GROTTAMMARE – Dal 1984 operano come artigiani della fotografia a Grottammare, dove hanno allestito un prestigioso studio fotografico specializzato nella fotografia “sociale” e di “ritratto”, dal quale fuoriescono servizi innovativi, originali e personalizzati, frutto di impegno professionale e di costante ricerca costante.
Stiamo parlando di Dino Cappelletti e Laura Venditti, che festeggiano quarant’anni di attività.
Come è nata la passione per la fotografia?
Dino: Sono sempre stato attratto dall’arte: infatti, prima ancora della fotografia, mi piaceva molto dipingere. Poi un giorno l’acquisto di una macchina fotografica mi ha permesso di valutare come maggiormente appagante questa espressione artistica per via della sua realizzazione immediata. Ritengo che la fotografia sia una forma d’arte ed è la passione verso quest’arte che mi ha sempre accompagnato.
Laura: Io non sapevo di amare così tanto la fotografia e non avevo quindi coltivato quello che ritenevo un semplice interesse. Poi, quando ho conosciuto Dino, mi sono resa conto che si trattava di una vera passione: condividerla con lui, che presto divenne il mio fidanzato, fu veramente una grande gioia.
Quando la vostra passione per la fotografia è diventata una professione?
Laura e Dino: Praticamente da subito! Avevamo venti e ventidue anni, ci eravamo fidanzati da poco ed entrambi eravamo già inseriti nel mondo del lavoro, ma non eravamo soddisfatti. All’improvviso ci venne l’idea di fare della nostra passione un vero lavoro. Così, nel 1984, aprimmo il nostro laboratorio, che, dopo quarant’anni, è ancora in attività.
Come si fa a mantenere una clientela numerosa e fedele per quarant’anni?
Dino e Laura: Occorre prima di tutto mantenere alta la professionalità, sia per quanto riguarda il servizio offerto, che deve essere sempre al migliore livello professionale di cui si è capaci, sia per quanto concerne la relazione con il cliente, il quale va servito sempre con la massima cortesia e gentilezza.
Queste sono solo le premesse per una buona riuscita del lavoro o sono propedeutiche alla fase più importante: il risultato finale, che deve essere sempre un prodotto di qualità, a prescindere dal cliente, dalle circostanze, dai luoghi, dalle situazioni.
Infine c’è da considerare un aspetto meno tecnico, ma che ha un immenso valore e che noi abbiamo riassunto nello slogan “Nelle nostre immagini, tutte le vostre emozioni!”: è fondamentale cogliere ogni emozione che pervade un momento, catturarla nello scatto fotografico e farla riemergere nell”immagine finale. Per fare questo, oltre ad una certa sensibilità artistica, è necessario anche mantenere sempre viva la formazione, attraverso la partecipazione a numerosi corsi di aggiornamento.
In questi anni saranno stati moltissimi gli aggiornamenti necessari, vista la profonda trasformazione tecnologica che ha investito il mondo della fotografia e l’impatto sociale che ne è derivato. Come avete vissuto questo cambiamento epocale?
Dino e Laura: Il percorso è stato molto complesso. Siamo passati, infatti, da un periodo in cui si sviluppava ancora in camera oscura e che richiedeva quindi molte capacità tecniche, alla grande innovazione dell’immagine digitale, dove la tecnica passa in secondo piano. Nei primi anni del 2000, quindi, il fotografo che voleva restare al passo con i tempi, è dovuto tornare a scuola per cercare di capire come il digitale potesse catturare le immagini e in quale modo potesse essere utile. Essendo totalmente diverso dalla pellicola, siamo ripartiti dalle basi, quindi prima è stato necessario un nuovo percorso di formazione per capire quale strumento fosse migliore per dare quello che noi già davamo, cioè un prodotto di qualità. Poi abbiamo dovuto abbinare la parte pratica, più concreta. La trasformazione è stata epocale, quindi non semplice: in qualche modo ci siamo ritrovati a dover cancellare quasi quello che sapevamo prima e ricominciare daccapo con nuove regole, nuovi strumenti, nuove tecniche. È stato faticoso, ma ce l’abbiamo fatta, tanto che, dopo la transizione, siamo addirittura diventati formatori ed abbiamo tenuto dei workshop formativi per altri colleghi fotografi.
Quali sono i lavori che seguite maggiormente?
Dino e Laura: Una piccola percentuale del nostro lavoro riguarda quelle che noi chiamiamo foto turistiche o paesaggistiche, ovvero quelle destinate ai depliant turistici, ai manifesti, ai siti di enti pubblici o privati che vogliono promuovere il nostro territorio. Nel corso degli anni abbiamo realizzato un grosso archivio fotografico con immagini che riproducono le bellezze naturali ed architettoniche del Piceno e più in generale della regione Marche. Pertanto capita che ci chiamino enti pubblici o privati per utilizzare alcuni scatti fotografici già in archivio o per realizzare nuove immagini pubblicitarie.
