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Intervista a Mauro Alessandrini, presidente dell’Azione Cattolica della diocesi di Ascoli Piceno

DIOCESI – Prosegue il nostro viaggio tra le realtà ecclesiali delle diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. Questa settimana abbiamo incontrato il presidente dell’Azione Cattolica della Diocesi di Ascoli Piceno, Mauro Alessandrini.

Mauro, come sei entrato a far parte dell’Azione Cattolica?
Ho iniziato il mio percorso nell’Azione Cattolica attraverso l’Azione Cattolica Ragazzi (ACR) intorno ai 10-11 anni. Ora ne ho 43, quindi sono più di trent’anni che faccio parte dell’associazione. Inizialmente mi sono unito all’ACR un po’ per caso, perché anche mia sorella, più grande di me, ne faceva parte. Mi piaceva vedere tanti ragazzi che si divertivano, e così mi sono unito anch’io. Con il tempo, l’associazione è diventata una seconda casa per me, una vera e propria famiglia.

Come descriveresti la situazione attuale dell’Azione Cattolica nella diocesi di Ascoli Piceno, evidenziando le attività e i progetti in corso?
L’Azione Cattolica nella diocesi di Ascoli Piceno, come a livello nazionale, sta ripartendo dopo l’avvio del nuovo triennio. Sebbene sia iniziato ufficialmente lo scorso anno, si sta concretizzando maggiormente quest’anno. Il nuovo Consiglio diocesano, composto da Giuliana Norcini e Laura Morganti (Vicepresidenti settore Adulti), Claudio Bernardo Carini, Fabio Wostoviec e Silvia Mascetti (Consiglieri settore Adulti). Alessio Fabiani e Simone Gabrielli (Vicepresidenti settore Giovani), Marco Mascitti, Martina Marini e Sara Censori (Consiglieri settore Giovani), Marika Fioravanti e Gioele Luca Piccioni (Responsabile e Viceresponsabile dell’ACR), Luca Esposto, Virginia Gennari, Mattia Capriotti (Consiglieri ACR), Polisena Maoloni (Segretario) e Laura Nardinocchi (Amministratore).
Don Andrea Tanchi, Don Alessio Cavezzi, Don Gianmarco Lupini e Don Luca Censori (assistenti diocesani).
Tutto il consiglio ha iniziato a mettere in atto i progetti per i vari gruppi: ACR, giovani e adulti.
Stiamo cercando di prestare particolare attenzione ai giovani, cercando di rispondere alle loro esigenze con percorsi di formazione, tra cui un cammino diocesano rivolto proprio a loro. L’ACR continua con le sue iniziative tradizionali, rinnovandole nella cura alle esigenze dei ragazzi, come il Mese del Ciao e il Mese della Pace, che culmineranno con gli incontri di fine anno. Per quanto riguarda gli adulti, stiamo avviando un ciclo di incontri di riflessione e spiritualità chiamato “3.0”. In generale, l’associazione sta bene, anche se, come tutta la Chiesa, soffre un po’ nel coinvolgimento dei giovani.

Secondo te, come mai c’è questa diminuzione di partecipazione da parte dei giovani?
Dalla mia esperienza posso dire che la vita dei giovani è cambiata molto negli ultimi anni. La Chiesa fatica spesso a mantenere il coinvolgimento nella fascia d’età che va dai 20 ai 30 anni, soprattutto dopo il sacramento della Cresima. Molti ragazzi tendono ad allontanarsi dalla vita parrocchiale e questo non riguarda solo l’Azione Cattolica, ma la Chiesa in generale. Probabilmente i giovani sono attratti da molteplici stimoli esterni. Credo anche che la pandemia abbia influito sugli equilibri, amplificando il senso di precarietà, solitudine e la sensazione di non essere ascoltati, anche dagli adulti. Questo li porta a essere meno presenti non solo nell’associazione, ma anche nella Chiesa.

Quali ritieni siano le priorità fondamentali per rivitalizzare l’Azione Cattolica nella diocesi?
Una priorità è riscoprirci come fratelli, figli di uno stesso Dio. Come ho detto spesso in questo nuovo triennio, penso sia importante anche la leggerezza: non dobbiamo appesantirci troppo, ma riscoprire la gioia dello stare insieme, di stare con Dio e affidarsi all’opera dello Spirito Santo. Bisogna imparare ad accogliere ciò che viene, senza programmare ogni cosa nei minimi dettagli. Serve un approccio più sereno, allegro, che favorisca l’incontro con i ragazzi e i giovani, stimolando in loro il desiderio di camminare insieme. Per me, che ricopro il ruolo di presidente, è un cammino bellissimo, pieno di vita.

Quali sono le tue speranze e aspirazioni per il futuro dell’Azione Cattolica diocesana?
La mia speranza è che l’associazione continui a essere viva e che diventi un luogo in cui i fedeli possano sentirsi protagonisti all’interno della Chiesa, al suo servizio. Vorrei che fosse sempre più evidente la gioia di far parte della parrocchia, dell’associazione e della diocesi. L’aspirazione è vedere una partecipazione crescente, specialmente da parte dei giovani, che sono stati e saranno il cuore pulsante dell’associazione. Grazie al loro entusiasmo e al tempo che possono dedicare, possono davvero fare la differenza.

Prossimamente parteciperai al Convegno dei Presidenti diocesani a Sacrofano, dal titolo “Voi stessi date loro da mangiare”. Come vi siete preparati a questo appuntamento e quali sono le vostre aspettative?
Ci siamo preparati con molta attesa e con gioia per questo evento. Sarà un’occasione di incontro con tutti i presidenti diocesani e con la presidenza nazionale, e ci permetterà di respirare un’aria più ampia, confrontandoci con altre realtà diocesane. Questi momenti sono sempre arricchenti perché ci danno la possibilità di portare a casa nuove idee e progetti. L’aspettativa è quella di tornare a casa con rinnovato slancio per continuare il nostro cammino in diocesi.

La diocesi di Ascoli sta vivendo da alcuni mesi l’unione “in persona episcopi” con la diocesi di San Benedetto del Tronto. Come sta andando la collaborazione tra le due Azioni Cattoliche diocesane?
Le diocesi sono vicine, quindi nel corso degli anni ci siamo già conosciuti. A breve ci metteremo in contatto con il presidente di San Benedetto, Lorenzo Felici, per iniziare una collaborazione più stretta e forse organizzare qualche evento condiviso. Anche se non c’è ancora nulla di definito, presto ci sederemo intorno a un tavolo per conoscerci meglio e decidere come collaborare in modo più fattivo.

In questi trent’anni di vita associativa, ci sono persone che ti hanno particolarmente testimoniato la bellezza della fede e che ti va di ricordare?
Trent’anni sono un lungo percorso, e in questo tempo ho avuto la fortuna di incontrare tante persone con cui ho condiviso momenti importanti. Non riesco a pensare a un nome specifico, ma mi vengono in mente tante persone: dai primi educatori parrocchiali agli ex presidenti, dai membri dell’equipe alle persone conosciute a livello nazionale. Sono tanti i volti che porto con me, e ognuno di loro ha lasciato un segno nel mio cammino di fede.