MONTEPRANDONE – Le note potenti del Corpo Bandistico “Citta di San Benedetto del Tronto”; i colori vivi dei gonfaloni delle Confraternite; la folla numerosa di autorità e fedeli; la preghiera comunitaria lungo le vie del paese; l’invito accorato di mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle due Diocesi del Piceno, a vivere “una fede vera, incarnata, non alienante, capace di prendersi cura“: possiamo riassumere così i festeggiamenti  che si sono svolti ieri, 28 Novembre 2024, a Monteprandone, in onore di San Giacomo della Marca, Patrono non solo del Comune marchigiano, ma anche di una delle Vicarie della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, quella che comprende le parrocchie di Porto d’Ascoli, Martinsicuro, Colonnella e ovviamente Monteprandone.

Numerosi i momenti di preghiera e di festa da ricordare.
A partire dalle ore 9:30, nel Borgo antico, in piazza San Giacomo, sono state accolte le autorità civili e militari e i Sindaci delle Municipalità che aderiscono alla “Rete delle Città di San Giacomo della Marca”, ovvero tutti i Comuni in cui è storicamente accertata la presenza del Santo. Come da tradizione, alle ore 10:00, si è svolta la processione con il busto del Santo Patrono dalla chiesa di San Niccolò fino al Santuario di San Giacomo, già chiesa di Santa Maria delle Grazie. Oltre ai numerosi fedeli, hanno preso parte alla processione anche diverse autorità civili e militari e i rappresentanti di numerose Confraternite, in quanto San Giacomo durante la sua vita ne fu un instancabile promotore.

Alle ore 11:30 è iniziata la Celebrazione Eucaristica presso il Santuario di San Giacomo della Marca, al termine della quale è stato offerto l’olio per la lampada all’altare del Santo da parte del sindaco Sergio Loggi. La Santa Messa, animata dalla Corale Polifonica San Giacomo della Marca, è stata presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri e concelebrata da padre Simone Giampieri, provinciale dei Frati Minori delle Marche, padre Marco Buccolini, guardiano del Santuario di San Giacomo della Marca, don Vincent Ifeme, parroco della comunità San Niccolò di Monteprandone, don Armando Moriconi, parroco dell’Unità Pastorale Sacro Cuore e Regina Pacis di Centobuchi, oltre che da numerosi frati minori delle Marche e da altri sacerdoti e diaconi della Vicaria San Giacomo della Marca e da tutto il popolo di Dio riunito.

Queste le parole del vescovo Palmieri durante l’omelia: «La figura di San Giacomo della Marca ci aiuta a comprendere come oggi siamo chiamati a vivere la nostra fede, come siamo chiamati ad esercitarla. Non deve essere una fede che ci sgancia dalla realtà, che ci rifugia nell’intimistico protetto, nelle devozioni individualiste, che non hanno nessuna fecondità. La nostra fede, personale e comunitaria, è chiamata ad essere una fede incarnata nell’oggi, che guarda le criticità di questo tempo con tutte le sue ricchezze e, nello stesso tempo, con tutte le sue crisi. Una fede che ci fa decidere, come singoli e come Chiesa, di poter dare il proprio contributo al Regno di Dio.
Così è stato per San Giacomo. Ha annunciato il Vangelo e al cuore della sua missione c’è stata la luce del Vangelo: in questo territorio, in Italia, in Europa, ovunque il papa lo abbia mandato. E, nello stesso tempo, dal Vangelo stesso scaturiva la cura delle relazioni sociali, della pace, l’attenzione ai poveri. Quindi una fede bella, non alienante, una fede incarnata. Una fede capace davvero di contribuire al bene comune».

Dopo aver spiegato le letture del giorno, mons. Palmieri ha concluso: «Oggi purtroppo c’è un mondo adulto che spesso non ha più cura, a partire dai figli e dagli anziani. C’è qualcosa che non torna, che non funziona. Spero che ve ne accorgiate tutti! C’è un deficit di cura che riguarda tutti. Non ci possiamo tirare indietro! Lo dobbiamo davvero fare insieme! Dobbiamo aiutare a far sognare una generazione. La fede, quella fede che talvolta disprezziamo così tanto, ci insegna anche questo. Con questa profonda fiducia in Dio, come abbiamo ascoltato nelle letture di oggi. La messe è tanta: c’è tanta brava gente in giro. La messe è matura: ci sono tanti figli del Regno. Ma allora mettiamoci insieme, per favore! Mettiamoci insieme! Sì, è importante custodire le nostre chiese, le nostre tradizioni. Ma se il Vangelo non è vivo, non serve a niente! Credo che questo ci dica oggi San Giacomo. E quello che ci dice mette in crisi me, mette in crisi ciascuno di noi. E allora buona festa di San Giacomo a ciascuno di noi, a questa Chiesa, a questa Provincia, a questo territorio. Buona festa delle nostre radici, in una fede vera!“».

