“Abbiamo bisogno, nella società come nella Chiesa, di ascoltare voci femminili; abbiamo bisogno che saperi diversi cooperino all’elaborazione di una riflessione ampia e saggia sul futuro dell’umanità; abbiamo bisogno che davvero tutte le culture mondiali possano offrire il loro contributo ed esprimere bisogni e risorse. Solo così possiamo ‘pensare e generare un mondo aperto’, come ho auspicato nel Capitolo terzo della mia Enciclica Fratelli tutti”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti all’incontro “Bene comune: teoria e pratica”, organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita, che ha luogo oggi pomeriggio in Vaticano. Il bene comune, puntualizza Francesco, non è “semplicemente un’idea, un progetto politico e sociale, piuttosto una comunione di volti, di storie, di persone”: “è anzitutto una pratica, fatta di accoglienza fraterna e di comune ricerca della verità e della giustizia”. “Nel nostro mondo segnato da tanti conflitti e contrapposizioni che sono frutto dell’incapacità di alzare lo sguardo oltre interessi particolari, è di grande importanza richiamare il bene comune, uno dei capisaldi della dottrina sociale della Chiesa”, l’appello di Francesco: “Abbiamo bisogno di solide teorie economiche che assumano e sviluppino questo tema nel suo specifico, affinché possa diventare un principio effettivamente ispiratore delle scelte politiche  e non soltanto una categoria tanto invocata nelle parole quanto disattesa nei fatti”.

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