“Rinnovare il linguaggio per raggiungere il cuore dell’uomo”.

È questo l’impegno della Chiesa italiana sul piano comunicativo, a 20 anni dal Direttorio “Comunicazione e missione”. Lo ha detto mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, portando il suo saluto al convegno in corso su questo tema alla Pontificia Università Lateranense, per iniziativa del citato Ateneo e dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Le radici del Direttorio, ha ricordato il vescovo, risalgono al Convegno di Palermo del 1995, quando Giovanni Paolo II ha esortato a passare “da una pastorale di conservazione ad una pastorale di rinnovamento e missionaria, di cui le due ali erano da una parte la carità e dall’altra la cultura, e quindi la comunicazione”. “Per la Chiesa italiana – ha ricordato mons. Baturi – la comunicazione non si riduce mai all’informazione né alla comunicazione di massa: è finalizzata alla trasmissione della fede e a uno sguardo sulle cose, le persone, gli eventi che richiede un’attenzione particolare al destinatario”. “In un momento storico di polarizzazioni e contrapposizioni, la sfida della comunicazione non riguarda solo gli operatori del settore, ma è una responsabilità di tutti”, ha detto il segretario generale della Cei: “Non a caso, questo è un compito che è stato rilanciato anche dal Cammino sinodale della Chiesa italiana. Se dalla comprensione del cristianesimo non nasce una rilettura dell’esperienza umana attraverso il cuore, anche il cristianesimo sembrerebbe polarizzato e condannato all’insignificanza”.

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