“È da considerarsi di particolare gravità morale l’uso di esperienze soprannaturali asserite o di elementi mistici riconosciuti come mezzo o pretesto per esercitare un dominio sulle persone o compiere degli abusi”. È quanto si legge in un documento pubblicato sul sito del Dicastero per la Dottrina della Fede, dal titolo “Falso misticismo e abuso spirituale”, che si rifà all’articolo 16 delle nuove Norme per procedere al discernimento di presunti fenomeni naturali. Nel testo, firmato dal Prefetto, il card. Victor Manuel Fernandez, tale situazione viene considerata una “circostanza aggravante” in caso di abuso: per questo motivo, secondo il Dicastero per la Dottrina della fede, “è possibile tipificare un delitto di abuso spirituale, evitando l’espressione troppo ampia e polisemica di falso misticismo”. Di qui la proposta di “analizzare questa possibilità, e di presentare delle proposte concrete, al Dicastero per i Testi Legislativi e al Dicastero per la Dottrina della fede”, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro sul delitto di “abuso spirituale”, presieduto dal prefetto del Dicastero per i Testi legislativi e composto da membri indicati da entrambi i Dicasteri. “Non esiste nel Diritto della Chiesa un delitto tipificato col nome di falso misticismo, anche se l’espressione è a volte utilizzata da canonisti in un senso strettamente collegato ai delitti di abuso”, si legge nel documento. Il “falso misticismo”, infatti, è una fattispecie che appare nel regolamento del Dicastero per la Dottrina della Fede in un contesto molto preciso: quello delle questioni collegate alla spiritualità e ai presunti fenomeni soprannaturali, oggi appartenenti alla Sezione Dottrinale, e cioè a “problemi e comportamenti connessi con la disciplina della fede, quali i casi di pseudo-misticismo, di asserite apparizioni, di visioni e messaggi attribuiti a origine soprannaturale”. In questo contesto, il “falso misticismo” si riferisce a “proposte spirituali che fanno danno all’armonia della visione cattolica su Dio e sul nostro rapporto col Signore”.