“La storia della Chiesa, insegnata come parte della teologia, non può essere scollegata dalla storia delle società”.
Ne è convinto il Papa, che nella parte finale della lettera sul rinnovamento dello studio della storia nella Chiesa indica come “cantiere di ricerca privilegiato, per lo storico della Chiesa, quello di riportare alla luce quanto più possibile il volto popolare degli ultimi e quello di ricostruire la storia delle loro sconfitte e delle sopraffazioni subite, ma anche delle loro ricchezze umane e spirituali, offrendo strumenti per comprendere i fenomeni di marginalità e di esclusione di oggi”. “La storia della Chiesa può aiutare a recuperare tutta l’esperienza del martirio, nella consapevolezza che non c’è storia della Chiesa senza martirio e che mai si dovrebbe perdere questa preziosa memoria”, la tesi di Francesco: “proprio lì dove la Chiesa non ha trionfato agli occhi del mondo, è quando ha raggiunto la sua maggiore bellezza”. “Stiamo parlando di studio, non di chiacchere, di letture superficiali, di taglia e incolla di riassunti di Internet”, precisa il Papa: “Oggi molti ci spingono a perseguire il successo a basso costo, screditando il sacrificio, inculcando l’idea che lo studio non serve se non dà subito qualcosa di concreto. No, lo studio serve a porsi domande, a non farsi anestetizzare dalla banalità, a cercare senso nella vita. È da rivendicare il diritto a non far prevalere le tante sirene che oggi distolgono da questa ricerca. Ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo culturale con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione”.