DIOCESI – Nel 2025 la Chiesa celebrerà il Giubileo, un evento che Papa Francesco ha scelto di dedicare alla riscoperta della speranza, con il tema “Peregrinantes in spem” (Pellegrini nella speranza). In questa prospettiva, i Vescovi delle Marche si sono rivolti ai fedeli e a tutti i cittadini marchigiani con un messaggio carico di riflessioni, ispirazioni e incoraggiamenti, firmato mercoledì 27 novembre a Loreto.

Scarica il messaggio: Messaggio dei Vescovi Marchigiani per il Giubileo 2025 ai fedeli e a tutti i marchigiani

Una Speranza Viva e Concreta

I Vescovi iniziano il loro messaggio ponendo due domande fondamentali: Cosa sperano i cristiani di oggi? È ancora possibile vivere di speranza? Con la certezza della fede in Cristo Risorto, affermano che sì, si può sperare, perché la speranza radicata in Dio non delude mai.

Prendendo spunto dalla parabola evangelica del Buon Samaritano, i Vescovi riflettono sulla condizione umana: come l’uomo ferito dai briganti, ciascuno di noi, nei momenti di difficoltà, si trova a sperare in un aiuto che venga “da oltre e da altri”. È questa fiducia negli altri e nel bene che esiste nel mondo a mantenere viva la speranza. Tuttavia, ricordano che non tutti i passanti si fermano: l’indifferenza, la paura o le preoccupazioni personali possono spegnere il desiderio di aiutare.

Risuonano, quindi, le parole di Papa Francesco: “Non lasciatevi rubare la speranza”, un monito rivolto non solo ai credenti, ma a tutti coloro che vogliono coltivare un mondo più umano e solidale.

La Chiesa come Albergo della Speranza

Un’immagine particolarmente potente emersa dalla parabola è quella dell’albergatore, che accoglie l’uomo ferito e ne continua la cura affidatagli dal Samaritano. I Vescovi vedono in questa figura una rappresentazione della Chiesa: un luogo di rifugio, guarigione e sostegno, che si prende cura dei pellegrini lungo il loro cammino di vita. La Chiesa, come il buon Samaritano, guarda oltre il presente, verso il futuro promesso da Dio, con una speranza che spinge verso la dimora eterna.

Le Icone Evangeliche del Giubileo

Nella preparazione al Giubileo, i Vescovi hanno meditato su due simboli evangelici:

  • Il sepolcro sigillato: un luogo di apparente chiusura e morte che, grazie alla resurrezione di Cristo, diventa l’inizio di una nuova storia.
  • Il Cenacolo a porte chiuse: uno spazio di paura e isolamento che viene trasformato dalla presenza del Risorto, portatore di pace e missione.

Questi simboli sottolineano come Dio agisca per riaprire le situazioni umanamente senza uscita, offrendo nuova speranza e spingendo i credenti a proseguire nel loro cammino.

Pellegrini nella Speranza

I Vescovi chiudono il messaggio con una riflessione sul legame tra fede, speranza e amore. La speranza, affermano, si nutre della fiducia che Dio ha nell’umanità e della passione che Egli dimostra per il mondo. È questa fiducia divina che permette ai cristiani di affrontare le difficoltà del pellegrinaggio terreno, sostenuti dalla promessa del ritorno di Cristo.

Invitando i fedeli a vivere il Giubileo come un’occasione di preghiera e di riscoperta della speranza, i Vescovi concludono con un richiamo poetico al Cantico dei Cantici: “Attiraci e noi correremo”, un invito a lasciarsi attrarre dall’amore di Dio per essere testimoni di speranza.

Rivivi la celebrazione

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