DIOCESI – Pubblichiamo la testimonianza di Suor Paola Perotti, monaca cappuccina, originaria della diocesi di Ascoli Piceno e che ha vissuto 30 Anni di Missione in Benin.
Carissimi,
dopo 30 anni trascorsi in Benin, desidero condividere con voi la mia gratitudine al Signore per il cammino che mi ha permesso di vivere. Ciò che abbiamo realizzato in questi anni è frutto della Sua opera, che si serve di strumenti poveri come noi per compiere il Suo piano d’amore. Nonostante le sfide e le incertezze iniziali, posso oggi guardare indietro e lodare il progetto divino che ha guidato ogni passo con saggezza e amore.
Rientrata in Italia a maggio, mi sono stabilita presso il monastero di Mercatello, la mia casa madre. L’età avanzata e la salute non mi consentono più di continuare la missione in Africa, ma il mio cuore è sereno nel constatare che la comunità di Zinvié prosegue il suo cammino sotto la guida della madre Joanna, originaria del Benin, insieme a suor Maddalena e suor Myriam.
La missione in Benin è stata un dono inestimabile, un’esperienza che ha ampliato i miei orizzonti di fraternità universale. Mi ha permesso di incontrare realtà segnate dalla povertà materiale, ma illuminate da una profonda fede.
L’inizio della missione
Nel 1993, rispondendo alla richiesta dei Padri Cappuccini di affiancare il loro apostolato in Benin, la comunità di Mercatello mi ha scelta come responsabile del progetto. Con trepidazione e fiducia mi sono affidata al Signore. Dopo alcuni mesi in Francia per apprendere la lingua, il 12 agosto 1993 sono partita da Roma con altre quattro sorelle. Arrivate a Cotonou, siamo state accolte con grande entusiasmo dai frati e dalla comunità locale.
I primi tempi non sono stati facili: vivevamo ospiti dai frati mentre il monastero era in costruzione. La povertà e le difficoltà quotidiane erano evidenti, ma la vicinanza della comunità e l’entusiasmo dei fedeli ci hanno dato forza. Il 17 novembre 1993 ci siamo trasferite nel piccolo monastero, un edificio modesto con sette celle, di cui una trasformata in cappella. Qui, tra preghiera e vita fraterna, abbiamo costruito il cuore della nostra missione.
Una vita di preghiera e servizio
La nostra giornata era scandita dalla preghiera, dalla condivisione della Parola e dai lavori quotidiani. I frati ci hanno supportato con corsi di formazione spirituale, e la comunità locale partecipava con entusiasmo alle nostre celebrazioni.
Un momento significativo è stato l’ingresso solenne nel monastero il 29 settembre 1994, alla presenza dell’arcivescovo di Cotonou. Da quel giorno, la nostra vita monastica ha trovato piena espressione, radicandosi nel cuore della comunità.
Con il tempo, abbiamo iniziato a rispondere anche alle necessità materiali dei più poveri. Grazie al sostegno di benefattori come Anna Sacchi, è nato un programma di adozioni a distanza che ha permesso a tanti bambini di studiare e costruirsi un futuro.
Una nuova casa nella foresta
Nel 2006, le difficoltà legate alla vicinanza dell’oceano ci hanno spinto a spostare il monastero in una zona più sicura, nella foresta di Zinvié. La costruzione del nuovo monastero, inaugurato nel 2009, è stata una prova di fede e collaborazione, resa possibile grazie all’aiuto di tanti benefattori italiani. Oggi, il monastero di Zinvié è una casa di preghiera e accoglienza, dove gruppi di laici, sacerdoti e consacrati trovano ristoro spirituale.
Un’eredità che continua
Ora, da Mercatello, porto nel cuore questa missione che mi ha insegnato che la contemplazione è la più grande forma di evangelizzazione. Il monastero di Zinvié, con la sua comunità viva e radicata, è una testimonianza dell’amore di Dio e della forza della preghiera.
Rendo grazie al Signore per questi anni indimenticabili e per tutte le persone che hanno camminato con noi. La missione in Benin non è solo un ricordo, ma una realtà che continua a vivere e portare frutti.
Con gratitudine!
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