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La Provincia: no alla chiusura dello stabilimento Beko di Comunanza

PROVINCIA – L’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno esprime grande preoccupazione e netta contrarietà per la ventilata decisione di Beko Europe di chiudere, a fine 2025, lo stabilimento di Comunanza.

Il sindaco Loggi afferma: “Si tratterebbe infatti di un colpo durissimo inferto all’economia della zona montana e dell’intero territorio Piceno. Appena il 7 novembre scorso la Provincia, partecipando al confronto instaurato al Ministero delle Imprese del Made in Italy, espresse insieme alle altre istituzioni presenti l’urgenza imprescindibile di salvaguardare i livelli occupazionali predisponendo un piano industriale credibile e strutturato di rilancio del sito di Villa Pera.

La Provincia rinnova l’impegno ad essere al fianco delle istituzioni, dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali per attivare, nell’ambito delle proprie competenze, ogni possibile azione volta a scongiurare una gravissima crisi per la coesione sociale ed economica del Piceno e delle realtà coinvolte in altre aree del Paese. In tale prospettiva, è mia intenzione convocare, a breve, un Consiglio Provinciale aperto per promuovere un confronto con tutte le forze politiche, sociali, economiche del territorio su questa vicenda al fine di elaborare proposte e strategie di intervento e mobilitazione.

Si chiede, inoltre, al Governo nazionale e alla Regione di agire immediatamente utilizzando tutti gli strumenti possibili compreso l’utilizzo del Golden Power affinché l’azienda riconsideri tale drastica ed inaccettabile decisione ed attui invece, come auspicabile, politiche industriali responsabili volte a garantire occupazione e sviluppo.

Ci si lamenta del drammatico spopolamento subito dall’aree interne e la vicenda Beko dimostra e conferma quanto sia urgente e necessario intervenire, a livello centrale e regionale, con misure straordinarie e strutturali per contrastare un fenomeno che rischia di assumere proporzioni sempre più drammatiche con un impatto sociale ed economico insostenibile”.

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