GROTTAMMARE – L’arrivo dei cittadini rumeni in Italia è stato un fenomeno significativo a partire dagli anni Novanta, quando il crollo del blocco comunista ha determinato profondi cambiamenti geopolitici, aprendo le porte all’emigrazione. La Romania, segnando la fine di un periodo di isolamento economico e politico, ha assistito a una consistente fuga di forza lavoro verso l’estero. Inizialmente, ottenere un visto per entrare in Italia non era semplice, ma le affinità culturali, linguistiche e religiose tra i due paesi hanno agevolato il processo.
L’adesione della Romania al Patto di Schengen è stata ufficializzata solo nel marzo 2023, sedici anni dopo il suo ingresso nell’Unione Europea. Tuttavia, l’apertura delle frontiere è avvenuta in un momento in cui molti rumeni avevano già stabilito una vita in Italia o non sentivano più la necessità di emigrare, poiché la Romania stava vivendo una fase di crescita economica significativa.
I Rumeni in Italia: presenza diffusa e contributo al tessuto socio-economico
In Italia, i rumeni si sono distribuiti principalmente nelle aree industriali, ma nessuna regione è stata esclusa dalla loro presenza. Le esigenze lavorative, che spaziavano dall’agricoltura all’edilizia, dalla ristorazione ai servizi domestici, hanno portato questa comunità a integrarsi capillarmente in tutto il paese. Anche in realtà più piccole come Grottammare, i rumeni hanno lasciato un segno tangibile: su 951 stranieri registrati, 129 sono di origine rumena (dati UrbiStat).
Molti immigrati arrivano con progetti temporanei, mirati a migliorare le loro condizioni economiche prima di tornare in patria. Tuttavia, le dinamiche familiari, come la presenza di figli che si inseriscono nel sistema scolastico locale, spesso modificano questi piani, portando molte famiglie a stabilirsi definitivamente in Italia.
Storie di integrazione: Marinela Lungu, da atleta a cittadina modello
Tra le tante storie di successo e integrazione spicca quella di Marinela Lungu, ex pallavolista della nazionale rumena e oggi cittadina di Grottammare. Marinela, nata a Onești nel 1971, ha respirato sin da bambina l’atmosfera dello sport d’élite, crescendo nella stessa città della leggendaria ginnasta Nadia Comaneci. Dopo essersi trasferita con la famiglia a Lugoj, Marinela è stata notata per il suo talento atletico e ha iniziato la carriera nella pallavolo, arrivando a giocare in Serie A e rappresentando la Romania in competizioni internazionali, come i Campionati Mondiali e i Balcaniadi, dove ha conquistato una medaglia di bronzo.
Nonostante i successi sportivi, Marinela ha affrontato le difficoltà economiche di un sistema che, durante il regime comunista, offriva poco supporto alle atlete, costringendole a lavorare per mantenersi. Questo spirito di sacrificio e determinazione l’ha accompagnata in tutte le fasi della sua vita.
Dalla Romania all’Italia: un nuovo inizio
Nel 2003, Marinela ha deciso di trasferirsi in Italia, spinta dalla passione per la cucina, in particolare quella italiana. Ha lavorato nella pizzeria Perbacco di Grottammare, dove ha imparato i segreti della pizza, senza mai abbandonare il suo amore per la pallavolo. A Offida, ha allenato squadre giovanili, portando le bambine a ottenere risultati eccellenti nei campionati regionali. La sua attività di allenatrice si è estesa anche a Ripatransone, dove ha contribuito alla crescita sportiva di molte ragazze.
La sua dedizione allo sport e il suo impegno verso i giovani riflettono i valori che Marinela ha portato dalla Romania e che ha condiviso con le comunità italiane che l’hanno accolta.
Una vita realizzata a Grottammare
Oggi, Marinela vive una vita piena e appagante a Grottammare, dove ha trovato l’amore e ha costruito una famiglia. La nascita di suo figlio nel 2009 ha segnato una nuova fase della sua vita, portandola a radicarsi definitivamente in Italia. Nonostante il legame indissolubile con la Romania, Marinela ha scelto di garantire al figlio un futuro stabile nel paese che l’ha accolta.
La sua storia è un esempio di resilienza, passione e capacità di adattarsi. Lo spirito sportivo che l’ha formata fin da bambina continua a guidarla, facendone un modello per la comunità locale. Marinela è la dimostrazione concreta di come l’immigrazione possa arricchire non solo chi la vive, ma anche le realtà che la accolgono.