Maddalena Maltese
(da New York) Stavolta nel mirino dei cacciatori di voti falsi sono finite anche loro: 53 suore benedettine residenti ad Eire in Pennsylvania che si sono ritrovate in un post su X accusate di aver manipolato il processo elettorale. Suor Patricia e le sue consorelle sono tra le vittime del “Movimento per l’integrità elettorale”, una novità della campagna elettorale statunitense. Guidato dalla narrativa delle elezioni rubate e truccate del 2020, il Movimento inizialmente noto come “Stop the steal – Stop al furto” è diventato ora una quinta colonna del partito repubblicano per vigilare sul processo di certificazione del voto, sull’integrità delle schede elettorali e sulla registrazione degli elettori. Negli Stati Uniti non si riceve in automatico la scheda elettorale, ma ogni cittadino deve iscriversi e confermare che desidera votare nelle elezioni federali, statali e locali. Così hanno fatto anche le 53 religiose, ma Cliff Maloney, conservatore e fondatore di “The Pennsylvania Chase”, nella sua caccia alle frodi ha supposto che il convento fosse un covo di falsi elettori.
Le indagini che i vari Stati hanno condotto per identificare i non cittadini che avrebbero violato la legge e avrebbero votato hanno avuto risultati ben diversi rispetto alle teorie della cospirazione poi strombazzate dall’ex presidente Donald Trump e dai suoi sostenitori. La Georgia, uno Stato che ha visto contestati i risultati elettorali del 2020, ha riferito che su 8 milioni e 200mila elettori sono stati trovati solo 20 non cittadini, e di questi solo 9 hanno tentato di votare. Su 8 milioni di elettori nell’Ohio sono stati trovati 459 non cittadini non registrati, e di questi solo 138 avevano tentato di votare.
Gli esperti elettorali concordano che i sistemi messi in atto per identificare i non cittadini funzionano bene e che i casi di voto illegale sono estremamente rari.
Eppure Donald Trump e i suoi alleati hanno lavorato sofisticatamente per far eleggere funzionari repubblicani affiliati al movimento Maga (Make America Great Again) nelle commissioni che certificheranno le elezioni. Questi funzionari possono negare i risultati elettorali dei loro seggi, perchè convinti di minacce all’integrità del voto. In realtà la legge glielo vieta, mentre possono segnalare le irregolarità alle autorità giudiziarie deputate alle indagini dei vari casi. Eppure questi funzionari Maga si stanno preparando a generare il caos nei conteggi e nelle contestazioni dei voti, ritardando la proclamazione chiara del vincitore alle urne.
Cleta Mitchell, ex deputata repubblicana dell’Oklahoma che ha aiutato Trump negli sforzi per ribaltare la sua sconfitta in Georgia attraverso il suo network sull’integrità elettorale, ha già minacciato i funzionari ai seggi. “Riprenderemo il nostro sistema elettorale, una contea alla volta in tutta l’America”, ha detto l’attivista repubblicana in un suo podcast, spiegando che una schiera di avvocati è pronta a contestare i risultati di ogni seggio e ad far causa agli elettori falsi.
Suor Patricia e le sue consorelle, per evitare di essere identificate come criminali entrate in politica, perdendo i benefici fiscali riservati alle istituzioni religiose, dovranno far causa all’attivista repubblicano, che le ha messe alla gogna senza neppure verificare che il loro monastero è presente nella contea dal 1850 e che dal 1969 occupa l’edificio ora inserito nella lista dei cospirazionisti. La realtà è che questa contea della Pennsylvania sarà tra quelle determinanti nel sancire la vittoria, per poche centinaia di voti, di Donald Trump o della vicepresidente Kamala Harris e dovrà affilare le armi per non cadere nella trappola delle frodi elettorali.
“Penso che sia ingenuo o una forzatura deliberata fingere che il sistema di voto degli Stati Uniti sia assolutamente puro e impeccabile”, ha dichiarato Gerry Baker, ex direttore del Wall Street Journal, incontrando a New York, il Gruppo esponenti italiani (Gei), ma già nel 2020, queste teorie cospirative selvagge, folli e assurde che andavano dalle interferenze straniere alle schede elettorali alterate non hanno presentato prove, nonostante tante indagini”. Intanto il Movimento sull’integrità elettorale continua la sua caccia e non ha neppure ritrattato le accuse alle ignare religiose di Eire.