacramentaria e di Catechetica nonché vicedirettrice della Scuola, il prof. Giancarlo Brandimarti, docente di Storia della Chiesa, la prof.ssa Margherita Gricinella, docente di Introduzione alla Liturgia, don Vincent Ifeme, docente di Ecumenismo e Dialogo Interreligioso e di Cristologia, don Gian Luca Pelliccioni, docente di Teologia Fondamentale, la prof.ssa Giancarla Perotti, docente di Storia delle Religioni, e il prof. Andrea Viozzi, docente di Storia e Archeologia Cristiana.
Per la Diocesi di Ascoli Piceno erano presenti, oltre a don Francesco Mangani, docente di Mariologia, già facente parte del Corpo Docente della Scuola da diversi anni, la prof.ssa Donatella Ferretti, docente di Storia e di Filosofia, nonché assessora alla Pubblica Istruzione della città di Ascoli Piceno, il prof. Luca Marcelli, docente di Francescanesimo, don Domenico Poli, docente di Sacra Scrittura, e don Paolo Sabatini, docente di Patrologia e Patristica.

Dopo una rapida presentazione dei presenti e una breve cronistoria della storia della Scuola di Formazione Teologica curata dal direttore don Lorenzo Bruni, il vescovo Palmieri ha iniziato la sua riflessione sul proemio della “Veritatis Gaudium”, sottolineando come il documento pontificio di papa Francesco muova i suoi passi da un’altra Costituzione Apostolica, “Sapientia Christiana”, scritta però da papa Giovanni Paolo II: molti dei concetti lì contenuti, infatti, si ritrovano, mutatis mutandis, nel documento del Santo Padre. I problemi che emergono in questo documento – ha detto mons. Palmieri – riguardano il fatto di rivedere i trattati teologici tradizionali, perché il depositum fidei, che deve essere integro e incorrotto nella sua traditio al popolo di Dio, deve tener presente le mutate condizioni nel popolo di Dio. Come papa Francesco ama ripetere molte volte, non ci troviamo di fronte ad un semplice epoca di cambiamento, ma ad un cambiamento d’epoca.

Come ci ricorda anche la costituzione pastorale “Gaudium et Spes“, uno dei principali documenti del Concilio Vaticano II, il vescovo Gianpiero ha ribadito che la Chiesa ed il mondo non sono in una relazione conflittuale, bensì tra essi esiste una complementarietà: la Chiesa si trova a vivere nel mondo e il mondo è in relazione con la Chiesa. Il popolo di Dio resta sempre il nostro destinatario, come parrocchie, come Diocesi, quindi anche come realtà più ampia di movimenti, associazioni, realtà laicali. Il processo di rinnovamento che “Veritatis Gaudium” propone coinvolge il mondo intero e non solo noi.
«Al numero 3 del Documento – ha detto il vescovo – si legge che oggi l’attività teologica deve vivere non di una sintesi teologica – che era buona fino a qualche decennio fa -, ma di una vera e propria atmosfera di ricerca spirituale che caratterizza la società attuale».

Quali proposte possiamo fare allora per il popolo di Dio, per la sua formazione? Mons. Palmieri ha risposto così: «In un tale contesto occorre preferire delle sinapsi agli schemi metodologici classici. Le sinapsi sono un modo di approcciare a più componenti insieme nella formazione, piuttosto che riferirsi ad uno schema fisso e rigido, sia dal punto di vista della filosofia sia soprattutto da quello della teologia. Occorre quindi una vera ermeneutica evangelica che, come scritto nella “Veritatis Gaudium”, “capisca meglio la vita, il mondo, gli uomini” ed offra proprie chiavi di lettura al nostro oggi. Inventiamoci, dunque, dei corsi tematici che aprano alla vita della gente, ma che tengano presenti anche quei presupposti e suggerimenti che il Documento pone in risalto:
– il kèrigma a fondamento di ogni insegnamento;
– il dialogo a tutto campo e una cultura di incontro e di dialogo con gli altri;
– una teologia non solo multidisciplinare, ma anche interdisciplinare e transdisciplinare;
– la creazione di reti di collegamento con le istituzioni culturali presenti sul nostro territorio, sia vicino (quindi quello delle due Diocesi con tutte le sue città e i suoi paesi), sia lontano, pensando anche al nostro Paese e al mondo circostante».

