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FOTO Rendiconto sociale Inps, l’impegno delle Caritas del Piceno: “Restituire dignità alle persone che incontriamo”

ASCOLI PICENO – È stato presentato nella mattinata di ieri, giovedì 17 ottobre, il rendiconto sociale Inps del 2023, redatto dalla direzione provinciale dell’Istituto.

Per l’occasione, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni sindacali del Piceno – presenti, tra gli altri, il direttore della Cna di Ascoli Francesco Balloni e la segretaria Cgil Ascoli Barbara Nicolai – degli addetti ai lavori e della comunità locale, la Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani ha ospitato la presentazione del rendiconto, nel corso della quale i vertici dell’Inps, affiancati da esperti provenienti dal mondo universitario e del sociale, hanno fatto il punto sulle peculiarità e sulle carenze evidenziate sul territorio provinciale.

Come sottolineato dalla professoressa Lucia Montanini dell’Università Politecnica delle Marche, nel settore pubblico il bilancio sociale costituisce uno strumento fondamentale di comunicazione e gestione, fornendo a tutti gli stakeholder un quadro generale delle performance economiche e sociali del territorio.

In questo senso, dopo i saluti istituzionali affidati al prefetto Sante Copponi e al presidente del Consiglio comunale di Ascoli Alessandro Bono, seguito dall’intervento della presidente del Comitato provinciale Inps Ede Talanga, a presentare e commentare il panorama sociodemografico e del mercato del lavoro del Piceno è stato il direttore provinciale Inps Simone Catini.

«Il rendiconto sociale si propone di diventare un’occasione di riflessione tra le istituzioni locali e le forze sociali ed economiche del territorio, al fine di valutare e comprendere la ricaduta della complessa attività istituzionale svolta dall’Istituto – esordisce Catini – La stessa regione Marche, che non a caso è l’unica regione italiana declinata al plurale, si caratterizza per una variegata caratterizzazione socio economica, ancora più evidente se si considera che la regione confina a nord con una regione ricca e produttiva come l’Emilia Romagna e a sud con una regione come l’Abruzzo, definita dall’Unione Europea “in transizione”».

Tra i dati messi in evidenza dal direttore Catini spiccano quelli relativi al cosiddetto “inverno demografico”, che anche nel Piceno porta con sé effetti a lungo termine molto negativi a lungo termine sulla sostenibilità dell’intero sistema. Nel 2022, infatti, il saldo negativo tra nascite e decessi si attesta su un preoccupante -1.536, con un incremento notevole rispetto al -545 di 10 anni prima.

Migliora, invece, il saldo tra immigrati ed emigrati (+499), che non è tuttavia sufficiente a compensare il saldo negativo tra nascite e decessi, sostanzialmente in linea con il dato regionale e nazionale.

«Il contesto economico ascolano nel 2023 evidenzia una buona crescita del tasso di occupazione che si attesta al 67,2% rispetto al 65,1% del 2022 – prosegue Catini – Il dato del saldo netto occupazionale è positivo ed è determinato da un numero maggiore di assunzioni di rapporti di lavoro rispetto alle cessazioni. Cala sensibilmente il tasso di disoccupazione (da 6,7 a 4,3), mentre diminuisce lievemente il tasso di inattività (da 30,1 a 29,6).

Ne emerge un quadro che può definirsi positivo e dinamico, anche se, al di là del dato puramente numerico e quantitativo, deve imporsi anche una considerazione qualitativa sulla tipologia dei contratti stipulati posto che, al netto dei contratti necessariamente precari (stagionali, somministrati e intermittenti), solo un 25 % sono stipulati a tempo indeterminato, mentre il restante 75 % lo sono a tempo determinato, con una forbice tra queste due tipologie contrattuali che peraltro nel 2023 si è allargata maggiormente rispetto al 2022.

Le retribuzioni, o redditi medi, giornaliere nella provincia si confermano inferiori non solo rispetto al valore medio nazionale, ma soprattutto rispetto al dato medio regionale. In particolare, in provincia una donna percepisce giornalmente una retribuzione di € 68,1 a fronte di un dato medio regionale di € 69,6 e di un dato nazionale di € 77,6. Per gli uomini ascolani il dato si attesta ad € 88,6 a fronte di un dato regionale di € 93,5 e di un dato nazionale pari ad € 104,4. Le minori retribuzioni determinano conseguentemente trattamenti pensionistici più bassi sia della media regionale, sia della media nazionale».

