DIOCESI – Si celebra oggi, 21 Novembre 2024, la Giornata Mondiale della Pesca. Per l’occasione papa Francesco ha accolto la richiesta di un’udienza privata speciale dedicata ai pescatori, avanzata da mons. Gianrico Ruzza, vescovo promotore dell’Apostolato del Mare in Italia, e dalla Segreteria generale della CEI. L’incontro, che avverrà Sabato 23 Novembre 2024, alle ore 10:00, sarà anche l’occasione per ricordare la situazione di precarietà e le sfide che questo ambito del settore primario dell’economia deve affrontare ogni giorno.
Per le Diocesi del Piceno parteciperà una delegazione di oltre duecento persone, costituita da comunità di pescatori della Marineria Sambenedettese, familiari, esponenti delle associazioni di categoria e dei sindacati che si occupano di pesca.
Alla loro guida ci saranno l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicepresidente della CEI e vescovo delle Diocesi Picene, don Giuseppe Giudici, direttore dell’Ufficio diocesano dell’Apostolato del Mare della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, e Franco Veccia, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato sempre della Diocesi Truentina.
Queste le parole di don Giuseppe Giudici: «Siamo grati a papa Francesco e anche all’Ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare, per aver rispettivamente concesso e richiesto questa udienza speciale. In questo modo la Chiesa mostra la sua vicinanza al mondo della pesca e dei pescatori, un mondo veramente bello, ma che sta subendo delle trasformazioni radicali a cui spesso non è preparato. Questi mutamenti talvolta sono legati al cambiamento climatico, ma nella maggior parte dei casi sono dovuti soprattutto a delle leggi europee che spesso non tengono conto della cultura, della tradizione e delle caratteristiche proprie dei diversi territori. A queste criticità si aggiunge anche la difficoltà di un valido ricambio generazionale. I giovani, infatti, mostrano poco interesse per questa professione che è percepita come faticosa, pericolosa, mal retribuita e anche poco conciliabile con gli affetti. Chi decide di scegliere questa vita, in effetti, deve allontanarsi dalla famiglia per periodi di almeno quattro o cinque giorni, se non anche più lunghi. Speriamo che questa udienza sia di incoraggiamento ai pescatori in attività e sia di aiuto anche per il rilancio di questo settore».
La gratitudine di don Giudici si estende anche a mons. Palmieri. «Siamo grati anche al nostro vescovo Gianpiero – prosegue infatti il sacerdote –, perché in questi primi e pochi mesi di episcopato nella Diocesi Truentina ha già incontrato tre volte il mondo della pesca. Prima di tutto, in occasione del suo ingresso nella nostra Diocesi, ha dedicato un momento speciale ai nostri pescatori, in rappresentanza di tutto il vasto mondo del lavoro. Poi, in occasione del ritorno in mare dopo il fermo biologico, il vescovo ha voluto salutare i pescatori prima che salpassero, accompagnato anche dalla comandante della Capitaneria di Porto, Alessandra Di Maglio, e dal sindaco della Città di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo. Infine, la notte tra Lunedì 18 e Martedì 19 Novembre, ha fatto visita agli operatori del mercato ittico, i quali hanno raccontato la loro esperienza di lavoro nel settore della pesca e, più in generale, la loro storia di vita. Mons. Palmieri era curioso di scoprire quel mondo e anche felice di portare parole di speranza in un luogo di lavoro in cui ce n’è particolarmente bisogno».
Quanto affermato da don Giuseppe Giudici conferma le parole contenute nel messaggio scritto, proprio per celebrare la giornata odierna, dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale: «Il lavoro dei pescatori, fra i più antichi dell’umanità, è profondamente cambiato in larga parte del nostro pianeta. Si può dire che le ferite inflitte alla nostra casa comune da un modello economico aggressivo e divisivo riguardano in modo diretto la vita e il futuro di milioni di esseri umani che vivono della pesca. Equilibri secolari fra lavoro umano e natura sono stati stravolti da modalità predatorie di implementazione di tecnologie e profitti, a vantaggio di una minoranza sempre più influente e potente, disinteressata agli effetti a medio e lungo termine di questa economia che uccide. Così la parola creatrice “Le acque brulichino di esseri viventi” (Gen 1,20) è calpestata da una pesca intensiva e strappata a coloro che per secoli hanno custodito le ricchezze del mare, dei fiumi e dei grandi laghi».
(Se vuoi leggere tutto il messaggio, clicca qui: https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/11/12/0883/01770.html).
Lo stesso cardinale, lo scorso anno, nel ringraziare i pescatori per il loro prezioso lavoro, li ha definiti “sentinelle di equilibri delicati e possibili pionieri dell’ecologia integrale“. In tal senso i pescatori della Marineria Sambenedettese sono all’avanguardia e, grazie al loro impegno nella raccolta delle plastiche in mare, possono essere considerati testimoni di quella conversione ecologica particolarmente cara a papa Francesco.
«Mi piace molto l’espressione usata dal cardinale Czerny – afferma Franco Veccia, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato della Diocesi Truentina –: l’attività dei pescatori, infatti, può essere una grande risorsa per quella cura del Creato a cui più volte il pontefice ci ha chiamato. Al riguardo, i pescatori della nostra costa hanno già dato il buon esempio, distinguendosi da diversi anni per l’attività di bonifica dei fondali marini, denominata “A pesca di plastica”, che è diventata un modello ripetibile in altre zone d’ Italia e che tante volte è stata citata anche da papa Francesco come esempio virtuoso di cura del Creato. Per tale ragione il nostro Ufficio diocesano ha un legame profondo con i pescatori e spesso chiediamo loro una testimonianza, che si rivela sempre un dono prezioso soprattutto per i più giovani. Proprio come è avvenuto l’anno scorso, in occasione della celebrazione della Giornata del Creato, quando abbiamo invitato alcuni pescatori a rilasciare una testimonianza davanti ad un platea d’eccezione, costituita dai giovani studenti del Liceo Scientifico Rosetti. Una bellissima esperienza che speriamo di poter ripetere anche in altre circostanze».
«Quello che mi fa condividere questa bella esperienza, poi, sono le mie origini di famiglia di pescatori e l’amicizia fraterna con don Giuseppe Giudici, mio compaesano – conclude il direttore Veccia –. Il lavoro dei pescatori, che è rischioso e duro, non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma anche un modo per nutrire le persone, per custodire la creazione e per contribuire al bene comune, con sacrificio e resilienza. Le loro famiglie condividono le difficoltà e la precarietà che questo genere di vita comporta. Eppure, a chi è nato sul mare, non si può togliere la bellezza e l’attaccamento al mare dal suo cuore. L’ incontro del 23 Novembre sarà un’occasione per celebrare insieme l’importanza di questo antico e prezioso lavoro, ma anche per riflettere sulle sfide della modernità.
Il nostro Ufficio e più in generale la Diocesi sono al fianco dei pescatori e di tutti coloro che, con fatica, sacrificio e dedizione, contribuiscono alla crescita economica e sociale della nostra comunità».
L’incontro con papa Francesco sarà, dunque, un ulteriore dimostrazione dell’attenzione e dell’affetto che la Chiesa riserva al mondo dei pescatori, i quali in questo particolare momento hanno bisogno più che mai di parole di incoraggiamento e gesti di speranza.
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