Al termine della Santa Messa, come di consueto, il primo cittadino Sergio Loggi e i sindaci e i rappresentanti delle altre Municipalità della Rete di San Giacomo hanno proclamato congiuntamente l’atto di affidamento al Santo, di cui hanno invocato la protezione sulla loro attività di governo. Per le Confraternite, invece, a leggere l’atto di affidamento al santo in rappresentanza di tutti i confratelli e le consorelle, è stato Guerino Reganatini, priore della Confraternita Maria Santissima del Suffragio di Colonnella.

Presenti numerose autorità civili. Oltre a Sergio Loggi, sindaco del Comune di Monteprandone, nonché presidente della Provincia di Ascoli Piceno, erano presenti il consigliere provinciale Antonio Riccio e i rappresentanti delle Municipalità di Acquaviva Picena, Alba Adriatica, Ancarano, Ascoli Piceno, Capestrano, Carassai, Castel di Lama, Ripatransone, Castiglione delle Stiviere, Civitella del Tronto, Cossignano, Cupra Marittima, Fermo, Grottammare, Martinsicuro, Matelica, San Benedetto del Tronto, Tortoreto. Presente anche il Gonfalone della Provincia di Ascoli Piceno.
Tra le autorità militari, invece, erano presenti: il tenente colonnello Mario Ciavarella e il graduato aiutante Gaspare Di Stefano del 235° Rav “Piceno”; il capitano Francesco Tessitore, comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto; il tenente Gianmarco Murro, comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di San Benedetto; il luogotenente Gianluca Ramunni della Capitaneria di Porto di San Benedetto; il luogotenente Gabriele Luciani,  comandante dei Carabinieri di Monteprandone; il comandante della Polizia Locale di Monteprandone Eugenio Vendrame.
Presenti anche i rappresentanti di alcune importanti istituzioni locali: Luigi Contisciani, presidente del BIM Tronto; Roberta Capriotti, dirigente dell’Istituto Comprensivo Allegretti di Monteprandone; Romano Speca, vicepresidente della Banca del Piceno.

Il sindaco Loggi dichiara: «Si è rinnovata la tradizionale offerta dell’olio per la lampada all’altare del Santo, un momento toccante che ho potuto condividere con colleghi Sindaci delle Municipalità che fanno parte della Rete delle Città di San Giacomo. Con profonda gratitudine verso San Giacomo, abbiamo chiesto la Sua protezione sulla comunità di Monteprandone e su tutte le comunità nelle quali il Santo ha operato come uomo di fede e di cultura. Un grazie va a S.E Rev. Gianpiero Palmieri, vescovo di Ascoli e San Benedetto, al provinciale dei Frati minori delle Marche padre Simone Giampieri, al guardiano padre Marco Buccolini, ai frati del Santuario e di tutte le Marche, ai sacerdoti della Vicaria di San Giacomo e a tutti coloro che hanno fatto sì che si rinnovasse in tutti noi la devozione verso il nostro Santo Patrono e la tradizione di ritrovarci insieme per festeggiarlo».

La ricca giornata si è conclusa con l’inaugurazione pomeridiana della mostra fotografica “Storia della chiesa costruita in Brasile in memoria di San Giacomo della Marca” a cura del Lions Club Ascoli Piceno Colli Truentini. Per l’occasione, nella sala delle vetrate del Santuario, oltre a mons. Gianpiero Palmieri, a padre Marco Buccolini e al sindaco Sergio Loggi, sono intervenuti don Carlo Gabbanelli, costruttore della chiesa, e Pietro Cimaroli, presidente del Lions Club Ascoli Piceno Colli Truentini. Durante l’evento, grazie alla collaborazione con l’associazione San Giacomo della Marca, c’è stato anche un collegamento online con la comunità di Queimadas di Bahia in Brasile.

 

 

 

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