Al termine delle riflessioni del vescovo Palmieri, si è dato spazio al dibattito tra i docenti, i quali hanno preso la parola e si sono confrontati, sottolineando come quello accennato dal vescovo nella sua relazione, in parte sia già stato fatto dalla Scuola di Formazione Teologica negli anni passati, ma sicuramente molto ancora si può e si deve fare in futuro.
Tutti hanno concordato sull’importanza della collaborazione tra i vari Uffici Diocesani, una collaborazione che resta fondamentale soprattutto in visione di una formazione integrata: la teologia sistematica non basta più a garantire una formazione globale integrale e fruttuosa. Ecco perché l’immagine del poliedro, che spesso papa Francesco utilizza, spiega bene l’esigenza di far convergere diversi saperi in Cristo e nella Chiesa. Lo strumento è sicuramente necessario per veicolare dei messaggi, soprattutto per avvicinare le giovani generazioni, ma occorre aprire dei canali comunicativi per affrontare argomenti anche scomodi. Inoltre non bisogna mai separare le Scienze Umane tra di loro e non avere mai paura del confronto con esse. La strada più facile da percorrere – lo sappiamo – è lo schema, ma non basta più per insegnare la Sapienza Cristiana alle nostre generazioni e per arrivare a toccare le corde più profonde delle persone attraverso il dialogo.
A proposito della parola dialogo, si è analizzata la sua etimologia, sottolineando che il termine deriva dal greco dia (distanza) e logos (discorso), quindi si parte dalla diversità che distanzia per arrivare al logos. In altre parole la diversità distanzia, ma al tempo stesso accomuna nel processo culturale di formazione.
L’incontro si è infine concluso con una provocazione: una formazione teologica – si sa – parte da basi solide, le quali non possono mai essere taciute o sorpassate, ma ci si è chiesto anche fin dove debba arrivare. Su questa domanda si è chiusa la discussione, con la promessa di trovare la risposta al prossimo incontro, che sarà anche l’ultimo prima dell’inizio delle lezioni.

Queste le parole del direttore don Lorenzo Bruni, a seguito dell’incontro: «Il mio primo ringraziamento profondo e sincero va al vescovo Giampiero, che, fin dai primi giorni successivi al suo ingresso nella nostra Diocesi, ha voluto da me un descrizione della realtà della Scuola di Formazione Teologica. Poi il 9 Settembre scorso ha voluto incontrare anche i docenti della Scuola appartenenti alla Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. E poi Venerdì, in questa seconda occasione, ha voluto allargare l’incontro anche ai docenti della Diocesi di Ascoli Piceno.
Poi ringrazio tutti coloro che hanno accolto questa proposta del vescovo Giampiero, che sarà permanente. Prima ancora di incontrare la componente studentesca della Scuola, mons. Palmieri ha infatti voluto iniziare un processo nuovo di condivisione, confronto e dialogo con i docenti, alla luce di importanti contributi del magistero e della dottrina della Chiesa. Questa buona prassi – come papa Francesco ci insegna a chiamarla – è anche il desiderio del vescovo Gianpiero di mantenere un confronto continuativo con i docenti, con un duplice obiettivo: da un lato per una formazione più ampia, a cerchi concentrici, che possa andare dalla Scuola verso tutto il popolo di Dio, verso le città, quindi anche verso il mondo laico più vasto e il tessuto sociale delle nostre due Chiese particolari; dall’altro lato per una formazione più solida, in grado di captare le esigenze di ricerca e di spiritualità provenienti dalla società.
L’obiettivo che vogliamo perseguire è quello di poter indirizzare le persone verso ambiti di formazione più ampi: sia in riferimento al servizio pastorale che di consueto possono svolgere, come i diaconi permanenti o i ministri straordinari della Comunione; sia in riferimento a quella ministerialità ancora non presente sul nostro territorio interdiocesano, ma assolutamente da promuovere per iniziare quel rinnovamento del laicato tanto auspicato da papa Francesco in tutta la Chiesa Universale, come ad esempio i lettori, gli accoliti e i catechisti; sia nella prospettiva di una promozione della cultura Cristiana e del Cristianesimo in genere in tutti quegli ambiti, ambienti e situazioni di vita in cui i cristiani si trovano a vivere e a convivere con le altre culture e le altre fonti di sapere.
Grazie a questo cammino che noi docenti stiamo percorrendo, giungerà presto una proposta formativa concreta per il nuovo anno accademico, che, seppur ancorato nelle sue radici, sarà anche profondamente rinnovato nelle sue fondamenta. Sono infatti sicuro che la base solida di confronto e di discussione che stiamo costruendo con i docenti, sarà fruttuosa e consentirà di dare le linee non solo per questo anno accademico, ma anche per gli anni a venire».

Le attività della Scuola riprenderanno ufficialmente alla fine del mese di Ottobre.
Per informazioni o iscrizioni è possibile utilizzar ei seguenti contatti:
Segreteria Scuola di Formazione Teologica: cell. 338.2150660
Segreteria Curia Diocesana: 0735 581855
Mail: info@scuoladiformazioneteologica.it

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