Di Pietro Pompei

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La storia ci insegna che, nei momenti più bui, l’umanità si è spesso affidata alla fede. Oggi, mentre le influenze continuano a segnare le nostre vite, possiamo guardare al passato per trovare conforto e ispirazione. È il caso del terribile “cholera morbus” che, nel 1855, colpì duramente la nostra città, causando 379 vittime in soli 24 giorni. Di fronte a quella calamità, i nostri antenati trovarono nella preghiera la forza per resistere.

Il voto alla Vergine Immacolata

Lo storico Liburdi, in un articolo pubblicato nel 1975 sul settimanale diocesano La Vedetta, di cui siamo eredi, descrive dettagliatamente il voto fatto alla Vergine Immacolata. In quella tragica circostanza, il Consiglio Comunale, interpretando il dolore e la fede della popolazione, si impegnò a tributare onoranze perpetue alla Madonna. Gli Atti Consigliari del 1855, miracolosamente sopravvissuti al bombardamento del 15 marzo 1944, ci raccontano di una cerimonia solenne.

L’8 luglio 1855, i membri del Magistrato si recarono presso la Chiesa Abbaziale di San Benedetto Martire. Davanti al simulacro della Vergine Addolorata, il Priore Raimondo Voltattorni invocò la sua intercessione e promise, a nome dell’intera comunità, di celebrare ogni anno la festività dell’Immacolata Concezione, appena istituita dalla Chiesa l’8 dicembre 1854.

Dieci giorni dopo, il morbo si arrestò improvvisamente, restituendo speranza e vita al borgo. Per onorare il voto, il Consiglio Comunale decise inizialmente di commissionare un dipinto raffigurante l’Immacolata, ma successivamente optò per l’acquisto di una statua artistica, che ancora oggi viene venerata e portata in processione per le vie della città.

La fede nei momenti di prova

La statua della Vergine, simbolo di fede e speranza, ha attraversato i secoli, accompagnando la comunità anche in altre difficili circostanze, come il centenario del colera e, più recentemente, durante la pandemia di Covid-19. Proprio quest’ultima, nel periodo della Novena dell’Immacolata, ha imposto restrizioni che hanno portato alla sospensione della tradizionale Giornata del Malato, da sempre il momento più partecipato e sentito.

La lezione degli infermi: una fede viva e contagiosa

Gli infermi, con il loro esempio, ci insegnano che la fede non conosce barriere fisiche o limiti temporali. Negli anni passati, i volontari dell’UNITALSI hanno dato corpo a questa lezione, trasmettendo ai malati la vicinanza della comunità cristiana. Ricordiamo con gratitudine il loro instancabile impegno, dal sollevare una carrozzina per superare una scala fino all’offrire un sorriso e una parola di conforto.

Per chi gode di salute, avvicinarsi ai malati significa non solo aiutare chi ha bisogno, ma anche riscoprire un senso di umanità e solidarietà che troppo spesso trascuriamo. Non servono gesti grandiosi: basta una semplice stretta di mano, un momento di ascolto, o un sorriso per stabilire un legame autentico.

Un messaggio per la comunità

La Novena dell’Immacolata non è solo una tradizione religiosa, ma anche un’occasione per rinnovare il nostro impegno verso gli altri. La presenza dei malati durante queste celebrazioni rende il banchetto Eucaristico più vero e autentico, ricordandoci che la fede si costruisce insieme, nella solidarietà e nella condivisione.

Oggi più che mai, abbiamo bisogno di ritrovare quella disponibilità e apertura di cuore che i nostri antenati dimostrarono nel momento del voto. Seguiamo il loro esempio, facendo della fede un ponte per avvicinare e sostenere chi è più fragile.

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