Tra i dati positivi evidenziati da Catini emerge anche la crescita delle domande di Naspi – disoccupazione – salite a 8.998 rispetto alle 8.722 del 2022, aspetto comunque legato a doppio filo alla prevalenza di rapporti di lavoro a tempo determinato, con una netta predominanza al femminile – 5.258 domande presentate da donne, solo 3.740 da uomini. In aumento anche le richieste di invalidità civile, con un totale di 2.939 prestazioni liquidate nel 2023 a fronte delle 2.702 dell’anno precedente.

Presenti anche all’incontro anche la direttrice regionale Inps Marche Emanuela Zambataro, il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps Roberto Ghiselli e il direttore della Caritas di Ascoli Piceno Giorgio Rocchi, che nel suo intervento ha sottolineato l’azione congiunta portata avanti in sinergia con la Caritas della diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto – rappresentata in sala dal vicedirettore Fernando Palestini – in favore delle fasce più deboli della popolazione.

«Porto il saluto del Vescovo Gianpiero Palmieri – esordisce il direttore Rocchi – È particolarmente rilevante associare queste riflessioni nella Giornata mondiale dell’Eradicazione della povertà, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993.

Come sostenuto anche dal segretario generale Antonio Gutiérrez, porre fine alla povertà mondiale ci impone di dare priorità agli investimenti sul lavoro dignitoso, sulle opportunità di apprendimento e sulla protezione sociale.

Il passo in più compiuto dal progetto “Inps per tutti” promosso insieme a Caritas Marche va nella direzione dell’ampliamento dei canali di diffusione di diritti e opportunità altrimenti inespressi e non goduti. Da ente pubblico strumentale dello Stato, l’Inps vuole ampliare le possibilità di informazione e consapevolezza dei diritti sociali che l’ordinamento giuridico italiano riconosce ai cittadini, raggiungendo così quelle persone che trovano meno difficile rivolgersi alle Caritas piuttosto che agli sportelli di un qualche ufficio pubblico».

Ai numeri forniti da Inps nel rendiconto sociale 2023, il direttore Rocchi aggiunge quelli elaborati dai Centri di ascolto delle Caritas del Piceno.

«Il Centro di ascolto è il cuore della Caritas, il luogo operativo e progettuale che ha la funzione di incontrare, accogliere, ascoltare e prendere in carico una persona che vive una situazione di fragilità sociale, economica e culturale rispettando, senza pregiudizi e prevaricazioni, le storie di vita incontrate. Il Centro di ascolto diviene quindi uno strumento pastorale attraverso il quale si offre una risposta concreta alle persone e si stimolano la solidarietà e la corresponsabilità di tutta la comunità nel servizio verso il prossimo».

In particolare, al centro di ascolto, nell’anno 2023, si sono rivolte circa 2600 persone, il 40% in più rispetto all’anno 2022, persone incontrate da operatori e volontari delle Caritas diocesane e parrocchiali laddove presenti (1384 a San Benedetto, con 16.544 ascolti e 26.411 interventi, 1.219 ad Ascoli, con 5.182 ascolti e 50.298 servizi). Il 39,9% di costoro, ad Ascoli, è di nazionalità italiana, il 56.6% non italiana, il 3.3% ha doppia cittadinanza e lo 0,2% è apolide. A San Benedetto, invece, il 47% è composto da italiani e il 53% da non italiani, con in testa Marocco (9.2%), Albania (7.2%) Romania (4.5%), Ucraina (4.2%) Nigeria (4.2%). Ad Ascoli Ucraina (9.2%), Marocco (7.4%), Nigeria (5,1%), Romania (4,2%), Camerun (3.5%).

Le problematiche affrontate, ad Ascoli, sono costituite principalmente da povertà e problemi economici (nel 26.7% dei casi), occupazione e lavoro (16.7%), problemi familiari (13.6%) e problematiche abitative (12%). Anche a San Benedetto i problemi economici rappresentano la criticità principale (32%), seguiti da occupazione e lavoro (29%) e problematiche abitative (15%).

«Rispetto e riconoscimento – conclude Rocchisono strumenti potenti di attivazione delle capacità personali, in modo che ciascuno sia soggetto del proprio percorso di crescita e non oggetto dell’azione assistenziale di altri, per restituire dignità alle persone che incontriamo, affinché possano tornare ad essere protagoniste della loro storia. Non solo reddito ed accesso ai beni necessari alla vita, ma come ha detto Papa Francesco alle Nazioni Unite “la possibilità concreta che i più poveri possano essere degni attori del loro stesso destino”. Lo sviluppo umano integrale e il pieno esercizio della dignità umana infatti non possono essere imposti, devono essere costruiti da ciascuna persona e ciascuna comunità».

Il prefetto Sante Copponi e il presidente del Consiglio comunale Alessandro Bono
Giorgio Rocchi

L’intervento del direttore Simone Catini

Giorgio Rocchi
Fernando Palestini
Federico Ameli: