GROTTAMMARE – Nella storica cornice della chiesa di San Giovanni Battista, nel borgo alto di Grottammare, si è svolta la consueta celebrazione mensile della Confraternita dell’Addolorata. A presiedere la cerimonia è stato don Claudio Capecci, che ha sottolineato l’importanza di coinvolgere nuove generazioni all’interno del gruppo, affinché questa preziosa tradizione possa continuare a essere parte viva del patrimonio spirituale e culturale della comunità.

Alla celebrazione hanno partecipato consorelle e confratelli della confraternita, che formalmente porta il nome di Confraternita della «Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo e dei Dolori di Maria Vergine». Questo antico sodalizio rappresenta un’istituzione secolare del borgo, tramandando valori di assistenza, pietà e devozione.

Le Origini della Confraternita

La Confraternita dell’Addolorata fu fondata ufficialmente il 10 febbraio 1757 e, solo un anno più tardi, venne unificata alla «Compagnia del Santissimo Sacramento», che risaliva al XVI secolo. Tuttavia, le sue radici sembrano ancora più antiche, risalenti alla confraternita del «Corporis Christi», istituita dal cardinale Alessandro Peretti, nipote di Sisto V, il pontefice nato proprio a Grottammare nel 1521.

Già prima del 1585, infatti, i documenti storici del comune attestano l’esistenza della confraternita del «Santissimo Corpo di Gesù», rendendola di fatto coeva a Sisto V. Il 19 aprile 1758, la confraternita venne infine aggregata alla «Compagnia della Morte» di Roma, ottenendo così il titolo completo di «Confraternita della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e dei Dolori di Maria Vergine, del Santissimo Sacramento e della Buona Morte».

Le Funzioni della Confraternita e il Suo Impegno Sociale

Nata con una forte vocazione assistenziale, la Confraternita dell’Addolorata ha svolto un ruolo centrale nella cura della comunità. Originariamente, si occupava dell’ospedale Madonna della Misericordia e gestiva i funerali per i poveri, oltre a curare il cimitero. Ancora oggi, i confratelli godono del diritto di essere sepolti nella tomba sociale, simbolo dell’appartenenza a questa antica fratellanza.

Tra le attività storiche figurano la gestione della processione del Cristo Morto, la devozione delle Quarant’ore a Santa Lucia e varie pratiche spirituali per le anime del Purgatorio. Con un carisma rivolto ai più umili e agli emarginati, la confraternita si propone di accompagnare i defunti alla Luce divina e di sostenere i bisognosi, continuando a promuovere la Passione di Gesù Cristo e la devozione a Maria Addolorata.

Simboli e Tradizioni

Curiosità storica riguarda la veste dei confratelli, caratterizzata dal cappuccio noto come “buffa”, che un tempo serviva a mantenere l’anonimato durante le opere di carità. La tradizione imponeva infatti che queste attività fossero svolte in totale discrezione, per evitare qualsiasi forma di riconoscimento o ringraziamento pubblico, in linea con lo spirito di umiltà e servizio della confraternita.

Oggi, la «buffa» è conservata come simbolo di un passato di dedizione e modestia, valori che la Confraternita dell’Addolorata continua a incarnare nel cuore della comunità di Grottammare, custode di un’eredità che resiste ai secoli.

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