Di Diana Papa
Quale significato può avere la vita contemplativa in questo tempo in cui l’individuo consuma tutto nell’attimo presente, dove è in continuo movimento benché spesso seduto, dove riduce i contatti reali e coltiva quelli virtuali trascurando le relazioni, dove non chiama per nome il desiderio di curare il silenzio profondo che permette di scoprire la bellezza della vita?
Che cosa testimoniano le fraternità contemplative in un mondo in cui oggi molti, attratti soprattutto dal benessere individuale, non si chiedono per chi o per che cosa vivere, silenziano gli interrogativi esistenziali e non si pongono domande di senso? Eppure tante persone, quando scoprono la presenza dei monasteri, molte volte ritrovano in sé il bisogno di venire in contatto con la profondità della loro esistenza.Chiamate a costruire, pur nella stabilità, un mondo più umano e quindi più evangelico, ad essere fari che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo (cfr. VDq 36), le contemplative si impegnano a rendere i monasteri delle oasi di pace. In questi luoghi si può ascoltare la voce del silenzio, ritrovare se stessi al di là se si è credenti, percepire e contemplare l’armonia del creato, lasciare a Dio la possibilità di parlare al cuore di ciascuno.Perché rinunziate a tutto? Questa è la domanda che i giovani pongono alle contemplative.
Solo la scoperta del grande amore di Dio per ogni creatura può condurre una giovane donna a lasciare tutto per seguire il Signore.
L’esistenza infatti di chi è chiamato alla vita contemplativa, se non è fondata su Gesù Cristo e il Vangelo, non ha senso. Solo l’ascolto costante della presenza del Signore nella propria esistenza, in quella degli altri, nella storia può illuminare il cammino personale e, a volte, anche di chi è in ricerca di senso o di chi il senso non lo cerca più. Vivere nella stabilità oggi è più che mai un messaggio significativo, soprattutto per coloro che, credenti e non credenti, non hanno il costante contatto con la terra abitata dallo Spirito del Padre, che vuole donare speranza ai propri figli.
La vita contemplativa indica, attraverso l’ascolto, la possibilità di percepire i passi di Dio che continuamente cerca la sua creatura, la interpella e chiede: “Dove sei?” (Gen 3,9).Non è un bisogno profondo quello di sentirsi cercati, chiamati per nome e, quindi, amati? Le contemplative, mettendosi in ascolto della presenza di Dio, comunicano con il loro esserci che Egli ama ogni creatura. Invocando il Signore nella preghiera, chiedono costantemente a Lui di non distogliere lo sguardo d’amore dall’umanità spesso infedele e Lo pregano perché continui a prendersi cura di ogni vivente, come una madre il proprio figlio (Is 66,13).
Le contemplative, sull’esempio dell’amore trinitario, costantemente coltivano e custodiscono il dialogo in fraternità, vivendo relazioni alla pari, nel rispetto della diversità dei ruoli.La cura del silenzio profondo vissuto alla presenza di Dio le aiuta a vivere come Gesù, in atteggiamento di spogliazione totale, per testimoniare con la vita quotidiana la reale presenza del Signore. Le Fraternità, composte da persone provenienti da luoghi diversi, con età differente, con il livello culturale non omogeneo, rendono credibile la vita evangelica a partire dalla custodia delle relazioni fraterne.
Chi sono, allora, le contemplative nella Chiesa per il mondo?Sono coloro che lodano e ringraziano Dio per il suo amore per l’umanità, che intercedono per chi ha bisogno, che implorano la pace e la custodia del creato, che annunciano con la vita che il credente è chiamato ad incarnare i valori del Vangelo con fede in ogni situazione, scorgendo l’azione di Dio ovunque, anche negli eventi incomprensibili.Le Fraternità contemplative, mettendo al centro della propria vita Gesù Cristo e il Vangelo, con il loro esserci possono incoraggiare i cristiani di oggi ad assumere lo stile sinodale, a partecipare attivamente alla vita ecclesiale e sociale, a mettersi in ascolto di Dio e degli uomini e delle donne del nostro tempo, favorendo il dialogo con tutti, custodendo il bene comune e il creato.
Se le contemplative si impegnano a vivere radicalmente secondo le promesse battesimali, il senso della loro vita è in fondo alla radice dell’essere cristiani ogni giorno.