Santo Sepolcro, altare interno (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Ibrahim Faltas

“Ricordati, Signore dei tuoi fedeli che ci hanno preceduto nel segno della fede”.
Il ricordo della preghiera per tutti i defunti è quotidiano, il 2 novembre la preghiera diventa solenne e universale.

Commemorare, ricordare, onorare sono verbi che non avrebbero senso se non li usiamo per rispettare cosa c’è prima della morte: la vita!

E si rispetta la vita aggiungendo valore alla vita stessa, non togliendo dignità e rispetto a chi ha fame, a chi ha sete, a chi ha bisogno di cure, a chi ha bisogno di tutto. La guerra toglie la vita privando gli ospedali di elettricità e di ossigeno; chi sostiene la guerra non rispetta la dignità e la sacralità dell’essere umano se vengono a mancare anche i sudari per avvolgere le salme.

In Terra Santa il “giorno dei morti” non è solo ricordato il 2 novembre, ogni giorno i bollettini di guerra ci informano sui numeri dei morti e sui numeri di soffre a causa della guerra.

La morte si vede e quasi si tocca: la distruzione delle case, degli ospedali, delle scuole, degli edifici di culto sono simboli di morte come la natura, oltraggiata e ferita, sepolta dalla tomba di rifiuti. Anche se come credenti accettiamo la morte come passaggio nella speranza della vita eterna, è sempre difficile accettare la sofferenza e il dolore del distacco. Sono stato parroco a Gerusalemme e ho accompagnato tanti frati e tanti parrocchiani ai cimiteri della Città Santa e ho benedetto le loro tombe nel giorno dedicato ai defunti.

Ricordo sempre, e si ripetono nella mia mente, le parole del Salmo: “Insegnaci, Signore, a contare i nostri giorni, per ottenere un cuore savio”. Mosè chiede al Signore la sapienza per accettare le difficoltà dei giorni vissuti perché è certa la ricompensa. È difficile accettare le malattie o gli imprevisti che portano alla morte, è difficilissimo accettare le morti violente ed evitabili. È ancora più doloroso accettare la morte di giovani vite innocenti a cui sono stati troncati i sogni e il futuro.

Il 2 novembre per tradizione visitiamo i cimiteri, preghiamo per tutti i defunti, accendiamo un lume per ricordare la luce di Cristo nella vita eterna, benediciamo le tombe. Ricordiamo i nostri cari e ricordiamo chi non abbiamo mai conosciuto in vita e affidiamo loro alla misericordia di Dio. Ricordiamo chi ha perso la vita a causa dell’odio e della violenza, ricordiamo chi ha sofferto in solitudine gli ultimi momenti di vita, ricordiamo chi non ha ricevuto una degna sepoltura e chi è rimasto sepolto sotto le macerie e ha come tomba quelle macerie.
Ricordiamo e onoriamo i defunti ma rispettando e onorando la vita.

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