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Sei colpito da “La sindrome del terzo panino”? Scoprilo attraverso il libro di Gianluca Marinangeli

Di Filomena Gagliardi

Gianluca Marinangeli ha scritto un libro bellissimo, La sindrome del terzo panino, edito da Poderosa Edizioni, una casa editrice marchigiana diretta con grande coraggio da Jonathan Arpetti.
Gianluca è un uomo poliedrico: scrive per il teatro, scrive libri e da poco, stando a quanto leggo sui suoi canali social, è anche un love coach al contrario, ironico, dissacrante, controcorrente rispetto a quelli tradizionali.

Un modo leggero per sconfessare una figura professionale che negli ultimi anni sta acquisendo sempre più rilevanza (molto più del cartomante!), data l’immaturità emotiva che sembra dominare la società dei nostri tempi, sempre più slegata e “scoppiata”.
Comunque, Gianluca ha pubblicato questo libro nel 2020, rielaborandolo da un suo copione teatrale. Sicuramente merita andare a vedere lo spettacolo a teatro: e chi lo desidera potrà farlo già venerdì 22 novembre, quando l’autore si esibirà al Teatro del Navile a Bologna. Per il suo tour e per i suoi “sconsigli amorosi”, vi invito a seguirlo su Facebook!

Tuttavia, per chi, come me, è molto aristotelica, anche la lettura libresca della pièce può essere un’ottima esperienza emotiva e conoscitiva.
Del resto, l’autore è abile a trasferire nella diegesi tratti teatrali, come il prologo. Inoltre, ogni capitolo è introdotto da una citazione d’autore: quasi una sorta di coro che commenta i fatti rievocati.
L’io narrante parla in prima persona e, come dirà più avanti lo stesso Marinangeli, solo in parte coincide con l’autore: non tutto il breve romanzo è autobiografico.
Il protagonista e l’“io-raccontante”, dunque, attraverso un tono tra il lirico e l’ironico, mostrano parte della loro vicenda personale in otto capitoli. Una vita che è stata sempre segnata da una consapevolezza costante che la voce narrante ripete spesso, quella di non aver mai avuto una forte personalità: «La mancanza di una forte personalità mi caratterizzò quindi fin dalla nascita e fu una carenza che fece un bel tratto di vita con me».

Questa mancanza ha sempre condizionato il nostro eroe nelle sue relazioni con i genitori, con i fratelli, con i compagni di scuola e con le donne.
In particolare, la carenza di autostima lo ha sempre indotto a pensare di dover compiacere gli altri, o meglio di non avere il diritto di compiere delle scelte di vita autonome, ma di dover sempre seguire ciò che gli altri avevano deciso per lui.
Quest’ultimo aspetto emerge soprattutto quando, dopo il diploma, egli vorrebbe andare a Roma a studiare recitazione, un’aspirazione recisa brutalmente dai genitori: «Fatto sta che io non ho mai avuto una forte personalità e così, ancora una volta, presi quello che passava il convento senza curarmi troppo di quello che volevo fare io».

Ho detto che l’assenza di una forte personalità ha determinato negativamente l’esistenza del protagonista: in realtà, anche il contesto in cui è nato e cresciuto, e quindi si è formato il suo imprinting, non ha aiutato la sua personalità a svilupparsi in modo sano e forte. E questo si riconnette al titolo: che cos’è la sindrome del terzo panino? Si tratta di una sorta di patologia che il narratore immagina essergli stata diagnosticata dal suo psicologo:
«Io credo di aver sofferto il fatto di essere l’ultimo di tre figli e col tempo mi è cresciuto il sospetto che l’amore dei genitori per i figli segua il principio che in economia si chiama “Legge dell’utilità marginale decrescente”, la quale afferma che all’aumentare del consumo di un bene, l’utilità marginale di quel bene diminuisce. Ad esempio, immaginate di provare una gran fame e finalmente vi presentano davanti un panino dall’aspetto molto invitante e farcito con tutti gli ingredienti che più amate al mondo. Appena lo vedete lo mangiate con gli occhi, poi il suo profumo vi inebria e quando riuscite ad addentarlo in quattro morsi è finito. Una volta terminato, voi amate anche solo il ricordo di quel panino. Poco dopo ve ne servono un secondo quasi uguale, lo guardate e, rendendovi conto di avere ancora un posticino nella pancia, lo mangiate magari con gusto, ma per quanto possa essere prelibato non vi darà mai la stessa soddisfazione procurata dal primo. Finito anche il secondo panino vi scolate soddisfatti una bella birra gelata, fate un bel rutto e qualcuno vi piazza davanti un terzo panino. Voi sapete che potreste benissimo farne a meno, d’altra parte non l’avete neanche voluto, ma di certo non si può cestinare con leggerezza e allora ve lo mangiate: buono, ma non è come il secondo e nemmeno lontanamente come il primo! Ecco, io mi sono sempre sentito un po’ come il terzo panino. Dopo aver ascoltato questo esempio durante uno dei nostri primi incontri, il mio psicologo consultò diversi manuali ma, non riuscendo ad associare nessuna patologia alla situazione esistenziale che stavo esternando, battezzò il mio quadro clinico con la definizione “La sindrome del terzo panino”».

In ultima analisi, si tratta della patologia che affligge i non amati, coloro che non sono accettati e che, anzi, si sentono sempre di troppo nelle relazioni, di qualsiasi tipo esse siano.
Senza svelare troppo, mi limito a dire, però, che ad un certo punto, nella vita di tutti arriva un punto di non ritorno, un momento di svolta: o a causa di qualcosa di improvviso, o per asfissia, prima o poi si cambia. E anche il nostro eroe, forse, troverà la sua strada.
Ciò implica, per lui e per tutti, imparare a volersi bene e azzardare un atto di coraggio, autostima, irriverenza.
Al di là dei particolari autobiografici e non, dei dettagli realistici e non, questo è il “sugo” dell’opera.
Con tale messaggio, Gianluca raggiunge tanti lettori e tanti spettatori, esattamente come farà, ancora una volta, a Bologna questo venerdì. Spesso i suoi destinatari prediletti sono gli studenti, in quanto tra i temi trattati vi è anche quello del bullismo, subito a scuola anche dal Gianluca fittizio.
Se non avessi impegni di lavoro, la tentazione di mollare tutto, prendere un treno, andare a visitare la bella città emiliana e vedere lo spettacolo di Gianluca sarebbe molto forte. Resistiamo però, e sarà per un’altra volta!

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