Di Giulia Ciriaci
Con Elena, ormai quasi centenaria, se ne va l’ultima gemma di Santa Gemma. Non è un gioco di parole, ma un dato di fatto. Tra quelle prime, giovanissime donne che abbracciarono gli ideali cristiani di amore predicati da don Vittorio, c’era anche lei: l’allora giovanissima Elena Angellotti.
Elena, originaria di Acquaviva, conobbe don Vittorio durante lo sfollamento dei sambenedettesi nel suo paese. Poco più che sedicenne, si unì al gruppo guidato da don Vittorio, impegnato nel soccorrere “la povera gente, immiserita e sperduta”. Con altre ragazze, si dedicava a raccogliere viveri per sfamare i bisognosi, bussando di porta in porta. Raccontava con un sorriso di quando, un giorno, si trovò a bussare al palazzo Rossi Panelli, dove inaspettatamente era insediato il comando tedesco. In seguito avrebbe detto:
“Tornammo a casa con il cuore che ci batteva forte per la paura, ma felici per le sporte piene!”
Zucker, Mehl, Kindermehl, Nahrungsmittel… Anche loro ormai chiamavano così quel ben di Dio racimolato.
Elena seguì don Vittorio e anche Dina, che nel frattempo era stata accolta dalla famiglia Gaetani ad Acquaviva. Nel suo diario scrisse:
“Tanto io quanto le ragazze della mia età seguiamo le sue parole di fuoco. Esse scuotono i nostri animi. Gli incontri si tengono nella cantina dei Gaetani: ci sembra di essere nelle catacombe.”
Il padre di Elena, alla sua richiesta di seguire don Vittorio quando questi lasciò Acquaviva, le impose una condizione: che prima si laureasse. Elena non tardò a conseguire il titolo e poi si immerse in quella straordinaria realtà che fu Santa Gemma, diventando la “mamma” di centinaia di bambini.
Un episodio tra tanti testimonia il suo profondo senso di maternità. Venuta a sapere che un neonato era stato abbandonato in ospedale, forse a causa del labbro leporino e della palatoschisi che lo affliggevano, o forse semplicemente perché era una bocca in più da sfamare, Elena non esitò. Con la determinazione che la contraddistingueva, ottenne il permesso dai medici di stargli accanto. Attraverso il suo abbraccio e le sue parole, cercò di trasmettergli la forza dell’amore. Al momento delle dimissioni, il percorso del piccolo Emilio – così fu chiamato – era già tracciato: la grande famiglia di Santa Gemma era pronta ad accoglierlo con gioia.
Episodi simili a questo sono numerosi e difficili da elencare tutti.
Ecco perché con Elena se ne va davvero l’ultima gemma di Santa Gemma.
Le esequie si terranno martedì 19 novembre, con inizio alle ore 14.45 presso la Casa Famiglia Santa Gemma, situata nel quartiere Paese Alto. Successivamente, il corteo funebre raggiungerà l’Abbazia di San Benedetto Martire, dove alle ore 15.00 verrà celebrato il funrale.
Al termine delle esequie, la salma verrà accompagnata al cimitero di Acquaviva Picena. La famiglia ha voluto esprimere un sentito ringraziamento a quanti si uniranno al dolore e parteciperanno al lutto.
(Volutamente, anziché la sua foto, proponiamo questa immagine tratta dal libro che racconta la storia di Santa Gemma. Non la rappresenta nella fisicità, ma nell’essenza: l’umiltà di un volto sorridente, ma reclinato, che non vuole mettersi in mostra. E, al contempo, la forza e la gioiosità trasmesse a una bambina, espresse nella stretta fiduciosa delle mani.)