Sale il numero delle vittime delle piogge torrenziali in Spagna FOTO ANSA/SIR

Patrizia Caiffa

È uno scenario apocalittico quello di queste ore in Spagna, nella provincia di Valencia, con forti alluvioni causate dal fenomeno meteorologico Dana (Depressione isolata a livelli alti). Finora si contano almeno 90 morti e circa un centinaio di dispersi. Fiumi di fango hanno trascinato decine e decine di automobili con la violenta forza dell’acqua. Anche alcune parrocchie sono state devastate, con l’acqua che arriva alla vita o alle ginocchia, secondo le testimonianze raccolte dal Sir. Alcune stanno accogliendo gli sfollati e si sono messe a disposizione delle autorità per aiutare. “È stato come uno tsumani”, dice un parroco. La Caritas diocesana di Valencia si è messa a disposizione delle pubbliche amministrazioni per qualsiasi necessità. Al momento si sta coordinando con il Comune di Valencia per sostenere le persone sfollate ospitate nell’Alqueria del Basket e nel Complesso Municipale Pechina. Nel frattempo ha aperto due conti per raccogliere donazioni in denaro con cui sostenere le zone più colpite: La Ribera, la regione di Utiel-Requena, La Hoya de Bunyol e l’area metropolitana di Valencia. Anche l’Università Cattolica di Valencia ha sospeso tutte le lezioni e le attività studentesche. Il presidente della Conferenza episcopale spagnola, monsignor Luis Argüello ha inviato un messaggio all’arcivescovo di Valencia  mons. Enrique Benavent, che ha ringraziato pubblicamente tutte le diocesi della Spagna che stanno offrendo aiuto.

Nella parrocchia Nostra Signora del Pilar e Maria Madre della Chiesa di Catarroja, il parroco José Vicente Alberola racconta che hanno avuto delle vittime e l’acqua è arrivata a tre metri di altezza.

È scomparsa tra le acque perfino l’immagine della Vergine.

“Stiamo tentando di salvare qualcosa ma non abbiamo copertura telefonica ed è difficile mobilitare le persone per gli aiuti. È tutto distrutto”. Dalle prime ore del mattino è in atto un coordinamento tra l’arcidiocesi, la Caritas diocesana e le vicarie episcopali delle zone colpite. Inizialmente era stato chiesto alle parrocchie e alle Caritas parrocchiali di mettere a disposizione le proprie strutture per aiutare le vittime e le famiglie e fornire aiuti ma poi si è capito che erano state anche loro colpite, allagate, isolate, senza energia elettrica e comunicazioni.

Nella parrocchia Nostra Signora della Grazia nel quartiere valenciano della Torre. “Siamo in piena crisi, le conseguenze saranno drammatiche”, riferisce don Salvador Pastor, parroco di Nuestra Señora de Gracia del quartiere valenciano della Torre, un quartiere operaio con famiglie che vivono in condizioni molto povere. “Speriamo che dichiarino l’emergenza, altrimenti non si potrà far fronte a questa situazione drammatica”. “È difficile fare un bilancio delle famiglie colpite – dice -,

con la Caritas parrocchiale assistiamo ogni settimana circa 190 famiglie, ma l’alluvione ne ha colpite moltissime altre, per cui la totalità potrebbe superare il mezzo migliaio”.

Parrocchia e quartiere completamenti allagati. In questo momento la parrocchia valenciana non riesce ad offrire nessun tipo di aiuto materiale, “perché la parrocchia è completamente allagata, con un metro e mezzo d’acqua e quasi tre palmi di fango – prosegue il parroco -, sia nelle dependance che in sacrestia. La porta della chiesa è collassata sotto una montagna di veicoli ammucchiati dalla forza dell’acqua e non abbiamo energia elettrica”. Il sacerdote dice che l’effetto della Dana “è stato devastante. In questa zona non pioveva, ma è arrivata tutta l’acqua dai burroni che sono traboccati, è entrata con talmente tanta forza da inondare tutto il quartiere, tranne alcune zone più elevate.

E’ stato come uno tsunami. La Torre è un quartiere con molte case basse all’altezza della strada. Insieme a negozi e locali sono stati completamente allagati”.

È ancora allerta. Gli agenti della polizia locale hanno avvertito via megafono che nessuno deve attraversare l’altro lato del ponte che divide il quartiere, in attesa di un’altra valanga d’acqua. “Molti vicini che hanno parenti dall’altra parte hanno cercato di accedere da una passerella, avevano l’acqua alle ginocchia, ma le autorità hanno avvertito di non muoversi”. Le forze di sicurezza e le forze dell’ordine stanno continuando a soccorrere le persone intrappolate nelle case, dopo aver lavorato tutta la notte. “Molti sono stati accolti da familiari che si trovavano nei punti più alti del quartiere e la stragrande maggioranza sta per essere trasferita in centri di accoglienza abilitati dalle autorità”, conclude don Pastor.

È ancora sotto choc il parroco di Nostra Signora Maria Teresa del Rosario di Sedaví, don César García: “Sembra un sogno ma è la realtà”. Il sacerdote dice che la parrocchia si è messa a disposizione del comune per aiutare e sta mobilitando i giovani educatori per aiutare nelle varie necessità.  “C’è molta solidarietà. La gente sta aiutando gli anziani, cerca di liberare le fogne. Anche ieri sera hanno aperto le loro case a tutti quelli che avevano bisogno di riparo.

Noi abbiamo accolto una dozzina di persone che non possono entrare nelle loro case perché l’acqua arriva già alla vita”.

Anche la chiesa parrocchiale, spiega, è stata colpita dal fango e dall’acqua e l’ufficio parrocchiale è andato completamente perso. “In questo momento ci rivolgiamo a Dio perché ci aiuti”.

“A tutti coloro che soffrono, tendiamo una mano amica, di fratelli, e siamo attenti alle loro necessità”, ha detto l’arcivescovo di Valencia, mons. Enrique Benavent celebrando questa mattina una messa per le vittime in basilica: “Alle persone che in questi momenti sono rimaste senza casa, che stanno soffrendo, vogliamo manifestare solidarietà e vicinanza della Chiesa e, nella misura delle nostre possibilità, accompagnarle e assisterle nelle loro necessità”.  Ha poi rivolto parole di conforto “alle vittime, alle loro famiglie, a coloro che hanno sofferto situazioni drammatiche”.

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