Ieri, domenica 24 novembre, solennità di Cristo Re, alle 9.30, nella basilica di San Pietro, Papa Francesco ha presieduto la messa in occasione della XXXIX Giornata mondiale della Gioventù (Gmg) che ha come motto il versetto 40 del libro del profeta Isaia: “Quanti sperano nel Signore, camminano senza stancarsi”. Il tema della speranza segue quello del Giubileo, “Pellegrini di speranza”, che verrà aperto il prossimo 24 dicembre in San Pietro. Nelle diocesi italiane fervono i preparativi, curati dai rispettivi servizi di Pastorale Giovanile, che vedranno i giovani partecipare a momenti di festa, a eventi social, a laboratori, veglie di preghiera, testimonianze e pellegrinaggi, anche notturni, a santuari locali.
Riscoprire la speranza. “Come sempre accade in vista della Gmg, celebrata quest’anno nelle chiese particolari, si assiste nelle diocesi a un fiorire di iniziative e di eventi che mostrano tutta la vitalità e la creatività dei nostri giovani” dice al don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), che torna sul tema della speranza che unisce la Gmg all’imminente Giubileo.
“La sfida grande di oggi è riscoprire la speranza. Papa Francesco ci invita alla speranza per avvertire gli uomini e le donne di questo mondo del rischio di perdere Dio dal nostro orizzonte, di farci rubare il nostro futuro, in questi anni così faticosi, in modo particolare, per i giovani”.
Presenza creativa. “Questa presenza creativa” per don Pincerato, “testimonia che la Chiesa italiana, con le sue diocesi e parrocchie, vuole continuare a investire sui giovani nonostante l’emergenza educativa e la complessità della società attuale. Una parte del mondo giovanile risponde e ciò rappresenta un motivo forte di speranza. Lo scorso 16 novembre – ricorda il sacerdote – Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Consiglio nazionale dei giovani che gli ha presentato la sua ‘Quarta Rilevazione dell’Indice di fiducia’ dalla quale emerge che la speranza è l’atteggiamento interiore in cui i giovani italiani oggi si riconoscono di più. Ai membri del Consiglio, Papa Francesco ha ribadito che “è importante sapere che i giovani italiani sanno essere artigiani di speranza perché sono capaci di sognare” pur davanti a sfide stringenti come la dignità del lavoro, la famiglia, l’istruzione, l’impegno civico, la cura del creato, le nuove tecnologie e l’aumento di atti di violenza. È confortante vedere tanti giovani, che seppur affaticati, sono desiderosi di stare ‘con speranza’ dentro la storia e nella Chiesa”.
Fare alleanza. Non si tratta, però, precisa don Pincerato, “di ‘occupare spazi’ ma di ‘avviare processi’” come chiede il cammino sinodale partito quattro anni fa e che a Roma, ha da pochissimi giorni celebrato una nuova tappa con l’assemblea cui hanno partecipato mille delegati da tutta Italia. “Veniamo da una assemblea sinodale dove, tra i tanti temi dibattuti, ci si è chiesto anche come ascoltare e valorizzare i giovani, come dare autorevolezza alla loro voce e presenza nella Chiesa. E un modo – sottolinea don Pincerato – è quello dell’alleanza che significa creare alleanze e sinergie nel territorio. Quindi non vedersi come isole, ma sentire che siamo un popolo che sta camminando insieme. L’alleanza va coniugata alla formazione da declinare come relazioni e dialogo così da far crescere persone capaci di camminare insieme. La formazione – aggiunge il responsabile del Snpg – è anche un passaggio di nozioni, rivela una volontà di formarsi e di lasciarsi formare, un desiderio di relazioni autentiche e adulte che ti permettono di stare in questo tempo complesso non ‘fermo’, immobile, ma in cammino. Che è poi il senso di quel Patto globale educativo (Global Compact on Education) che Papa Francesco ha lanciato nel settembre del 2019, per chiedere a tutti di unire gli sforzi affinché l’educazione generi pace, giustizia e accoglienza tra i popoli”.
Nella cornice del Giubileo. L’imminente Giubileo, che vedrà tra gli appuntamenti in calendario anche l’incontro dei giovani in agosto, è, ribadisce don Pincerato “un’altra tappa di cammino ecclesiale e di questa alleanza con i giovani.
L’Anno santo, come la Gmg, è un’occasione per rendere concreto questo desiderio di speranza,
con azioni come la riconciliazione, la professione di fede, purché ci si metta realmente in cammino con altri ‘pellegrini’. La speranza diventa possibilità concreta di fare esperienza di Dio. Varcare la Porta Santa – conclude don Pincerato – non è una questione di due secondi ma è attraversare una soglia al di là della quale c’è Qualcuno che ti sta aspetta. Il Giubileo, come la Gmg, può diventare davvero un’esperienza esemplare da riportare nella nostra quotidianità”.
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