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Haiti: Onu, “situazione peggiorata da luglio, tra giugno e agosto 1.440 omicidi”

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito ieri a New York per valutare la situazione di violenza ad Haiti. Il capo dell’Ufficio integrato delle Nazioni Unite nel Paese, María Isabel Salvador, che rappresenta il segretario generale ad Haiti, ha affermato che “purtroppo la situazione è peggiorata” da luglio, nonostante l’avvio della missione internazionale di polizia, guidata da contingenti del Kenya.
Salvador ha ricordato l’aumento del numero di sfollati interni, che a settembre ha raggiunto le 700.000 unità, e ha denunciato l’attacco, definito, “terrificante e brutale” nella città di Pont-Sondé che ha lasciato “115 civili morti e decine di feriti” il 3 ottobre, ma ha anche fatto riferimento a una serie di attacchi negli ultimi giorni nella capitale Port-au-Prince e oltre, così come alla “brutalità senza precedenti” della violenza sessuale contro donne e ragazze.
“Gli haitiani continuano a soffrire in tutto il Paese mentre le attività delle bande criminali si intensificano e si diffondono oltre Port-au-Prince, diffondendo terrore e paura e sopraffacendo l’apparato di sicurezza”, ha insistito, aggiungendo che “la situazione umanitaria è ancora più grave”. Dal 17 ottobre, almeno 4.200 haitiani sono fuggiti dalle loro case in cerca di sicurezza, secondo il vice portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Farhan Haq. Secondo le Nazioni Unite, solo tra giugno e agosto ci sono stati più di 1.440 omicidi ad Haiti. “Stimiamo che i bambini costituiscano il 30-50% dei membri dei gruppi armati. Vengono utilizzati come informatori, cuochi, schiavi sessuali e sono costretti a commettere loro stessi violenza armata”, ha, invece, dichiarato Catherine Russell, responsabile dell’Unicef.

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