Un appello ai volontari perché si coordino con le autorità locali e le forze di sicurezza nelle attività di pulizia nelle aree colpite dal Dana: è stato lanciato oggi dalla Caritas Spagna. In una lunga nota apparsa sul sito, si legge che “quattro giorni dopo la tragedia, in alcune città o zone l’accesso è ancora limitato”.
Le comunicazioni sono difficili perché continuano le interruzioni di corrente e delle linee telefoniche, ma la Caritas di Valencia cerca di mantenere i contatti con i quattro vicariati che hanno sofferto più duramente per il passaggio di Dana. Si portano i rifornimenti nelle zone più accessibili (Aldaya, Benetúser, Alfafar e Sedaví): cibo e mascherine, guanti, prodotti per la pulizia. La difficoltà di accedere ad alcune aree rende difficile organizzare la logistica degli aiuti. Si sta anche cercando di allestire gli spazi della Caritas a Valencia per accogliere le persone più vulnerabili che le diverse Caritas parrocchiali già sostenevano prima di questa catastrofe naturale. Alcuni comuni hanno chiesto alla Caritas di coordinare l’aiuto e l’accompagnamento delle persone anziane a mobilità ridotta ed è proprio la priorità di molte Caritas parrocchiali quella di rintracciare le persone che si trovavano in situazioni di vulnerabilità: sia persone che erano già seguite, ma anche famiglie che, dopo il passaggio di Dana, hanno richiesto un aiuto.
“Siamo in contatto con le persone, stabilendo priorità e identificando i bisogni che considerano più urgenti”, riferisce nella nota la direttrice di Caritas Valencia, Aurora Aranda. Se Dana ha lasciato ovunque devastazione, Letur, comune di Albacete, è quello che più ha sofferto. “Stiamo ancora cercando le persone scomparse e speriamo che possano essere ritrovate presto”, ha dichiarato la direttrice della Caritas diocesana di Albacete, Rosa García. “Ma nel mezzo di quella ferita profonda, le persone di Letur che hanno perso così tanto hanno una forza incredibile e sono tutte unite dando quello che hanno. Apprezziamo sinceramente le espressioni di affetto e solidarietà di persone, aziende e associazioni che fin dal primo momento si sono messe a disposizione della Caritas per collaborare”. Intanto la Caritas nazionale ha lanciato una campagna di raccolta fondi. Una volta identificati i bisogni e riattivata la possibilità di raggiungere i luoghi ancora isolati, fa sapere, “comunicheremo di quale sostegno avremo bisogno da parte della società”. A quattro giorni dalla catastrofe il numero dei morti accertati è di 211; i dispersi sarebbero 1.900.
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