Di Pietro Pompei
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’antico proverbio latino Hodie mihi, cras tibi – “Oggi a me, domani a te” – è un invito a riflettere sul senso della vita. Mi è capitato di leggere questa frase su alcune lapidi di un cimitero, affiancata da altre riflessioni sul tema della caducità umana. Come diceva Seneca: “Tutti i giorni vanno verso la morte; l’ultimo vi arriva”. E il poeta Poliziano osservava: “Già quando si nasce, la morte è nelle fasce”. Questa realtà tragica è evocata anche dalla meridiana su un campanile di Livorno, che recita: “Tutte le ore ci feriscono e l’ultima ci uccide”.
Nel periodo in cui stiamo per commemorare i nostri cari scomparsi, si fa strada la consapevolezza della nostra mortalità.
Se questo pensiero ci accompagnasse più spesso, molte iniquità, ingiustizie e sopraffazioni potrebbero forse essere eliminate. La tradizione cristiana ci esorta a vivere con coerenza il comandamento dell’Amore, verso Dio e verso il prossimo. È questa coerenza che Papa Francesco continua a richiamare sia ai fedeli comuni sia a coloro che hanno responsabilità civili, sociali e politiche.
Il ruolo della politica e la coerenza dei valori cristiani
Per un politico cristiano, confrontarsi con l’avversario non significa aggredirlo o deriderlo. Anche rimanendo fermo nelle proprie convinzioni, egli è chiamato a trovare il modo di persuadere chi la pensa diversamente, consapevole che esiste sempre un margine di precarietà e di errore nelle faccende umane. Ciò che colpisce in Italia è come si possa professare la fede cattolica e, nello stesso tempo, assistere a scontri politici di una violenza inaudita, con un linguaggio che non troverebbe spazio neanche nei contesti più popolari. La politica, anziché costruire, si è trasformata in uno spazio di odio, incapace di vedere il bene potenziale che potrebbe provenire dalla parte opposta. La mancanza di un “centro” come elemento di equilibrio ha portato a uno scontro costante tra destra e sinistra, “l’una contro l’altra armata”.
Questo clima influisce anche sul funzionamento delle istituzioni, che perdono la ricchezza delle proposte e promuovono solo l’imposizione. Si approvano leggi in fretta, spesso più per opporsi all’altra fazione che per il bene comune. Questa violenza dialettica si riverbera sulla società, penetrando nelle famiglie e nei luoghi di incontro, amplificata dai mass media, che spesso si limitano a riportare, ampliare e talvolta strumentalizzare le cronache politiche. Non c’è spazio per il dialogo quando si è convinti di avere sempre e comunque ragione.
Le divisioni locali e l’effetto sui cittadini
Anche a livello locale, le divisioni sono profonde e scontri e contrasti esistono persino all’interno delle stesse coalizioni. Nella destra prevalgono vecchi rancori e incapacità di superare le divisioni interne, riflettendo quella stessa frammentazione che ha ostacolato le amministrazioni passate. Nella sinistra, ogni tentativo di evitare gli errori del passato viene spesso frustrato da giochi di potere, da sotterfugi e dalle pressioni dei partiti dominanti, a scapito del bene collettivo.
Le primarie, se mal gestite, rischiano di trasformarsi in un boomerang se non sono organizzate con lo spirito democratico necessario per trovare davvero la soluzione migliore. E, infine, evitiamo di farci sviare da certi sondaggi, i quali appaiono talvolta come “comparate” mirate piuttosto che veri strumenti di rilevazione del sentire comune.
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