RIPATRANSONE – Ieri mattina, presso il Monastero di Santa Maria Maddalena delle Monache Passioniste, si sono tenute le esequie di Madre Teresa di Santa Gemma. La celebrazione del rito funebre è stata presieduta dal vescovo diocesano Gianpiero Palmieri e concelebrata dal parroco, don Nicola Spinozzi, dal padre passionista Pasquale Giamberardini del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, da don Santino Lattanzi, don Silvio Giampieri, don Tommaso Capriotti, don Joseph Rukulamyampi Bahane, don Luis Sandoval Vegas e don Lorenzo Bruni.

Presenti diverse monache passioniste venute da Tarquinia, accompagnate dalla presidente, madre Rosaria. Al rito erano presenti, oltre alle autorità civili e militari, il sindaco Alessandro De Vicenzi Lucciarini, il vice sindaco Roberto Pasquali, il Console Onorario del Senegal Tullio Galluzzi e la sorella 95enne di Madre Teresa, accompagnata dai nipoti.

Il vescovo Gianpiero Palmieri: «Abbiamo ascoltato la Parola di Dio, che il Signore consegna a tutta la Chiesa in questo giorno. Non sono letture scelte apposta, ma quelle che la liturgia ci consegna e che ci aiuteranno a vivere questo momento. Ho fatto questa scelta perché la fede di suor Teresa era, prima di tutto, una fede feriale. Era l’atteggiamento di tutti i giorni: si metteva in ascolto della Parola di Dio, pregava ogni giorno, giorno dopo giorno, per una lunga vita vissuta nella casa del Signore.

E allora, come questa fede profonda e semplice ha accompagnato suor Teresa in questi lunghi anni, così vogliamo fare oggi, nel giorno della sua Pasqua. Anche nella Parola di Dio di oggi troviamo un’enorme ricchezza che ci aiuta a comprendere meglio questo momento che stiamo vivendo.

Prima di tutto, il senso della scelta di Teresa.

San Paolo, nella Lettera agli Efesini, dice: “Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”. In queste poche righe c’è tutta la vocazione cristiana di Suor Teresa, la comprensione che la vita non è nient’altro che una risposta all’amore di Dio, un’imitazione della vita di Dio, rivelatasi in Gesù. E questo significa offrirsi a Dio in sacrificio di soave odore.

Nel tempio di Gerusalemme si offrivano sacrifici di soave odore a Dio. Gesù, invece, non offre sacrifici, ma dona sé stesso, la sua vita, che diventa così un sacrificio di soave odore. I discepoli di Gesù, coloro che camminano dietro a Lui, offrono sé stessi, offrono la propria vita nelle forme concrete dell’esistenza: chi come padre di famiglia, chi come lavoratore, chi come religioso o religiosa, come suor Teresa,  mel momento in cui ciascuno si offre, si associa a Gesù nel suo sacrificio, vi partecipa e offre se stesso a Dio, in un sacrificio che diventa soave odore, un sacrificio che “profuma di Cristo”, come dice Paolo.

Questo è il senso della scelta di Teresa: l’offerta di sé, il vivere la sua vita e la sua morte insieme al Signore Gesù, offrendo se stessa a Dio con la consapevolezza di essere affiancata da Cristo.

Ho avuto la possibilità di conoscere Teresa, persona umile e semplice, soprattutto in questa parte finale della sua vita, e credo che tutti abbiano potuto notare la trasparenza dei suoi occhi meravigliosi, di un azzurro trasparente, il suo sguardo luminoso, anche nei momenti della malattia. Era qualcosa che colpiva profondamente ciascuno di noi. Anche nel giorno che ho impartito l’estrema unzione a Sorella Teresa, lei diceva: “So che cosa ho, so cosa sta accadendo, anche se cercate di nascondermelo. Ma ho già capito tutto”. Eppure, quello sguardo restava trasparente e pieno di fiducia.

Vorrei sottolineare anche un altro aspetto: Paolo dice che “non ci sono compromessi con il peccato”. Egli ci invita a camminare come figli della luce, senza compromessi. La luce di Dio, che risplende il giorno della risurrezione di Gesù nel sepolcro, risplende anche in noi quando ci distacchiamo da ogni forma di idolatria per servire Dio. Era una luce che risplendeva negli occhi di Teresa, e ora risplende accanto a Dio. Teresa ci insegna a non fare mai compromessi con il peccato: questo la rendeva integra, fedele, senza accettare mezze misure o compromessi.

Un terzo pensiero. Perché Gesù non si limita a guarire la donna paralitica, ma difende il senso del sabato.

Il sabato, dice Gesù, non è solo un giorno in cui non si lavora, ma è l’ingresso nel riposo di Dio. Quando Dio si riposa, infatti, contempla la sua creazione e dice: “Ma che bellezza, che bontà!”. Di fronte alla bellezza dell’opera di Dio, che vuole la vita dei suoi figli e la vita della donna paralitica, come si può dire: “Di sabato non si lavora”? Qui si parla di vita, di un di più di vita e di gioia. Che senso ha questa meschinità, questo uso strumentale dell’avversione a Gesù che è un offesa verso Dio che ama la vita.

Di fronte a tutto questo, gli avversari si vergognavano, come dice il Vangelo. Così, anche noi sentiamo che una parte del significato della vita di Teresa è proprio il suo testimoniare questo sabato di Dio, questo giorno senza tramonto. Quando una persona rinuncia alla maternità, a dei figli, non diventa sterile, ma testimonia il Regno di Dio, il paradiso, ciò che ci attende nel giorno senza fine, nel sabato eterno di Dio, che vuole la vita per tutti.

Così Teresa ha pregato per tutti noi e per ciascuno di voi, continuamente. Ha pregato e testimoniato la gioia di appartenere a Dio e il sabato senza tramonto che ci attende in paradiso. Oggi, si realizza la Pasqua di Gesù per Teresa. Anche se vediamo i simboli severi della Croce e della corona di spine, sul corpo di Teresa, i suoi occhi luminosi ci testimoniano la vita senza tramonto.

Così sia per ciascuno di noi. E chiediamo al Signore anche una Grazia, che questo luogo rimanga sempre un luogo di preghiera. Lo chiediamo con tutto il cuore».

Padre Pasquale, al termine della celebrazione, ha ricordato come una luce sempre più fioca resista e illumini il Monastero di Ripatransone, che è sempre meta di pellegrinaggi anche per la presenza della venerabile Addolorata Luciani, ed ha espresso, a nome dei padri passionisti, le condoglianze alle consorelle venute da Tarquinia.

E’ seguito poi il saluto di Don Nicola Spinozzi, parroco del Duomo di Ripatransone, che, a nome della comunità e degli altri confratelli, ha espresso le condoglianze alle Sorelle Passioniste e ai familiari di Suor Teresa, ringraziandola per tutto il bene compiuto per la città di Ripatransone, specialmente attraverso la preghiera.

Al termine del rito esequiale, è stata chiusa la bara e, accompagnati dai sacerdoti e dagli operai comunali che hanno prestato il servizio alla tumulazione, il corteo si è recato processionalmente nel piccolo cimitero claustrale, dove Padre Pasquale ha benedetto il tumulo per l’inumazione di Madre Teresa.

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