Tolta questa minima parte di lavoro, il resto del tempo lo occupiamo a fare altro. Noi ci definiamo fotografi sociali, ovvero fotografi che nei loro scatti catturano il life style dei protagonisti delle loro immagini, quindi il loro modo di vivere, le condizioni, i comportamenti, le abitudini, i costumi e le emozioni. Noi raccontiamo tutti i momenti della vita di una famiglia, da quando due persone si sposano, seguendo il matrimonio, la nascita del primo figlio e la cerimonia del Battesimo, il primo compleanno, poi magari il secondo figlio, poi i Sacramenti della Comunione e della Cresima, fino al diciottesimo compleanno, alla festa per il diploma e soprattutto per la laurea e molto spesso ci è capitato anche di seguire il matrimonio dei figli dei nostri clienti che, a loro volta, sono divenuti clienti anche loro.
Visto che siete fotografi sociali, vi chiedo come sia cambiata la percezione dei Sacramenti in questi quarant’anni.
Laura e Dino: Ha ragione, noi siamo stati e continuiamo ad essere testimoni di un cambiamento epocale, non solo per quanto concerne gli strumenti tecnologici utilizzati nella nostra professione, ma anche per quanto riguarda le abitudini e i costumi della società.
Il cambiamento più vistoso è avvenuto nell’ambito del matrimonio. Siamo passati da un matrimonio sociale, in cui l’attenzione di tutti era focalizzata sulla festa e sul convivio, dei quali si rendeva partecipi più persone possibili, tra amici, parenti e conoscenti, quindi molto inclusivi, a cerimonie molto più intime, ma molto più esclusive. Quando uso il termine esclusivo, mi riferisco sia al numero degli invitati – che da 300 sono passati a 50 – sia alla location, che riveste un’importanza fondamentale agli occhi dei clienti. Oggi, poco più del 50% dei matrimoni che ci capita di seguire, viene celebrato non in chiesa, ma nei luoghi più disparati: sotto una loggia, sulla terrazza di un hotel, al mare, in campagna. Ma non solo! Mentre prima quasi tutto era lasciato alla gestione delle mamme degli sposi e successivamente a quella delle spose, oggi compiano figure nuove sulla scena e gli attori all’opera in un matrimonio sono molti di più: ci riferiamo alla wedding planner (n.d.r. l’organizzatrice o pianificatrice di matrimoni), alla flower designer (n.d.r. la progettista di fiori), ai dj, agli intrattenitori delle feste, agli addetti al servizio di babysitting, … In conseguenza di questo, anche la durata dei matrimoni è cambiata. Intanto non si concentra tutto in un’unica giornata, in quanto esistono i servizi di pre-wedding e di post-wedding, che appunto si svolgono qualche settimana prima e qualche mese dopo la cerimonia. Poi, per quanto riguarda il giorno del matrimonio, non è più il taglio della torta il momento finale da raccontare, bensì anche quello che avviene nell’after hour, ovvero dopo la torta, quindi la festa all’aperto, l’open bar, il bagno in piscina, la festa in spiaggia, … Se volessimo riassumere la differenza in una frase, potremmo dire che si è passati dal voler gustare il momento di gioia in compagnia degli invitati al voler stupire gli invitati attraverso un gusto sempre più ricercato.
Nel corso di questi quarant’anni numerose vostre fotografie sono state scelte per mostre ed esposizioni, ricevendo riconoscimenti e soddisfazioni. Qual è lo scatto che vi ha regalato il premio più bello o quello a cui siete più affezionati?
Dino e Laura: In genere le ultime soddisfazioni sono sempre quelle più apprezzate, perché rappresentano anche sono testimoni di una crescita professionale. Lo scorso Agosto una nostra fotografia è stata esposta in Austria, a Moosburg. Si tratta di un paesaggio del Piceno che abbiamo incardinato dentro una tavola di legno trovata lungo la nostra spiaggia. Grazie al nostro lavoro, quella tavola è divenuta una sorta di cornice che ha accolto lo scatto, ha quindi trovato una seconda vita. Diciamo che questo animo artistico, questo sguardo sempre rivolto alla bellezza, capace di vedere l’infinito in un fiore, in un tramonto, in un’onda, ha contribuito molto a dare continuità alla qualità dei nostri servizi e a regalarci quindi un discreto successo. E questo sguardo, che ci tiene vivi, lo abbiamo trasmesso anche a nostro figlio Emanuele Cappelletti, fotografo a Milano. Ne siamo molto orgogliosi.